“Non si tratta di una rivendicazione di categoria, ma di una prima breccia a un disegno, un disegno di dominio, un disegno di controllo delle popolazioni, delle masse, che ha uno dei propri passaggi fondamentali nel controllo del cibo”, commenta la protesta degli agricoltori in Europa lo scrittore e analista politico Davide Rossi.
“Se abbiamo ragione e direi che ormai è difficile darci torto, quello che viene portato avanti è un progetto di maggior controllo sulle popolazioni, sulle persone.
È chiaro che l’argomento sanitario e l’auto-sviluppo tecnologico cui siamo stati spettatori in questi anni sono due tasselli fondamentali.
La salute e l’alimentazione sono probabilmente le cose materiali più importanti nella vita dei cittadini per cui se tu attraverso manipolazioni, attraverso pianificazioni centrali, attraverso tutta una serie di politiche che abbiamo visto e portate avanti in maniera violenta in questi ultimi anni, riesci a convincere le popolazioni a consegnarsi anche da questo punto di vista, tu hai aumentato in maniera fondamentale la presa su queste stesse popolazioni.
Io ritengo che questa qui sia una grande occasione per coloro che hanno capito che i pianificatori centrali, qualsiasi colore essi assumano, sono uno dei più grandi iatture.
Quello che noi dobbiamo riuscire a comprendere in questa fase storica è che gli individui, gli imprenditori agricoli, gli industriali, debbono rivendicare l’autogestione, la possibilità loro di sapere cosa è bene per gli individui e per le loro aziende, di smettere di chiedere a qualcun altro che gli risolva i problemi.
I problemi dobbiamo risolverseli da soli.
Questo passa attraverso il rifiuto dell’idea che esistono dei soggetti a Bruxelles, a Washington o anche a Roma, che sono immensamente più intelligenti di noi e che sono in grado di pianificare tutti gli aspetti della nostra vita”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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