Prima e dopo il 7 ottobre 2023 per Israele non esiste nulla, il tempo si è fermato, non ci sono uccisioni, bombardamenti, genocidi, la denuncia di Francesco Toscano

“Dal 7 ottobre 2023, il tempo si è fermato; il nostro pianeta non gira più intorno alla stella, al sole, perché non è esistito nient’altro dopo la strage consumata da Hamas ai danni del popolo israeliano. Da quel giorno non è accaduto assolutamente nulla (per gli israeliani)”, denuncia Francesco Toscano: “non c’è mai stato un 8 ottobre, un 9 ottobre, un 10 ottobre, un 3 novembre, un 4 aprile. Non c’è mai stata nessuna giornata in cui gli israeliani hanno consumato eccidi efferati, violentissimi, contro popolazioni inermi; non hanno ucciso neonati, bambini, decine di migliaia di donne e anziani in maniera assolutamente indiscriminata; non hanno colpito ospedali, scuole, campi profughi; non hanno fucilato a sangue freddo gente in fila per chiedere un pugno di farina; non hanno raso al suolo interi quartieri in Libano, a Beirut, con l’obiettivo dichiarato di uccidere pericolosi terroristi. Non hanno mai fatto tutto questo, perché dopo il 7 ottobre non c’è mai stato un giorno diverso. Quindi da un anno è sempre il 7 ottobre.”

Le incursioni a Gaza non sono aggressioni, no? Non sono guerre, non sono bombardamenti, non sono eccidi, non sono stragi, non sono occupazioni. Sono tutte parole sbagliate, parole che fanno a pugni con il politicamente corretto. Sono termini usati da quelli che amano le fake news: i populisti, i no-vax, i negazionisti del clima, tutta quella gente lì, omofobi, certamente filo-Putin, estremisti di destra, nazisti, nazifascisti – tranne che con riferimento al battaglione Azov, perché quelli sono nazisti buoni.

Quindi, le incursioni? È una cosa quasi amichevole. Chi è che non vorrebbe fare una bella incursione? Andiamo a fare un’incursione tutti insieme; è una cosa giocosa, una cosa fatta in amicizia. È tipica della più grande civiltà e democrazia del Medio Oriente.

Il 7 ottobre, questa stagione non finisce mai. Il 7 ottobre dura 3.500 ore, come l’inizio della rivoluzione palestinese. I ragazzi del corteo di Roma, forse senza saperlo, hanno dato una risposta alla domanda cruciale: chi ha cominciato questa guerra? In effetti, ha cominciato Hamas.

Vedete, cari amici, voi non conoscete il concetto di tempo. Non tutti voi sono scolarizzati, quindi non hanno una concezione precisa di tempo. Chi ha letto “Essere e Tempo”, ad esempio? Chi ha letto Sant’Agostino e sa cosa è il tempo? Sant’Agostino dice che il passato non esiste perché non è più, il futuro è il presente dell’attesa, il passato è il presente del ricordo: esiste solo quello che viviamo.

Ma, cari amici, non è mai esistito neanche un 6 ottobre, cioè prima del 7 ottobre. Non ci sono mai state le occupazioni illegali di Israele e dei territori, non ci sono mai state le risoluzioni dell’ONU che condannano Israele, non ci sono mai stati eccidi ingiustificati in danno del popolo palestinese, a Gaza, in Cisgiordania. Non li hanno mai chiusi là dentro come in una gabbia a cielo aperto, non hanno mai consumato violazioni dei diritti umani. Queste cose non sono mai successe perché non c’è mai stato il 6 ottobre. Il mondo, il Big Bang, c’è stato il 7 ottobre. Volete sapere la data precisa del Big Bang? Non lo sapete, non avete cognizioni di astronomia, non sapete come è nato il mondo? Bene, è nato il 7 ottobre, con il Big Bang. Ora basta però con queste storie; non sapete niente.

È stato Hamas a cominciare; ha cominciato lui. Come quando litigano i bambini: uno piange e gli si chiede “chi è stato?” Ha cominciato lui, maestro. È uguale: ha cominciato Hamas. Perché i kibbutz e i villaggi che furono assaltati sono parti integranti dello Stato ebraico fin dalla sua fondazione nel 1948.

“Gne gne gne, gne gne,” capito? Non lo hanno fatto per liberare quei territori. Gne gne gne. Perché quelli erano già israeliani dal 1948.

Hamas avrebbe potuto fare della Striscia un modello del futuro Stato palestinese, libero e in pace. È qua Hamas che trova nel governo israeliano degli interlocutori di una dolcezza, di una delicatezza. Ad esempio, quello lì, Benvir, quel ministro israeliano: di ammazzare tutti i palestinesi o deportarli da qualche parte.

Con questa gente, perché non avete trovato il modo di convivere pacificamente, serenamente, quando hanno un approccio quasi amorevole, quasi di solidarietà nei confronti del popolo palestinese? Perché Hamas? Perché sono terroristi? Perché se no con questa gente così brava era semplice trovare un punto di incontro. Se non lo fanno è perché sono fanatici, odiano la democrazia occidentale, odiano i nostri valori, odiano la nostra civiltà, odiano le nostre libertà, per come le difende Polito. Per questo lo fanno e chi lo nega è populista.

Hanno usato tutte le risorse che facevano affluire il Qatar, l’Iran, ma anche l’ONU, l’Europa, e persino la FIFA, ad esempio. La FIFA ha fatto arrivare magliette di Maradona, firmate, magliette di Cristiano Ronaldo. Tutte queste organizzazioni mondiali, l’UNICEF, per esempio, vanno lì e regalano soldi. Nonostante tutta questa amicizia sovranazionale, questi, per cattiveria insita, continuano a nutrire un senso di astio nei confronti di Israele. Un ragazzo che ha subito l’eccidio di tutta la famiglia, la cui casa è stata bombardata da Israele, perché mai deve maturare un odio nei confronti di Israele? Per quale motivo? Perché è cattivo, perché certamente è influenzato dal dogmatismo, dal fanatismo della sua religione. Se fosse una persona normale, direbbe: “È vero che mi hanno ammazzato tutta la famiglia, però l’hanno fatto per la democrazia, per i diritti umani, l’hanno fatto anche per me, per consentirmi un domani di non finire nelle grinfie di Hamas, ma di poter riconoscere queste bombe come bombe umanitarie che migliorano la mia esistenza, che mi fanno vivere meglio. Quindi io ringrazio la mano che ha sganciato la bomba.” Siccome sono fanatici, non lo dicono.

Il 7 ottobre, dice, è stato il momento di maggior successo di questa strategia, continua il grande Polito. Appena 12 mesi dopo questi fatti sono dimenticati. Uno deve sapere che è passato un anno dal 7 ottobre, però domani è sempre il 7 ottobre, quindi il tempo non va avanti, il tempo è fermo al 7 ottobre.

La strage dei palestinesi? Forse 40 mila civili uccisi. E cosa sono 40 mila civili uccisi? Intanto, sono forse più vicini ai 400 mila civili uccisi. Ma cosa sono mai? Sono poca roba, perché sono uccisi con educazione. L’esodo, la fuga, la sofferenza di altre decine di migliaia di esseri umani che non avevano alcuna responsabilità nel pogrom anti-ebraico del 7 ottobre, dicevano, sono nascosti alla nostra vista, a ogni altra considerazione che non sia la pietà per le vittime, l’indignazione per i carnefici. Stando a un sondaggio dell’ISPI, tra gli italiani che si sono fatti un’opinione, la maggioranza attribuisce la responsabilità della guerra di Gaza e anche di quella con Hezbollah a Israele e al suo governo. Perché sono populisti di fatto, sono antisemiti, per questo. Se non fossero antisemiti vorrebbero più morti palestinesi, più bombe a Beirut. Siccome sono antisemiti, trovano ogni scusa per criticare Israele.

Una persona normale che non ha pregiudizi, di fronte a 400 mila morti a Gaza, direbbe: “Bene, avete fatto un buon lavoro, state liberando la Striscia dalla presenza di selvaggi barbarici che minano la stabilità della più grande democrazia del Medio Oriente.” Ma siccome l’antisemitismo non è mai stato estirpato dal cuore di queste persone che si mascherano come democratici, non applaudono mentre quelli consumano un genocidio. Perché? Che sarà mai un genocidio? Dice: “Sai, abbiamo fatto 20 genocidi; ne hanno fatto uno solo, ne stanno facendo, pure per provare, pure per dire com’è. Se uno non l’ha provato, non l’ha mai fatto, non può neanche dire se è buono o cattivo.” Ne stanno facendo solo uno. Dice: “Sai, avessero fatto il decimo genocidio, guarda, basta questi giorni, uno solo.” E ancora non hanno consumato il primo e già i populisti criticano Israele.

Israele può continuare il genocidio, ma deve farlo con un po’ più di dolcezza. Li può ammazzare tutti, però magari in maniera più rapida, senza prolungare all’infinito questo strazio. Ma dopo il 7 ottobre, le terribili violenze subite dal popolo palestinese non le ha commesse una divinità esoterica che non può essere riconosciuta: sono state consumate da Israele. La guerra è generica, arriva il Dio della guerra: chi è stato? Marte? È sceso Marte, insieme a Zeus, facciamo la guerra”.

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