Report Aifa: decessi per i vaccini Covid l’età media è di 74,6 anni

L’ultimo report Aifa riporta “oltre 140mila reazioni avverse in Italia, di cui 26mila gravi (18,7%) e 971 morti”. Lieta media delle persone decedute è 74,6 anni. Le “Reazioni avverse gravi crescenti in base al n° di dosi, ma 56% dei decessi con prima dose”. I dati sono fortemente sottostimati, evidenziano, comunque che le reazioni avverse gravi crescono al crescere del numero di dosi, mentre i decessi si concentrano al 56% con la prima dose. Problemi anche bambini e adolescenti.

Decessi cosa scrive l’Aifa

Complessivamente, dall’inizio della campagna vaccinale, dopo aver verificato la presenza di duplicati, ovvero di casi per cui è stata inserita più di una segnalazione, 971 segnalazioni gravi hanno avuto esito fatale, indicato al momento della segnalazione o come informazione acquisita successivamente al follow-up, indipendentemente dalla tipologia di vaccino, dal numero di dose e dal nesso di causalità. Di questi, 17 casi sono acquisiti dalla letteratura scientifica e riportano scarsi dettagli anagrafici, che rendono difficile verificare la presenza di altre segnalazioni dello stesso caso da parte di altre fonti e già presenti in RNF.

Il 46% dei casi (n. 442) riguarda donne e il 53% uomini (n. 516), mentre l’1% (n. 13) non riporta questo dato. L’età media è di 74,6 anni e nel 69,0% dei casi il tempo intercorrente tra la somministrazione e il decesso è compreso tra 0 e 14 giorni, non definito nel 8,3% dei casi e con intervallo maggiore di 14 giorni nel rimanente 22,7% dei casi. In 546 casi il decesso è registrato dopo la1a dose,in300dopola2a,in111dopola3a ein14dopola4a.

L’83,6% (812/971) delle segnalazioni con esito decesso presenta una valutazione del nesso di causalità con l’algoritmo dell’OMS, in base alla quale il 59,4% dei casi (482/812) è non correlabile, il 28,0% (227/812) indeterminato e il 9,1% (74/812) inclassificabile per mancanza di informazioni sufficienti. Complessivamente, 29 casi (3,6%) sugli 812 valutati sono risultati correlabili alla vaccinazione anti- COVID-19 (circa 0,2 casi ogni milione di dosi somministrate), tutti già descritti nei Rapporti precedenti. Tali casi, correlabili alla vaccinazione anti-COVID-19, sono riferiti a donne in 15 casi e a uomini in 14 casi, con un’età media di 66,7 anni, mediana 76 anni.

Il vaccino Comirnaty è indicato come farmaco sospetto in 13 casi, il vaccino Spikevax in 4 casi, il vaccino Vaxzevria in 11 casi e il vaccino Jcovden in 1 caso. Quattordici casi erano riferiti a eventi occorsi dopo la 1a dose di vaccino, prevalentemente dopo vaccini a vettore adenovirale (12 casi); 13 casi venivano segnalati successivamente alla somministrazione della 2a dose di vaccino a mRNA e 2 casi a seguito della 3a dose (1a dose booster), uno dei quali con vaccinazione eterologa ma con vaccino della stessa classe (mRNA).

Qui trovate il report completo: https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_14.pdf

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