“Le piattaforme di social media come Facebook e YouTube hanno assunto compiti di fact-checking. Ciò ha portato alla rimozione di 16 milioni di contenuti e alla diffusione di 167 milioni di avvisi, nonché all’eliminazione di 850.000 video, rispettivamente (Clarke, 2021). Sia Meta (WEF, 2022) che Google, che possiede YouTube, sono partner pubblici del WEF. Il capo dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus (WEF, 2022), il capo del National Institutes of Health, Fauci (WEF, 2022), il fondatore di Meta Mark Zuckerberg (WEF, 2022) e l’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai (WEF, 2022), sono tutti direttamente affiliati al WEF”, scrive Brian Bantugan nel rapporto “The World Economic Forum, ‘The Lancet’, and COVID-19 Knowledge Gatekeeping”
“È stato scoperto che Facebook, Twitter e YouTube “generalmente rimuovono o riducono la circolazione di contenuti che contestano le informazioni fornite dalle autorità sanitarie come l’OMS e il CDC o diffondono false affermazioni sulla salute considerate dannose, comprese informazioni errate sui pericoli dei vaccini” (Clarke, 2021, paragrafo 6). Facebook e YouTube, in particolare, si affidano al Poynter Institute for Media Studies per la verifica dei fatti, secondo Clarke. Poynter gestisce Politifact, il suo gruppo di verifica dei fatti. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è registrato come uno dei suoi “People” sotto il ramo esecutivo, insieme al suo vicepresidente Kamala Harris. Biden è un collaboratore dell’agenda del WEF (WEF, 2022) mentre Harris “ha lanciato l’appello all’azione dell’amministrazione statunitense chiedendo al settore privato di aumentare gli investimenti in alcune parti dell’America Latina” insieme al fondatore del WEF Schwab, secondo Amanda Russo (2021), un collaboratore del WEF che è anche il direttore delle comunicazioni del Crypto Council for Innovation.
La pandemia di COVID-19 non è altro che un campo conteso per quanto riguarda i “fatti”. Un sondaggio dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sui fact-checker ha rivelato “una sovrabbondanza
di disinformazione e prove scientifiche poco chiare” come la più grande difficoltà durante la pandemia di almeno il 70 percento degli intervistati, i più maturi dei quali provengono dalla regione europea (Purnat& Nguyen, n.d.). Quasi la metà degli intervistati (49%) non lavora con professionisti sanitari. Tuttavia, anche i professionisti sanitari hanno inviato messaggi contrastanti, il che ha portato a confusione tra il pubblico (Rubin, Kim e Faulders, 2020). L’OMS è stata particolarmente notata per aver contribuito alla confusione (Edwards, 2020) e Anthony Fauci del National Institutes of Health degli Stati Uniti ha anche rilasciato dichiarazioni contrastanti sull’uso delle mascherine e sullo stato della pandemia (Putterman, 2022)”.
Bibliografia
Clarke, L. (2021). Covid-19: Who fact checks health and science on Facebook? The BMJ, 373(1170). DOI: https://doi.org/10.1136/bmj.n1170.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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