OMS: se le Nazioni non fossero d'accordo con le raccomandazioni? L'Iter per opporsi è quasi impossibile • PRESSKIT

“L’ultimo documento, pubblicato due settimane fa, riconosce ufficialmente “che l’Organizzazione Mondiale della Sanità è… l’autorità che dirige e coordina il lavoro sanitario internazionale”, denuncia la dottoressa Meryl Nass

E se le nazioni non apprezzano ciò che l’OMS le costringe a fare, possono tentare la mediazione. Se ciò non ha successo, possono ricorrere ad un arbitrato straniero “in conformità con le regole della Corte permanente di arbitrato del 2012”.

Questo arbitrato emetterà una decisione straniera obbligatoria e giuridicamente vincolante. Analogamente all’Aia, ci sono 60 persone provenienti da quasi 30 nazioni in posizioni nominate e non elette. Questo cosiddetto rimedio è molto lontano dalle nostre tutele e libertà costituzionali.

Il potere che questa agenzia globale delle Nazioni Unite eserciterebbe è impensabile.

Questo trattato/accordo eleva chiaramente le piante, gli animali e l’ecosistema al livello della vita umana.

L’OMS chiama questo “approccio One Health”, che viene descritto come “un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi. Riconosce che la salute degli esseri umani, degli animali domestici e selvatici, delle piante e dell’ambiente in generale (compresi gli ecosistemi) è strettamente collegata e interdipendente”.

Ciò significa che l’OMS sta lavorando per bilanciare ciò che ritiene sia positivo per l’ecosistema con lo stesso livello di importanza di ciò di cui le persone hanno bisogno per vivere. Proprio come il gruppo radicale Earth Justice, gli oggetti inanimati come le rocce avrebbero diritti che possono essere protetti legalmente. Un motto di Earth Justice è “Anche la Terra ha bisogno di un avvocato”. L’OMS è la Giustizia della Terra sotto steroidi.

Parte di questo trattato recita: “Le Parti si impegnano a promuovere un approccio One Health… che sia coerente, globale, integrato, coordinato e collaborativo tra gli attori e i settori rilevanti”.

L’OMS vuole che il controllo sugli animali “identifichi gli ambienti e le attività che creano o aumentano il rischio di insorgenza e ricomparsa di malattie nell’interfaccia uomo-animale-pianta-ambiente”. Le nazioni devono “adottare misure per ridurre i rischi di spillover e spillback zoonotici associati a questi ambienti e attività, comprese misure volte alla gestione sicura e responsabile della fauna selvatica, degli animali da fattoria e da compagnia”.

Se ciò non bastasse, l’OMS si riserva il diritto di chiedere che le nazioni “sviluppino, implementino o rafforzino… altri meccanismi multilaterali” per raggiungere questo obiettivo. Sollecitare il Congresso ad approvare HR 79, HR 1425 e S 444 per tagliare i fondi all’OMS e richiedere un voto di 2/3 del Senato degli Stati Uniti per qualsiasi accordo con l’OMS.

Inoltre, non saranno solo i governi nazionali a essere tenuti a rispettare questo standard di elevare le piante allo stesso valore delle persone. L’OMS richiede che ogni governo “promuova o istituisca” un piano per “la formazione della forza lavoro One Health e programmi di istruzione continua [sic] per i settori della sanità pubblica, della salute animale e dell’ambiente”.

Queste direttive potrebbero avere un impatto su tutti, dai giardinieri, ai veterinari, agli agricoltori o allevatori, ai proprietari di negozi di animali, ai volontari dei rifugi per animali, che potrebbero tutti dover seguire corsi di “formazione continua” richiesti a livello internazionale dall’OMS.

Pensate al potenziale abuso che ciò comporterebbe. Cosa succederebbe se l’OMS imponesse una formazione di “formazione continua” di due anni, di persona, per tutto il personale del ranch (o qualsiasi altro?)”

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