Agricoltura: ridurre i fitofarmaci del 50 per cento in sei anni, vuol dire uccidere le nostre vigne, che sarebbero continuamente attaccate dalle malattie

“Ma scusate, ma come si può pensare di ridurre i fitofarmaci del 50 per cento in sei anni, da qui al 2030? Ma significa proprio non avere la minima idea di quello che si fa. L’Italia eccelle in alcune culture, per esempio la vigna, la vigna è da sola il più grande consumatore di fitofarmaci in Italia. Senza i fitofarmaci la vigna sarebbe morta e continuamente attaccata dalle malattie”, denuncia Chicco Testa al convegno Verso una nuova Unione dell’energia?

“Perché dobbiamo sottoscrivere queste cose e qualcuno non cerca di rimettere tutta questa discussione su una linea, un po’  di sano pragmatismo?

 Scusatemi, mi fate vedere per favore qual è l’impatto economico di queste misure, in termini di spesa pubblica, in termini di impatto sui consumatori, in termini di rallentamento, aumento del PIL. Sono tutti dossier che l’Europa sparge a piene mani, ma le valutazioni di tipo economico-sociale alle spalle non ci sono mai. O se sono fatte, sono sempre fatte da quelle due agenzie, che sono sempre quelle che scrivono naturalmente che ci sarà un futuro radioso che poi non si verifica mai.  

I tempi sono lunghi, lunghissimi, secolo probabilmente sì, forse quello che si può incominciare a fare è intanto dirsi la verità e porsi degli obiettivi realistici”.

I report ottimistici che l’Unione Europea emette sono invece una miniera inesorabile di pessime sorprese, quindi forse questo si può aiutare”, conferma l’onorevole Alberto Bagnai.

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