"Netanyahu ha ucciso Israele, non si riprenderà mai", l'analisi sulle posizione di Usa, Giordania, Iran e Turchia di Scott Ritter

“Il primo ministro Netanyahu ha distrutto Israele, ha ucciso Israele”, denuncia Scott Ritter. “Voglio dire, penso che strategicamente Israele sia finito. Quello che stiamo osservando in questo momento è solo rumore. La cosa fondamentale che dobbiamo esaminare è la fattibilità economica a lungo termine, perché da essa deriva la stabilità sociale, la stabilità politica e la sicurezza militare. Siamo in una situazione in cui Netanyahu ha avviato un conflitto contro Hezbollah. L’Iran ha appena dichiarato che non permetterà di distruggere Hezbollah e non consentirà che si vada in quella direzione. Lo scopo di questo conflitto era far tornare 60.000 israeliani alle loro case nel nord di Israele, ma ora non potranno mai più tornare. Questo non accadrà senza un accordo di pace globale, il che costerebbe a Netanyahu il suo posto, poiché richiederebbe un cessate il fuoco con Hamas, cosa che lui ha detto non accadrà mai. Netanyahu ha sacrificato Israele per la sua ambizione politica personale. Vuole disperatamente lasciare l’incarico con un’eredità da vincitore. Questo è il peccato supremo di un narcisista arrogante, e questo è Benjamin Netanyahu. Ha sacrificato la sostenibilità a lungo termine di Israele perché l’economia del Paese è a pezzi. I 60.000 sfollati non torneranno mai più.

Il porto di Elia è chiuso, e questo costa miliardi. Haifa è sotto attacco e non è un porto efficiente. L’impianto di gas di Ashkelon è stato colpito, creando un problema energetico per Israele. Israele è insostenibile economicamente e socialmente. Politicamente, il Paese è diviso a metà. Prima del 7 ottobre, il presidente israeliano parlava di guerra civile, e quelle emozioni sono ancora forti. Tutto questo è colpa di Netanyahu. Ha distrutto Israele, la sua sostenibilità a lungo termine, e sta sacrificando tutto solo per poter mantenere un’eredità che è già compromessa. Non si riprenderà mai da questo. Sarà sempre ricordato come un genocida, un assassino, un maniaco, l’uomo che ha ucciso Hind Rajab. Lo ricorderò per sempre come l’uomo che ha assassinato una bambina di sei anni che implorava disperatamente aiuto, e non ci sarà mai perdono per questo.

Sono sorpreso di sentire che i giordani hanno fornito difese agli israeliani e se ne sono vantati. Il re di Giordania non è forse su un terreno instabile con il suo stesso popolo? Mi rendo conto che è un monarca con poteri quasi illimitati nel regno hashemita, ma non sta forse rischiando molto nel far agire così il suo esercito?

Non ha scelta. Ha venduto la sua anima a Israele e agli Stati Uniti molto tempo fa. Agisce come un’estensione dell’apparato di sicurezza israeliano. La Giordania è uno scudo per Israele, e uno degli scudi che fornisce è la soppressione dello stato palestinese. Il re di Giordania non sostiene una patria palestinese; teme il popolo palestinese. Sta camminando su una linea sottile, come hai detto, perché le emozioni nella regione supportano la Palestina. Sua moglie è palestinese, ma alla fine farà ciò che è condizionato a fare. La sua risposta pavloviana è eliminare le minacce a Israele, cosa che la Giordania è in grado di fare. I suoi missili hanno abbattuto uno, due o tre missili iraniani, e uno dei detriti è atterrato in un villaggio palestinese, uccidendo un abitante. Il re di Giordania è ampiamente disprezzato sia dal popolo palestinese che dal suo stesso popolo e nel mondo arabo, perché si è venduto a Israele molto tempo fa.

Biden ha recentemente definito l’Iran “sconfitto e inefficace”. “Alcune parole sull’attacco missilistico iraniano contro Israele oggi. Su mia indicazione, l’esercito degli Stati Uniti ha supportato attivamente la difesa di Israele, e stiamo ancora valutando l’impatto. Ma per quanto sappiamo ora, l’attacco sembra essere stato sconfitto e inefficace”.

Questo testimonia la capacità militare israeliana e quella dell’esercito statunitense. È anche una prova dell’intensa pianificazione tra Stati Uniti e Israele per anticipare e difendersi dall’attacco, che ci aspettavamo.

Le sue parole non corrispondono ai video presentati finora su Telegram, X e in TV. Finché non si potrà fare una valutazione finale dei danni, è difficile dirlo. Un attacco potrebbe essere inefficace se, ad esempio, la base aerea di Vatim fosse stata svuotata di tutte le risorse critiche, e gli iraniani avessero colpito rifugi vuoti. Questo è il classico doppio linguaggio americano: gli Stati Uniti non vogliono che la situazione degeneri.

L’Iran sa che Israele reagirà, e ciò che gli Stati Uniti stanno cercando di fare è creare condizioni per consentire a Israele di reagire con un attacco significativo, ma non tale da provocare una rappresaglia immediata da parte dell’Iran. Netanyahu cerca una copertura politica, e questo sembra essere ciò che sta accadendo.

Non so per quanto tempo questo sotterfugio potrà durare.

Il presidente Erdogan della Turchia potrebbe chiudere i rubinetti del petrolio che vanno a Israele con una telefonata. Ma non è così semplice. La Turchia vuole mantenere il suo ruolo di hub regionale per il gas. Se inizi a spegnere e accendere i gasdotti per motivi geopolitici, non sei più un fornitore affidabile. La Russia ha sempre rispettato i contratti, anche durante il conflitto in Ucraina. La Turchia vuole essere un hub energetico affidabile, e finché non sarà disposta a chiudere il petrolio, la sua retorica contro Israele sarà solo una posa.”

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