Con la nuova legge non si sarebbero potute pubblicare le ordinanze di custodia del ponte Morandi. Per questo i giornalisti protestano davanti al Parlamento

Perché protestano i giornalisti? Il bavaglio si fa sempre più stretto. Per esempio con la nuova legge fino all’udienza preliminare, di solito ci vogliono anni, non si possono pubblicare le ordinanze di custodia cautelare, anche quelle del ponte Morandi di Genova.

“Oggi le ordinanze di custodia cautelare potevano essere pubblicate per stralci”, spiega Alessandra Costante. “Nell’inchiesta sulle autostrade, una grande inchiesta, 25 indagati. Di questi 25 indagati si è potuto dire per quale motivo sono stati indagati e sulla base di quali gravi indizi è stata disposta la loro carcerazione preventiva. Invece adesso? Adesso questo non sarà più possibile. La ordinanza di custodia cautelare, che non è un atto segreto, non sarà più pubblicabile. L’ordinanza di custodia cautelare è un provvedimento, è un atto del giudice che l’indagato ha, che l’avvocato ha, però i giornalisti non potranno più darne conto ai cittadini fino all’udienza preliminare, che può anche essere lunghissima. Ma si potrà fare un riassunto. Il riassunto potrà essere fatto complicando molto e andando per supposizioni.

Faccio ancora l’esempio: il Ponte Morandi è caduto portandosi dietro le vite di 43 persone il 14 agosto del 2018. Oggi siamo al 28 dicembre del 2023. Il processo non si è ancora concluso e ci sono alte possibilità che alcune cose cadano in prescrizione. I cittadini di questo non avrebbero saputo quasi nulla.

Pensiamo che la libertà di informazione e la libertà dei diritti sanciti dall’articolo 21 siano diritti che devono essere tutelati in ogni sede.

Torneremo in Europa a chiedere che le leggi che stanno limitando l’articolo 21 della Costituzione, il diritto di essere informati, su queste venga acceso un faro da parte dell’Unione Europea. stampa di fine anno, ma ancora un persistente stato di influenza della influenzale della Premier, così ci dicono, non saremmo andati come vertici, quindi né io né il Presidente di Trapani alla conferenza stampa di fine anno, certo non avremmo mai chiesto ai colleghi di disertarla perché è giusto che vadano e chiedano alla Premier, tra le altre cose, perché, per quale motivo questo enorme bavaglio di cui storicamente non se ne sente l’esigenza.

Qualche collega aveva suggerito di aprire un sito all’estero per poter pubblicare tutte le ordinanze di custodia cautelare che non vengono pubblicate, che non possano essere pubblicate in Italia. Guardate, ci stiamo pensando come Federazione Nazionale della Stampa”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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