“Il fosforo bianco quando entra in contatto con la pelle genera ustioni dal secondo al terzo grado (come si vede nella bambina in video). Inoltre dalle ferite può uscire “fumo”, dal momento che il fosforo può continuare a bruciare anche dopo essere entrato nel nostro organismo”, spiega Roberto Martina di Avvocati Liberi
“Il 5 febbraio 2003, l’allora segretario di Stato degli USA Colin Powell tenne un discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ebbe un grande risalto perché esibendo una fialetta alle telecamere affermò che l’Iraq fosse in possesso di armi chimiche e batteriologiche.
10 anni dopo si rivelò tutto falso ma questa circostanza “giustificò” comunque l’aggressione inopinata degli USA che provocò 250.000 morti e 9 mln di sfollati.
Le armi chimiche (es. antrace, fosforo bianco, Tabun, Sarin e altre) sono vietate secondo la Convenzione del 29 aprile 1997 ratificata da 193 Stati (compresi Russia, Cina e Stati Uniti).
Lo Stato di Israele invece l’ha sottoscritta ma mai ratificata.
Il programma Crisis Response di Amnesty International, tra altre fonti, ha raccolto prove che documentano l’uso di proiettili di artiglieria al fosforo bianco da parte dell’esercito israeliano in aree civili densamente popolate di Gaza già nell’ottobre 2023.
Il fosforo bianco quando entra in contatto con la pelle genera ustioni dal secondo al terzo grado (come si vede nella bambina in video). Inoltre dalle ferite può uscire “fumo”, dal momento che il fosforo può continuare a bruciare anche dopo essere entrato nel nostro organismo.
Per questo e altri crimini, il 26/01/2024 la Corte Internazionale di Giustizia (principale organo di giustizia penale delle Nazioni Unite) ha riconosciuto la plausibilità dell’accusa di genocidio in capo a Israele ordinandogli di adottare misure per fermare il genocidio. La risposta di Israele è stata la accusa di antisemitismo ricolta ai giudici della Corte; la solita reductio ad hitlerum insomma. Il 24/05/2024, stante il peggioramento delle condizioni umanitarie di Gaza, la stessa Corte ha chiesto il mandato di arresto per Netanyahu, mandato ancora inevaso.
E’ senz’altro vero che i fatti del 7/10/2023 qualificano Hamas (chiesto l’arresto per 3 suoi leader) ma sono oggi ancora più attuali le parole di G. Andreotti “Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da 50 anni nessuna prospettiva da dare ai figli, sarebbe un terrorista”.
Riempie di sdegno e incredulità il genocidio che Israele continua a condurre in spregio alle leggi che le Nazioni si sono date e nonostante le richieste di cattura… eppure la carneficina di Israele contro bambini e civili palestinesi continua indisturbata con la complicità politica e militare a Israele da parte delle democrazie occidentali c.d. “evolute” e nel leggerissimo silenzio dei loro media che nascondono e/o a giustificano l’efferatezza dei suoi crimini.
La posizione dell’Italia non fa eccezione. Il 27/10/2023 infatti si asteneva dal votare una risoluzione ONU per il cessate il fuoco a Gaza e, pochi mesi fa, il 10/05/2024 si è nuovamente astenuta nella decisione per la qualifica della Palestina come Stato membro dell’ONU stessa. Ovviamente queste decisioni di politica estera non sono segno di equidistanza ma di complicità e consenso rispetto all’operato criminale di uno Stato canaglia che rifiuta di conformarsi al diritto internazionale e ai più elementari diritti umanitari; decisioni che aumentano il divario politico già incolmabile tra cittadini senzienti e tutti questi partiti che occupano le ns istituzioni pubbliche.
Difficile stabilire come possiamo interrompere questa carneficina ma possiamo star certi che una preghierina la sera non basterà”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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