“Il giorno dopo, mercoledì 14 agosto, l’OMS, ormai prevedibilissima, ha lanciato un allarme pandemico internazionale riguardante 16.000 casi di contagio e 530 morti avvenuti nel 2024.
Dobbiamo ricostruire un certo rigore nell’arte e nella pratica medica, per superare il trauma e l’imprinting del COVID. Dobbiamo tornare a essere rigorosi. Prima di tutto, bisogna verificare le informazioni che l’OMS lancia a livello globale senza averle verificate da enti indipendenti. Non sappiamo se i 1.600 casi dichiarati e i 530 morti siano dovuti veramente al vaiolo delle scimmie o ad altre cause”, denuncia Leonardo Guerra.
“Non sappiamo neanche se è vero ciò che dicono, se ci sono davvero questi infettati e questi morti. E’ assolutamente arbitraria la loro dichiarazione, perché non c’è nessun comitato o controllo indipendente. Tedros si sveglia la mattina, convoca gli esperti e poi decide a prescindere. Quindi, neanche gli esperti hanno voce in capitolo. Inoltre, non esiste alcun controllo interno indipendente rispetto alle decisioni che prende. Non sappiamo se i casi siano veri, se i morti siano veramente dovuti al vaiolo delle scimmie o ad altre cause. Non c’è un comitato che verifichi ciò che dice.
Detto questo, anche se fossero verificati, la casistica è prettamente regionale, quindi non ha le caratteristiche per giustificare un allarme pandemico internazionale.
La vaccinazione non ha senso.
Esiste una terapia disponibile in Cina e in Giappone che funziona contro questo tipo di malattia, e sarebbe la soluzione indicata per il 5% delle persone a rischio.
La vera priorità dovrebbe essere chiedere all’AIFA di valutare correttamente questa terapia, come indicato dal professor Raoult, un virologo francese, e metterla in commercio il prima possibile. La terapia è più che sufficiente ed è ciò che serve in questi casi.
È inutile vaccinarsi contro tutto, perché il nostro sistema immunitario risente di tutte le iniezioni di vaccino che facciamo, e in modo molto significativo.
Il tema della vaccinazione di massa sulle popolazioni in generale, anche con l’aiuto della magistratura, deve essere ricondotto a termini di rigore scientifico e di ripristino dell’arte medica, perché non possiamo permetterci di far scoppiare un secondo Covid a ogni allarme.
Dobbiamo essere consapevoli che esiste un’industria delle pandemie.
Questa industria delle pandemie è un’industria globale che va avanti almeno dagli anni 2000, quindi da oltre 20 anni. L’unico approccio che essa sostiene è quello della vaccinazione di massa. La vaccinazione di massa per il Covid e l’Italia sono sempre al centro di queste operazioni internazionali, non solo di tipo sanitario ma anche di altro tipo. Tuttavia, non vorrei disperdermi in mille direzioni. La vaccinazione di massa inizia con un progetto chiamato Children Vaccines Initiative, promosso dall’ONU nel 1990. Ricordo che l’ONU è il capofila dell’OMS, quindi l’OMS è un’agenzia dell’ONU. Entrambe sono organizzazioni non governative, anche se si camuffano da istituzioni. Nessuno dei loro dipendenti è mai stato eletto; sono stati nominati da chi comanda in queste organizzazioni, che sono entità private con fortissimi interessi nei vaccini e nella vaccinazione di massa. Faccio un nome per tutti: Bill Gates. Dove c’è un vaccino, c’è Bill Gates o c’è un Rockefeller, eccetera.
Tornando alla vaccinazione, sono state proposte 10 milioni di dosi per l’Africa, con la giustificazione di aiutare i più bisognosi, ma c’è da fare una considerazione.
La malattia del vaiolo delle scimmie è una malattia nota, il virus è stato isolato nel 1958 e il primo caso umano risale al 1970. È una malattia conosciuta e gestita in Africa, con caratteristiche specifiche.
Cosa voglio dire? Voglio dire che è una malattia cosiddetta autolimitante. Una persona che si infetta in Africa con il vaiolo delle scimmie, in 3-4 settimane, senza fare nulla, se è in buono stato di salute, supera la malattia. Questo vale per il 95% delle persone che si sono infettate finora, esclusa una piccola parte di persone immunodepresse, ovvero chi ha problemi di salute gravi, come tumori, HIV, scabbia o altre malattie sessualmente trasmissibili, che indeboliscono il sistema immunitario, la nostra prima linea di difesa.
Per la tipologia di malattia di cui stiamo parlando, e per il fatto che in Congo, dove il vaiolo delle scimmie è gestito con norme igienico-sanitarie di base e l’adozione di protezioni, il rischio è limitato alla popolazione gay che pratica rapporti sessuali traumatici o alle donne che esercitano la prostituzione. Con la protezione e le norme igienico-sanitarie, si controllano i cosiddetti focolai. Questo è stato confermato recentemente da un medico del Congo, smentendo ciò che Tedros aveva dichiarato il giorno prima.
Non c’è quindi alcun motivo oggi per pensare a una vaccinazione di massa in Africa o per raccomandare un vaccino in altre parti del mondo. Perché? Perché i vaccini oggi disponibili sono tutti sperimentali, autorizzati con procedure di emergenza, e tutti di proprietà americana”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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