Moni Ovadia: “ogni abuso contro l’essere umano è un’offesa a ciascun essere umano” sulla guerra Israele palestinesi

Mani Ovadia in una intervista con Alessandro di Battista parla della guerra tra israeliani e palestinesi.” Il problema è capire perché tutto questo è successo e tutto questo è successo come conseguenza di una politica scelerata dei governi israeliani, in particolare di quest’ultimo, che non hanno mai voluto vedere i palestinesi come degli esseri umani.

Non  poteva che finire in questo modo perché non si possono sottoporre esseri umani a decenni di continue vessazioni, di distruzioni, di sadismo, perché dobbiamo capire una cosa quando noi vedendo queste immagini così feroci di giovani e non giovani uccisi per terra portati via con la brutalità per essere usati come ostaggi. È ovvio che siamo terribilmente colpiti perché ogni abuso contro l’essere umano è un’offesa a ciascun essere umano che sente, che abbia sentimenti e quindi quello che abbiamo visto è davvero terribile. Poi io penso anche all’angoscia dei parenti, di coloro che sono stati presi come ostaggi, oltre al fatto degli orrori della morte, adesso c’è tutta l’angoscia che è un’angoscia terribile e chissà come sarà gestita questa cosa.

Questa cosa di usare il termine terrorista perché a qualsiasi persona appartenga a un popolo, a una gente, è razzismo schifoso. Allora, cosa non abbiamo visto perpetrato dall’esercito israeliano contro i palestinesi, distruzioni dei case, arresti amministrativi anche di bambini, checkpoint che rendono la vita impossibile, il movimento impossibile, false promesse e poi il disprezzo di questi governi dominati da un’arroganza ripugnante che dicono apertamente come se fossero, diciamo loro, i padroni del popolo palestinese, non ci sarà mai uno Stato palestinese qui. Questi arroganti che si comportano come padroni e schiavisti che dicono, si permettono di dire quale deve essere il destino di un altro popolo. Da questo punto di vista la condizione del popolo palestinese è la più terribile.

Il profluvio di mediocrità, di viltà, di conformismo è quello di dire siamo al fianco di Israele, non costa niente e ti guadagni punti per essere accreditato nei salotti mainstream, non costa nulla. Israele ha diritto a difendersi. Io domando, forse sono l’unico, tu sei fra i pochi, siamo fra i pochi che fanno questa domanda, e quali sono i diritti dei palestinesi? Non hanno i palestinesi diritto a vivere?

Non hanno i palestinesi diritto a vedere che i loro figli studiano come i figli di qualsiasi altra gente, di qualsiasi altro popolo, no! Non una parola per il popolo palestino, ma non in presenza naturalmente delle atrocità che abbiamo visto, che naturalmente suscitano un moto di solidarietà, ma anche in tutti questi anni, ma anche quando c’erano gli attacchi della polizia israeliana ai musulmani che volevano andare in preghiera. Allora, niente, quattro cronachette da quattro soldi.

Abbiamo una cosiddetta comunità internazionale perché nessuno ha detto ai governanti israeliani, voi dovete rispettare le risoluzioni internazionali, che, rispettate, avrebbero risolto i problemi. Parlo ai governanti, non parlo del popolo israeliano, anche amici palestinesi, però avere una parola di solidarietà con questo popolo, una parola per dire non è civiltà sottoporre un popolo a quelle condizioni di vita. Una prigione a cielo aperto, la Cisgiordania è una scatola di sardine sigillate a Gaza. Io quando studiavo alle medie, neanche al liceo, ho saputo studiando le medie: l’assedio è un atto di guerra.

I governi israeliani raccontano la fabola che si sono ritirati da Gaza, ma dopo essersi ritirato, aver ritirato quel po’ di coloni, cosa hanno fatto? Hanno sigillato i confini, i confini terrestri, i confini sotterranei, i confini marittimi, lo spazio aereo, l’energia, l’elettricità e l’acqua. Questo sarebbe essere se ne andati? E’ una trappola per topi Gaza. L’ONU due anni fa l’ha dichiarata territorio inabitabile, ma nessuno dice niente.

Allora perché ci si stupisce questa esplosione terribile di violenza, quando tu capisci che non hai il minimo di speranza. Parlano, parlano, fanno ogni tanto degli incontri per delle foto opportunity, non hanno mai fatto nulla. Si era arrivati con Rabin, per esempio, agli accordi di Oslo. Perché la comunità internazionale non ha detto ai governanti israeliani siete arrivati ad un accordo? Mettetelo in pratica! Almeno quello! No, nulla.

Per il mondo, per la comunità internazionale, i palestinesi devono vivere come degli schiavi, devono vivere come dei topi, devono vivere nelle condizioni più atroci e questa la chiamano la civiltà occidentale. Questa è la più atroce forma di barbarie. 70 anni  di devassazioni di ogni struttura esistenziale, ma di cosa stiamo parlando?

Io lo so che mi si scatenerà addosso, come si scatenerà un profluvio di criminalizzazioni perché noi cerchiamo di pensare, di farci delle domande, perché per noi gli esseri umani sono uguali. Non c’è differenza tra gli esseri umani per me non cambia, israeliani o palestinesi sono esseri umani, la violenza che subiscono gli esseri umani…

ma non posso rinunciare a pensare, perché se rinunci a pensare criticamente vuol dire che tu sei compito della distruzione di questo mondo.

Sostituiscono il pensiero critico e io te lo manderò, sono molto confortato dall’avere letto un articolo di Ghidon Levy, il grande giornalista israeliano, che proprio con un’analisi puntuale e lucida come fa sempre lui peraltro analizza proprio questo evento dal punto di vista delle azioni dei governanti israeliani che l’hanno provocato e lui è un israeliano, vive in Israele e scrive su un giornale israeliano.

Allora io credo che per quanto è estremamente difficile e anche considerata con disprezzo, magari diranno che siamo complici dei terroristi. Certo. Ecco, io ho dedicato la mia vita a una cultura di minoranza, la cultura ebraca del centro-est Europa. Ma io, dalla vicenda degli ebrei, ho imparato una cosa, una, principale. Si sta con gli oppressi. Si sta con gli oppressi. Mai a nessun titolo con gli oppressori.

Quando continui senza domandarti se quello che faccio è giusto, ma quello che sto facendo è accettabile, è secondo le regole della più comune e della più assiomatiche delle come me, il mio simile è un essere umano come me e io devo nei suoi confronti praticare il rispetto del suo statuto, delle sue titolarità. Se dimentichi queste cose, ecco che ti perdi. Io credo, vedi, che la cosa peggiore che possa capitare ad un essere umano non è quello di essere vittima ma quello di essere carnefice del suo simile. Perché vuol dire che hai avvicato a quello che è il senso stesso dell’appartenere alla specie umana e al suo cammino. Pensa che nel Levitico c’è un verso che dice se trovi l’asino del tuo nemico smarrito prendilo per la cavezza e riportaglielo, cioè persino il tuo nemico deve essere guardato come un essere umano, non come qualcuno che non appartiene al genere umano.

Dopodiché è ovvio questo scatenarsi di violenza anche selvaggia perché nasce da una violenza subita, da una repressione interminabile ma soprattutto da una condizione che non ha la minima via d’uscita né nel presente né in prospettiva.

…E allora ecco che arrivano queste forme anche di violenza selvaggia che sono terribili, terribili, angoscianti, ingiuste però, però sempre bisogna cercare di capire.

Quando si dimentica di fare l’analisi critica del modo in cui vivi sei perso, sei perso, non hai più affermi il tuo statuto di essere umano perché l’intelligenza, la capacità di analizzare e di giudicare criticamente i fenomeni.

Per questi governanti israeliani l’autorità militare palestinesi non sono un popolo, praticamente devono sparire, non si capisce come ma devono sparire. Allora tutti questi governanti sono nascosti dietro un dito, dimenticando che lì c’era un popolo, soprattutto con i suoi giovani, e ce ne sono tanti dei giovani, e si sa che i giovani sono quelli che meno sopportano l’oppressione, le ingiustizie, la brutalità.

Si perde il controllo quando uno reagisce perché ha subito, subito, subito. Perde anche il controllo.

Una democrazia non occupa terre non sue. Una democrazia non sottopone a oppressione, non arresta arbitrariamente le persone che sono sotto la sua responsabilità. Quando si occupa un territorio è tua responsabilità il benessere della popolazione che è sotto la tua occupazione. Allora tutti gli elementi primari è che il mondo occidentale ha deciso che i governanti israeliani devono avere l’impunità a qualsiasi cosa facciano ed è un orrore questa cosa, è un orrore e dall’orrore non può che nascere orrore”.

Qui trovate l’intervista integrale: (https://www.youtube.com/watch?v=vUHgzrTMpMY)

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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