Partirà dal Medio Oriente la Terza Guerra Mondiale? Israele continua a fomentare il conflitto

“Mi sembra di capire che ancora pochissimi abbiano intuito quale sia la posta in gioco in Palestina”, commenta Giorgio Bianchi. “Mi sembra di essere un po’ tornato ai tempi della pandemia, quando tutti, e quando dico tutti intendo proprio tutti, pensavano che la gestione emergenziale fosse una questione sanitaria. Oggi, a distanza di mesi, anni, si comincia a intravedere che quell’evento fosse in qualche modo propedeutico all’implementazione di una precisa agenda politica, così come l’11 settembre, a suo tempo, fu utilizzato di fatto per promulgare una serie di leggi liberticide e creare le condizioni per la cosiddetta guerra al terrore, quindi l’invasione dell’Afghanistan, dell’Iraq e poi la stagione delle prime ‘primavere arabe’ e delle rivoluzioni colorate. Ecco, sulla questione palestinese la maggior parte delle persone, secondo me, sta commettendo lo stesso errore: si focalizza sugli aspetti contingenti, gravissimi e clamorosi, per carità, ma che tuttavia non rappresentano ancora il nocciolo della questione.

Vedo, ad esempio, che le puntate di Teleragione sulla Palestina e le trasmissioni di approfondimento riguardano sempre una nicchia di persone, quelle che seguono il conflitto da anni, ma non si riesce in qualche modo ad arrivare a chi, negli anni, non si è mai occupato di questa questione. Io stesso sono una persona che, professionalmente o per interesse, non mi sono mai occupato approfonditamente della questione palestinese: conosco le linee generali, conosco quello che è successo nel tempo, ma non sono sicuramente un esperto del conflitto israelo-palestinese. Se ultimamente mi sono appassionato a questa questione, non è certo perché faccia audience, dato che ogni volta che la tratto c’è il deserto o quasi, e non lo faccio da esperto. Quello che mi interessa è capire cosa si muove attorno a questo conflitto, cosa si prepara, quali sono gli obiettivi ultimi di Israele e dei suoi sponsor, e se Israele a sua volta non venga utilizzato come una pedina per progetti più ampi.

Continuo a trattare la questione, sperando prima o poi di fare breccia e riuscire a spostare l’attenzione, o almeno far considerare questa situazione sotto una luce diversa, così come, all’epoca, passo dopo passo, si riuscì a distogliere l’attenzione dalle questioni prettamente mediche riguardo all’emergenza pandemica e si cominciò a vedere quali erano gli aspetti collaterali. Ma con la questione israelo-palestinese sembra tutto molto più complicato, perché ci sono pregiudizi di fondo. Sono certo che in questo momento il conflitto in Palestina va seguito più di ogni altra cosa, perché se ci sarà un effetto domino, molto probabilmente partirà da lì, non dall’Ucraina, non da Taiwan, non dalle Filippine, ma proprio da Gaza e dalla Cisgiordania.

Se vuoi scatenare una terza guerra mondiale, cosa c’è di meglio di Israele, protetto dal senso di colpa e dall’apparato propagandistico e mediatico più potente della storia? La vera partita è lì, ed è proprio lì che il partito della guerra sta concentrando i suoi pezzi, preparando le sue mosse. Vedo una polarizzazione: chi difende i palestinesi, giustamente e correttamente per ragioni storiche, e dall’altra parte gli islamofobici che attaccano questi soggetti, dicendo che ci si interessa di questa questione perché è un tema “di sinistra”, mentre “di destra” è essere islamofobico e quindi strizzare l’occhio a Israele. Bene, continuate così, continuate a polarizzarvi secondo le solite linee di frattura. Ma presto o tardi vi risveglierete con qualcosa di molto più ampio, perché tutta questa polarizzazione non fa altro che far perdere di vista il vero obiettivo: il conflitto con l’Iran e le sue propaggini in Iraq, in Siria, in Libano e nello Yemen. Un eventuale conflitto di Israele con Hezbollah innescherebbe inevitabilmente la terza guerra mondiale, poiché ci sarebbe un effetto domino incontrollabile.

Vi voglio ricapitolare alcune delle ultime mosse di Israele, quelle più eclatanti: a parte il massacro e il genocidio a Gaza, sotto gli occhi di tutti, ciò che è passato un po’ inosservato, soprattutto nei media mainstream, è che Israele ha attaccato l’ambasciata iraniana a Damasco e il consolato iraniano, provocando 13 morti. Già questo, da solo, potrebbe giustificare lo scoppio di una guerra. È un atto di aggressione contro uno stato sovrano. Gli Stati Uniti hanno assassinato il generale Soleimani, probabilmente in concerto con gli israeliani, e forse anche il presidente iraniano Raisi, ricordate il clamoroso incidente in elicottero? L’unico elicottero che precipita in un gruppo affrontando il maltempo è proprio quello con il presidente iraniano. Dopo ciò che è successo in Libano, capite che questi possono arrivare ovunque e comunque.

Poi hanno tentato una false flag in Libano, con la strage di bambini drusi a Majdal Shams, che si è cercato di attribuire a Hezbollah, quando invece fu un missile dell’Iron Dome a precipitare sul campo di calcio uccidendo i bambini. La popolazione locale si è scagliata contro le autorità israeliane. Inoltre, hanno assassinato il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran, e il leader di Hezbollah, Fuad Shukr, in Libano. Gli israeliani bombardano illegalmente la Siria da anni, con raid settimanali o mensili, e nessuno dice nulla. È chiaro che oggi la Palestina è una zona di interesse di livello mondiale, come ha ricordato Rossella Hamad in un efficace post. Dovreste sapere che la “zona di interesse” era l’area intorno al campo di Auschwitz, dove vivevano civili e le famiglie dei militari impiegati nel campo di sterminio, che sentivano le urla, vedevano il fumo, ma continuavano a vivere come se nulla fosse. Oggi il mondo intero è una zona di interesse intorno alla Palestina: si sentono spari, esplosioni, l’ennesima bomba in una scuola ha fatto strage di civili, ma tutti fanno finta di niente.

Il mio video in cui parlo di Sikorski, il ministro degli Esteri polacco, che parla tranquillamente del sabotaggio dei nostri gasdotti come di un “lavoro eccellente”, ancora gira. L’infrastruttura europea è stata sabotata con l’avallo degli Stati Uniti e nessuno ha detto nulla, non un giornalista ha contattato il ministro polacco per chiedere conto di queste affermazioni. Vi rinnovo l’appello a tenere alta la guardia su ciò che sta accadendo in quell’area: è più rilevante di quanto accada in Ucraina o altrove. Mettete da parte i pregiudizi sul mondo islamico, sui palestinesi, sulle divisioni politiche di destra e sinistra. Ci sono cose più importanti di questa partigianeria da operetta, perfettamente preordinata per mantenere una visione binaria che ci allontana dalla realtà. La posizione giusta è sempre al di fuori del sistema binario: ci sono elementi giusti da entrambe le parti, ma molti conflitti sono creati appositamente per dividere. La questione palestinese riguarda tutti noi. Il nostro mondo è una grande zona di interesse, esattamente come quella che circondava Auschwitz, perché oggi la Palestina è Auschwitz, e gli israeliani sono i carnefici che stanno trascinando il mondo sull’orlo della terza guerra mondiale. Sono strumenti del partito della guerra, e noi dobbiamo appoggiare il partito della pace, dobbiamo stare attenti alle mosse e alle contromosse. Ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli.”

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