“Ci troviamo di fronte a una clamorosa violazione dell’applicazione di massa di farmaci nell’ambito di una enorme campagna cosiddetta vaccinale, al di fuori della loro indicazione terapeutica”. L’AIFA ha ammesso che nessuno dei vaccini approvati presenta l’indicazione “prevenzione della trasmissione dell’infezione da SARS-CoV-2”, come emerso dopo un accesso agli atti Arbistrium.
“Nell’ambito dell’autorizzazione di questi cosiddetti vaccini COVID-19, la Commissione Europea, sulla base del parere dell’EMA, cioè dell’autorità del farmaco europea, ha chiaramente indicato che l’indicazione terapeutica non era quella della prevenzione dell’infezione da virus e, quindi, della contagiosità delle persone trattate con esso, ma, infatti, e io dico se mai, solo della malattia COVID-19”, denuncia l’avv. Renate Holzeisen.
“Noi abbiamo in Italia una chiara normativa, che è il Decreto Legge numero 23 del 1998, che stabilisce che il medico, nel prescrivere una specialità medicinale, deve attenersi alle indicazioni terapeutiche. Cioè, nel nostro caso, non avrebbero mai potuto consigliare questi prodotti se non per la prevenzione della malattia. In singoli casi, il medico può, sotto la sua diretta responsabilità e previa informazione del paziente con acquisizione del consenso dello stesso, impiegare un medicinale per un’indicazione o una via di somministrazione diversa da quella autorizzata.
Evidenzio: in singoli casi il medico, non la politica, e non in massa nell’ambito di una campagna vaccinale, tra l’altro ingannando la popolazione con una campagna disinformativa, raccontando il contrario dell’indicazione terapeutica per la quale questi prodotti sono stati autorizzati.
Questo, signori magistrati, va accertato. La clamorosa violazione dell’articolo 3 del Decreto Legge numero 23 del 1998.
Anche questo lo avevo evidenziato sin dall’inizio e spero che, forse adesso, nell’ambito di questa commissione d’inchiesta parlamentare, qualcuno di buona volontà voglia portare all’attenzione questa colossale violazione dei più fondamentali principi del diritto farmaceutico.
Bisogna però dire che ci sono dei responsabili nelle istituzioni che ovviamente devono conoscere questa normativa, e che evidentemente conoscevano l’indicazione terapeutica di questi cosiddetti vaccini COVID-19. Questi responsabili hanno quantomeno permesso che prima il governo e poi il Parlamento, con la ratifica, imponessero persino un obbligo diretto per certe professioni o per gli ultra-cinquantenni e, successivamente, con il Green Pass, anche indirettamente a tutti i cittadini, sulla base della presunta ma inesistente efficacia indicazione terapeutica di questi cosiddetti vaccini nella prevenzione dell’infezione virale e, quindi, della contagiosità delle persone trattate con essi.
La situazione è semplicissima, si può accertare in neanche una giornata, si fa in un’ora.”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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