La cessone di sovranità non è legittimata dalla Costituzione dell'OMS stessa, la costituzionalista Carmela Capolupo • PRESSKIT

“La domanda che io mi sono posta guardando queste proposte (modifica del regolamento sanitario internazionale) è la seguente. Ma la Costituzione dell’OMS, per come ora, può reggere, può legittimare, può essere il fondamento di quello che l’OMS sta cercando di fare? Io non credo più“, spiega la costituzionalista costituzionalista Carmela Capolupo dell’Università Federico II di Napoli, durante l’evento di informazione sui nuovi contratti OMS (22 e 23 Marzo 2024 a Bolzano e Trento).

“Allora qua bisogna rimettere mano dalla Costituzione dell’OMS, ricominciare da quella.

Perché? Perché l’OMS sta facendo delle cose che quel testo costituzionale, secondo me, non consente di fare, nemmeno diciamo allargandone le maglie oltre ogni immaginazione.

Faccio una premessa. I procedimenti di adozione dell’accordo pandemico e quelli di modifica del regolamento sanitario si concludono entrambi con atti che sono dotati di un potere vincolante.

E’ diverso il procedimento di adozione, in quanto l’accordo pandemico segue la procedura propria degli accordi e delle convenzioni, quindi deve essere approvato dalla maggioranza qualificata dei due terzi, gli stessi sono ratificati dagli stati, ovviamente poi ciascuno stato fa la propria disciplina ed entrano in vigore dopo che un certo numero di stati li ha ratificati, invece le modifiche del regolamento sanitario seguono un procedimento quello proprio di adozione degli atti regolamentari, quindi non richiedono la maggioranza dei due terzi, ma richiedono la maggioranza assoluta.

Qui va ricordato ulteriormente che nel maggio del 2022 l’Assemblea mondiale ha approvato degli emendamenti che riducono da 18 a 10 mesi il termine per il rigetto da parte degli Stati e da 24 a 12 mesi per l’approvazione.

Naturalmente questa proposta tende ad accelerare il processo in corso, perché è chiaro che se questo blocco di emendamenti venisse approvato a maggio del 2024 seguirebbe i tempi dell’entrata in vigore che sono dei tempi contratti.

In sede di Assemblea Mondiale che cosa è stata evidenziata? Evidenziata tra le altre cose la necessità che questi due gruppi di lavoro, perché sono due gruppi di lavoro distinti, quello che lavora al piano pandemico, quello che lavora ai regolamenti sanitari, si devono tra di loro coordinare. E quindi diciamo in questa prospettiva, tra i due procedimenti in corso, l’accordo pandemico dovrebbe prevedere una disposizione analoga a quella che prevede l’articolo 57 del regolamento sanitario che per quello che ne so io è rimasto invariato. Ecco questa è una disposizione che per quello che ne so fino a qualche giorno fa era rimasta invariata e diciamo che questo servirebbe, uno strumento che servirebbe se previsti in entrambi gli atti a coordinare le cose.

Sembra una sciocchezza, ma il coordinamento tra questi due strumenti è di fondamentale importanza.

Il fatto che il piano pandemico e il regolamento sanitario non si devono sovrapporre non è un fatto rilevante. Perché? Perché il regolamento sanitario rispetto al piano pandemico ha una natura che è più tecnica. Cioè mi aspetto quindi delle modifiche specifiche laddove all’accordo pandemico dovrebbero invece essere demandate tutte le questioni più controverse da un punto di vista politico, diciamo le questioni più generali. È un elemento diciamo di conforto in tal senso, si trae dall’orientamento dello stesso Consiglio esecutivo dell’OMS, se anche degli Stati parte, i quali dicono attenzione, qua non stiamo facendo una rinegoziazione sull’intero atto. Le parole sono importanti, perché poi a fronte di queste parole, di questo ammonimento, che dice attenzione, guardate, nel regolamento ci devono andare delle modifiche puntuali, specifiche eccetera eccetera non può essere un elemento di rinegoziazione e però se uno poi se lo va a leggere come dire insomma si convince dell’esatto contrario.

Ora perché è importante questo fatto del coordinamento? Perché allo stato attuale io ho notato che tra il piano pandemico e il regolamento sanitario nazionale invece delle sovrapposizioni ci sono. E allora se uno, diciamo, pensa bene come noi tutti, non vogliamo pensare male, noi pensiamo sempre bene, diciamo vabbè questa cosa è inevitabile. Perché è inevitabile la sovrapposizione? Perché mentre le proposte di modifica al regolamento sanitario nazionale sono state poste e formulate in un arco di tempo circoscritto, c’è una parentesi che si apre e si chiude, il piano pandemico è un’opera viva, come qualcuno l’ha definita, che di volta in volta si va ovviamente a corroborare delle varie proposte. Però si può anche pensare male, ma non è il nostro caso, perché noi non siamo malpensanti, nel senso che la sovrapposizione tra questi due atti potrebbe anche non essere casuale. Ripeto, non è il nostro caso perché noi pensiamo tutto per il meglio. Potrebbe non essere casuale perché, cioè, prevedere gli stessi obiettivi in entrambi gli atti, quale utilità potrebbe avere? Che se va male il piano pandemico, che richiede una maggioranza qualificata di due terzi, le stesse cose le andiamo ad approvare in esegulamento sanitario che invece si approva con la maggioranza semplice. Ma questo a pensare male non è il nostro caso.

Chi pensa male potrebbe andare a vedere nei regolamenti sanitari una sorta di piano B. Siccome il costituzionalista è uno che non avendo niente di meglio da fare dalla mattina alla sera deve fare un solo lavoro che è quello di cercare i controlli ai limiti al potere, a me sembra che uno dei profili che è completamente ignorato da queste proposte è che noi abbiamo ormai un sistema di tutela dei diritti che non si esaurisce più nella Costituzione italiana, non si esaurisce più nelle singole Costituzioni degli Stati.

C’è un apparato che opera su più livelli e che appresta tutela ai diritti dell’uomo, che è poi l’ironia della sorte dell’ONU, che ha ovviamente avuto le sue proiezioni in ambito europeo, è la carta fondamentale dei diritti dell’Unione e quel che poi viene incorporata dopo i trattati di Lisbona è il Patto internazionale sui diritti civili”.

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