Nell'Oms la partnership pubblico-privata funziona a vantaggio dei privati: gli stessi che danno i soldi sono quelli che vendono i vaccini, Giovanni Frajese • PRESSKIT

Da una parte ciò ono i filantropi americani che rientrano in quel 70-80% di fondi che vengono dati dai privati all’OMS, in questo concetto, tra l’altro, che viene portato avanti dappertutto come il modello virtuoso e viene proposto sempre dagli stessi personaggi, parlano di partnership pubblico-privata, che suona benissimo.

Gates l’ha detto molto chiaramente (parlando di vaccini). Non esiste oggi una forma di investimento, probabilmente neanche la guerra, che ti dà 20 volte in un anno quello che tu hai investito se becchi le tempistiche giuste. Voglio dire, è un concetto che ancora oggi rimane abbastanza incredibile.

L’OMS nasce come emanazione dell’ONU, però finanziato dagli Stati, il che vuol dire che ha nel suo massimo interesse quella che dovrebbe essere la salute delle popolazioni di quegli Stati, nel momento in cui deve la stragrande maggioranza dei propri fondi, dei propri stipendi incredibilmente alti, del proprio passaporto diplomatico e di tutto ciò che in qualche maniera si può venire a contatto se si entra a far parte di questo tipo di realtà, non siano collegate, come dicono gli americani, in a string attached, cioè io ti do i soldi ma in realtà non pretendo niente.

Peccato che gli stessi che gli danno i soldi sono sempre le stesse organizzazioni che poi portano, per esempio, alla vendita dei vaccini come unica frontiera per contrastare le pandemie future.

Sono state le stesse organizzazioni che in qualche maniera fin dall’inizio della storia, lo ricordo, hanno per esempio detto che non esisteva nessuna forma di terapia per un virus, come se all’improvviso la conoscenza medica venisse azzerata di colpo perché il virus è nuovo quindi non sappiamo niente, non sappiamo la durata dell’umanità, non sappiamo come trattarlo

i fatto comunque ci troviamo a un bivio perché un’elite transnazionale, chiamiamola così, sta spingendo moltissimo per chi si possa arrivare a un controllo globale centralizzato di quello che accadrà nelle prossime pandemie e che quel potere che in teoria non hanno avuto ma che avrebbero voluto avere ce l’abbiano questa volta finalmente a disposizione.

Il punto è tra l’altro, visto che siamo sudditi o sovrani, la sovranità appartiene al popolo, non mi pare che sia andata così, non mi pare che stia andando così.

Se uno facesse, uscendo dal mio campo, per esempio, facesse un qualche sondaggio sapendo quanti degli italiani, per andare a difendere l’Ucraina in una storia estremamente complicata, nella quale neanche lontanamente entro perché spetta ovviamente a qualcun altro, sono d’accordo, per esempio, di arrivare a una guerra conclamata. Io credo che oltre 9 su 10 direbbero, no, guarda, francamente non siamo disposti a rischiare di avere le state nucleari che ci finiscono in testa per difendere una storia che francamente tanto trasparente non è. Eppure questo non importa a nessuno.

Il popolo ha dimostrato nei fatti di essere suddito proprio quando è arrivato il momento in cui deve dimostrare di essere libero.

Il popolo dovrebbe essere sovrano.

Ricordo ancora oggi che se qualcuno si permette di parlare al popolo,viene definito come populista. Il che significa che non ti viene data neanche la parola… cioè se parli al popolo sei populista, non sei degno di essere ascoltato, perché in realtà chi governa, chi decide, non è affatto il popolo.

Credo che questo punto chiave dovrebbe essere, in qualche maniera, forse è quello più facile da irricolare agli altri, perché si possono avere posizioni differenti su varie questioni, più o meno informati che si sia, perché più tu ti informi, più l’opinione diventa esattamente diametralmente opposta a quella che viene propagandata”.

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