Chiede pace Alessandro Bergonzoni “la bandiera bianca è un inizio e non è affatto una resa. Diamo l’anima, mai le spalle. Lasciamo che sia la bellezza a darci il coraggio, non la paura e le armi a togliercelo”

“La bandiera bianca è un inizio e non è affatto una resa”, denuncia in un recente monologo dal palco Alessandro Bergonzoni.
“Basta confondere pace con buonismo e sogno, bontà con compromesso e debolezza. È l’esatto contrario della resa dei conti, la bandiera bianca.
Il bianco è l’unico colore possibile su cui, cancellati tutti gli errori, si può riscrivere una nuova era, in memoria del futuro, e che fa saltare subito agli occhi, nel bianco, anche una sola lacrima di sangue bambino e da lì da rendimento, resa, risorsa, da risorge, non consegnarsi al nemico ma cambiare il nemico che è l’odio, atavico, travestito da economia, schiava della fidanza. Rendere giustizia ad ogni morto, rendere indietro il mal torto, risarcire dopo il risorgimento e il rinascimento, letteralmente resa, significa restituzione di una cosa avuta, in consegna, e dovuta ad altri, a tutti.
La vita è sacra. Questo è quello che dobbiamo rendere e farlo al più presto. Dal latino opossum, possiamo. Possiamo se noi siamo veramente votati a tutto. che non sono solo quelle che andranno in questa Europa che io chiamo neuropatia perché hai i nervi scoperti. Io li chiamerei altri eletti, li chiamerei europii, destinati a una grande missione, dopo la missione di colpa, un cambio di dimensione per lasciare un amore acceso a tutti quegli uomini spenti da uomini smessi. E fatemelo ridire, non si uccide solo con la mano destra, la sinistra, ma anche con la terza mano. La mancanza, mancanza di visione, di presa in carico, di aiuti, di diplomazia, vera, senza tornaconti per un pil. È finita l’era del torto e della ragione, ambedue marcite. Inizia il ragionamento con tutte le parti in causa, anche se ci fosse il peggior nemico. Vedo l’ora di sentire altri sirene, altri incanti che collegano l’umanità, l’ESA e l’ISA, alla sovrumanità. L’umanità non basta più. Dicono tornati umani, ma bisognava esserlo stati.
Molti stati non ce l’hanno neppure provato e pretendono di poter inviare truppe, missile lunga gittata, non per difesa dei territori ingiustamente invasi, ma per prolungare guelle e aprire la già spalancata certezza atomica che non vede ormai più nessun possibile intervallo ripensamento tra la deterrenza e la scemenza. Molti diranno questo non ha niente a che vedere.
Sapete chi non ha niente a che vedere? Chi ha perso la vista su una mina.
Molti mi dicono che la bandiera bianca non sta in piedi. Sapete chi non sta in piedi? Tutte quelle popolazioni affamate che stanno morendo perché non hanno cibo. Ci dovrebbe essere un giornale che pubblichi tutti i volti degli uomini e delle donne, soprattutto delle donne, che contano di più.
Al mondo dovrebbero però avere milioni di copertine per mettere le foto di tutte le madri, uomini, persone che contano i loro bambini scannati e non riescono nemmeno più a tenere il conto. Tutto implora di fare questo salto quantico, il quantico delle creature, il quantico dei quantici. Questa è la nostra rievoluzione.
Ci vuole un bel coraggio. Bene, lasciamo che sia la bellezza darcelo, non la paura e le armi a togliercelo. Allora diamo l’anima, mai le spalle”.

 

Qui trovate il monologo di Alessandro Bergonzoni

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