Non parteciperà alla conferenza stampa di fine anno del premier la Federazione nazionale della Stampa per protesta contro le leggi bavaglio per i giornalisti

La Federazione nazionale della Stampa ha annunciato che non parteciperà alla conferenza stampa di fine anno della premier, espressione di una maggioranza che vuole stringere il bavaglio intorno all’informazione.

Quel giorno, invece, la Fnsi promuoverà una protesta simbolica che coinvolgerà i presidenti e i segretari delle Associazioni regionali, i cronisti e giornalisti tutti. A seguire, il 3 gennaio prossimo sarà convocata la Conferenza dei Comitati di redazione per stabilire la scansione temporale delle azioni che dovranno portare allo sciopero generale, uno sciopero contro la censura di Stato e per rivendicare l’identità e la dignità della nostra professione.

La protesta di Fnsi e Associazioni regionali di Stampa proseguirà fino allo sciopero generale con l’organizzazione di presidi davanti alle prefetture italiane. In queste azioni sarà importante essere affiancati dalla società civile e dalle organizzazioni che si battono per la carta costituzionale e la democrazia.

«Il divieto di pubblicare che secreta le ordinanze di custodia cautelare e i contenuti fino alla fine dell’udienza preliminare rappresenta un provvedimento autoritario gravissimo che non solo colpisce e limita il lavoro dei giornalisti ma soprattutto il diritto dei cittadini di essere informati e rende più indifese le stesse persone private della libertà». Così le giornaliste e i giornalisti della Rete NoBavaglio che rivolgono un appello a direttori di testati, operatori dell’informazione e società civile a unirsi ai cronisti nella mobilitazione contro «l’ennesima legge bavaglio».

Un provvedimento che rappresenta «la conferma dell’attacco all’informazione portato avanti negli ultimi anni dai poteri forti e dalla politica più brutta», incalza NoBavaglio, rilevando che «nel nostro Paese esiste un partito del bavaglio trasversale ai vari schieramenti parlamentari che vuole silenziare l’informazione per poter agire in modo indisturbato e senza avere addosso l’occhio mediatico».

Croniste e cronisti ricordano poi «l’alibi della difesa della privacy, del diritto all’oblio e della presunzione di innocenza del decreto Cartabia» e lamentano: «Si vuole condizionare l’indipendenza dell’informazione. La stessa riforma del reato di diffamazione in discussione in Parlamento non solo non risolve il problema delle querele-bavaglio ma toglie ulteriore autonomia ai giornalisti stabilendo multe onerose e l’obbligo di rettifica senza contradditorio. In questo clima di censura di Stato si contestualizza l’emendamento che proibisce la pubblicazione dei contenuti dell’ordinanza di custodia cautelare fino alla fine dell’udienza preliminare».

Di conseguenza, spiega NoBavaglio, «dal momento dell’arresto fino al processo, all’opinione pubblica per mesi sarà negato il diritto di essere informata su temi importati come la lotta alla corruzione e la lotta alla mafia. Ma non solo: non sarà possibile conoscere le accuse e le prove contestate alla persona finita in carcere. E quindi se si tratta di una reclusione legittima o eccessiva: di conseguenza saranno colpite anche le garanzie a tutela del cittadino indagato o arrestato. Con questo ulteriore atto il “partito trasversale del bavaglio” è riuscito a cancellare il ruolo di garanzia che la libera stampa riveste a tutela di tutti i cittadini, anche di quelli privati della libertà».

Le Rete NoBavaglio, «ancora una volta, è al fianco della Federazione della Stampa italiana e dell’Ordine dei giornalisti e si unisce all’appello rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non firmare questo provvedimento liberticida. La Rete NoBavaglio – concludono croniste e cronisti – aderisce ad ogni forma di mobilitazione contro questo provvedimento e per garantire il diritto-dovere di informare e il diritto dei cittadini di essere informati. Come rete di giornalisti e cittadini ci rivolgiamo ai direttori delle testate giornalistiche e a tutti gli operatori dell’informazione chiedendo di dare vita a una campagna contro tutti i bavagli e di unirsi in una battaglia di civiltà e democrazia che deve creare un’alleanza tra mondo dell’informazione e cittadinanza attiva. Uno Stato davvero democratico dovrebbe favorire la verifica delle informazioni e non ostacolarla. Senza libertà non può esistere una informazione corretta e di qualità e senza informazione la libertà muore».

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

Leggi le ultime notizie su www.presskit.it

Può interessarti anche: La censura Ue arriva prima di 3 grandi eventi: elezioni europee, cessione poteri all’Oms e l’inverno con il ritorno del Covid… un caso?

Può interessarti anche: “Per disinformazione si intende qualsiasi informazione che differisca in quel momento dalle pozioni politiche”, Dott. Robert Malone

Può interessarti anche: Digital Service Act: una norma in bianco che affida la censura a un organismo esterno non eletto, l’analisi di due avvocati

Può interessarti anche: Difendersi dalla censura UE: al primo attacco denunciare e reagire tutti “come veste impazzite”, Arnaldo Vitangeli

Può interessarti anche: Censura sui social: “c’è qualcosa che non va”, si toglie tutto non solo la parte incriminata che non viene neppure indicata

Può interessarti anche: Elion Musk e la censura europea: l’onere di trovare i contenuto di “disinformazione” sono a carico di X

Può interessarti anche: Come la censura ha danneggiato tutti: ha portato politiche autoritarie e informazioni non vere sulla sicurezza dei vaccini

Può interessarti anche: “Il silenzio, la censura ci rende vulnerabili. Ci hanno separato per un motivo”, Andrea Nazarenko

Può interessarti anche: YouTube e la politica di censura contro la “disinformazione medica”: opinioni contrarie all’Oms rimosse

Può interessarti anche: Censura: molestie informatiche a ricercatori non allineati, la denuncia del dott. Didier Raoult

Per non dimenticare: L’Unione Europea censura i media russi Sputnik e RT, e ci priva della possibilità di leggerli

Per non dimenticare: In Europa “la libertà di parola non è illimitata” per tutelarci limitano la “propaganda”, Vera Jourova, vice presidente della Commissione europea

Per non dimenticare: L’Europa censura i social, anche americani. Gli Usa al momento tacciono

Può interessarti anche: “Disinformazione”: sono le stesse piattaforme a documentare la censura, avv. Renate Holzeisen

Per non dimenticare: Bassetti: “chi è contro i vaccini non può e non deve fare il medico”

Può interessarti anche: Censura sui social media: l’Europa è molto più avanti dell’Oms

Può interessarti anche: La censura resta impunita. La denuncia di Avvocati Liberi

Per non dimenticare: UE: nessun accesso agli sms della Von der Leyen, ma plauso al mediatore per la trasparenza

Può interessarti anche: Pfizer e Ursula von der Leyen: spariti i messaggi. “I documenti effimeri non vengono conservati”

Per non dimenticare: “Disinformazione”: sono le stesse piattaforme a documentare la censura, avv. Renate Holzeisen

Per non dimenticare: Canada: Google blocca alcune notizie come test per il disegno di legge sulla censura di Internet

Per non dimenticare: Come è avvenuta “censura surrogata” sui social durante la pandemia: testimonianze alla commissione Usa

Per non dimenticare: Pandemia: la risposta alle proteste della gente è stato il silenzio dei media, una forma di censura

Per non dimenticare: Cancellato ByoBlu da una Wikipedia “libera e collaborativa”. L’enciclopedia on line ignora la tv dei cittadini

Per non dimenticare: Facebook e Instagram cancellano Children’s Health Defense. Censura in azione

Per non dimenticare: Twitter censura la foto di una bolletta di un panettiere tedesco. “Violazione delle norme”

Per non dimenticare: “Chi censura lo fa perché non ha la forza di controbattere. Così usa la violenza!”, Stefano Montari

Per non dimenticare: Liberazione di Auschwitz: così Google e non solo riscrive la storia

Per non dimenticare: “Nessuna manipolazione della storia!” su Auschwitz. Change.org cancella la petizione per la verità

Per non dimenticare: Censura: in Russia non si può parlare di guerra o invasione, solo “operazione militare speciale”

Per non dimenticare: La Lettonia vuole rimuovere i monumenti russi dell’epoca dell’occupazione. Un caso che fa discutere

Può interessarti anche: La politica di censura e del pensiero unico fa calare gli utenti anche sui social

Per non dimenticare: YouTube censura il film sul referendum contro l’invio di armi all’Ucraina

E cos’ può succedere che: L’algoritmo di Facebook censura lo sport della Finocchiona, il salame, lo scambia per un insulto ai gay

Può interessarti anche: Amnesty International denuncia “in pandemia censura e disinformazione”

Le reazioni alla censura: La risposta alla censura al Comitato Ascoltami: in poche ore migliaia di adesioni alla nuova pagina Facebook

Le reazioni alla censura: La rivolta di Lino Banfi alla censura di Facebook: “Ti spezzo il capocollo e te lo metto a tracollo! PORCA PUTTÉNA per tre volte”

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su Sfero: https://sfero.me/users/presskit-quotidiano-on-line

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

Copiate l’articolo, se volete, vi chiediamo solo di mettere un link al pezzo originale.

Altri articoli interessanti

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com