“Ciò che le persone dotate di intelletto ed anima devono sforzarsi di fare in questo momento è l’esatto opposto di quello che fanno i terroristi islamici da un lato e i pasdaran filosionisti dall’altro”, scrive Andrea Zhok cercando di riportare alla moderazione, a capire le ragioni dell’altro, azione senza la quale non si potrà mai arrivare a un compromesso di pace.
“Da un lato bisogna evitare a tutti i costi di liquidare la differenza tra terroristi islamici e islamici, tra Hamas e popolazione palestinese, tra estremisti e arabi, ecc. Nonostante la spinta costante di una bella fetta dell’opinionismo filosionista a trattare queste distinzioni con sufficienza e insofferenza, come fossero sottigliezze da filosofi, chi non ha ancora perduto la propria umanità deve sforzarsi di tenere ben salda la differenza.
Similmente bisogna evitare a tutti i costi di liquidare la differenza tra sionisti guerrafondai e cittadini israeliani, tra il governo Netanyahu e il popolo di Israele, tra il suprematismo sionista e l’ebraismo, ecc. Anche qui, tenere ferme queste distinzioni nonostante tutte le pressioni alla semplificazione è indispensabile.
Si tratta di banalità, di mero buon senso, di qualcosa che dovremmo tutti ovviamente riconoscere, e tuttavia è spaventoso vedere come sia facile che l’incendio generato dall’odio possa bruciare in un attimo tutte quelle differenze e creare le presunte condizioni per uno “scontro di civiltà”.
Qui l’unico vero scontro è da tempo solo uno “scontro di inciviltà”.
Qui non si predica una sorta di generica equidistanza.
Di volta in volta ci sono colpevoli e vittime, e di volta in volta bisogna chiarire chi è l’uno e chi è l’altro.
Ma farsi trascinare da giudizi forfettari in un falso e insensato scontro di civiltà da chi vive, comanda e prospera proprio solo di conflitti sarebbe un errore imperdonabile”.
Fonte: https://t.me/andreazhok/312
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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