La relazione integrale di Osa Polizia in Commissione Covid: “Trieste pagina buia della democrazia Italiana, incentivi e straordinari per mantenere l’ordine pubblico, scollamento tra emergenza e costituzione dilagato di pari passo con il virus”

“Noi siamo la voce di centinaia di poliziotti ed esporre tutto in dieci minuti, le posso garantire, è difficile, perché non basterebbe un anno intero per raccontare cosa è capitato alle forze dell’ordine in quel periodo,” ha detto in Commissione Covid lo scorso 19 novembre Antonio Porto. “Per essere più pragmatico e mantenere i tempi, illustrerò parte della mia relazione in modo da non sforare. Preliminarmente, prendo le distanze dalle dichiarazioni del collega sindacalista udito nella seduta scorsa, perché a noi di OSA preme che emerga la verità e venga fatta giustizia, verità che sembra essere stata persa di vista durante gli albori del periodo pandemico e successivamente. Con spirito critico, tanti di noi si sono chiesti se il proliferare senza controllo di circolari e dispositivi fosse contrario ai doveri per i quali avevamo giurato e in contrasto, illegittimo rispetto a quelli che sono i principi costituzionali. Oggi possiamo affermare, ancora con più forza, suffragati da numerose sentenze dei tribunali aditi, che molte di quelle disposizioni limitative della libertà altrui erano illegittime, e conseguenzialmente tutti coloro che sono stati sanzionati alla luce di quegli obblighi surrettizi sono stati assolti, e di questo produrremo poi delle sentenze.

Nasce pertanto in me, quale rappresentante di OSA Polizia e di tutti gli iscritti a OSA Polizia, l’esigenza di dover chiedere scusa a tutti i cittadini italiani per quanto hanno subito in quel periodo per opera e per volere delle loro istituzioni governative, perché appare chiaro oggi che l’incontrollata emanazione di provvedimenti amministrativi governativi ha sconfinato nell’eccesso di potere e nella violazione contestuale dei diritti costituzionali inviolabili, limitabili solo a date condizioni per riserva di legge. L’iniziale scollamento tra emergenza e Costituzione ha dilagato di pari passo con la diffusione del virus, in un crescendo di produzione di ordini eccentrici e sproporzionati, che all’atto della loro esecuzione hanno generato una vera e propria frattura tra le forze dell’ordine e il popolo.

Emblematico è ciò che è accaduto a Trieste il 18 ottobre 2021, quandoidranti della Polizia di Stato sono stati utilizzati contro inermi manifestanti seduti in preghiera. Tale fatto costituisce l’apice di una pagina buia della storia della democrazia italiana, perché non si conosce ancora, né pare interessi a nessuno, sapere chi diede l’ordine di usare la forza contro un dissenso talmente pacifico e simbolico che avrebbe meritato di sicuro la levata dei caschi e non certamente la carica.

La situazione che si era delineata sul territorio nazionale durante il 2020 ha dato via a una macchina organizzativa possente che ha permesso di utilizzare tutti gli operatori di polizia, anche quelli degli uffici interni, non deputati al controllo del territorio, utilizzando come incentivi momentanei accessori come straordinario e indennità di ordine pubblico.

Ciò ha permesso di attuare la persecuzione dei cittadini che violavano gli obblighi legati al lockdown. Un capillare controllo del territorio, se fosse stato attuato giornalmente, anche in questo periodo, renderebbe l’Italia un paese più sicuro.

Mentre, da un lato, la situazione pandemica richiedeva più personale per gli anzidetti controlli, dall’altro, lo stesso personale veniva impiegato in servizi senza l’adozione di misure precauzionali atte a salvaguardare la salute degli operatori, non solo della Polizia di Stato, e di riflesso quella della collettività. Invece, sono state distribuite mascherine inadeguate, inefficaci e addirittura dannose per la salute dei poliziotti, tant’è che alcune partite sono state oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza. E qui anche vi alleghiamo della documentazione. Non si è provveduto alla distribuzione capillare ed equa dei termoscanner in tutti i presidi di polizia, seppur previsti da apposite circolari. Non si è proceduto ad un’adeguata sanificazione degli uffici e tantomeno dei mezzi di servizio, soprattutto a seguito di accompagnamenti in ufficio di persone fermate o arrestate, con l’ovvia conseguenza della chiusura di alcuni presidi di polizia a causa dell’alto contagio avvenuto tra i dipendenti.

Sempre in riferimento alla tutela della salute e degli operativi di polizia, mi preme depositare innanzi a questa Commissione una relazione a firma di un maresciallo maggiore dell’Arma dei Carabinieri in congedo permanente, riformato per causa di servizio, compromissione cardiaca per Covid-19 contratto a seguito di specifici servizi nel Comune di Codogno nei primissimi giorni della pandemia. Il maresciallo si rende disponibile ad essere audito innanzi a questa Commissione per riferire in ordine a quanto accaduto in quella vicenda. Noi di OSA, per base dalla consapevolezza di dover agire tenendo sempre presente il nostro giuramento, ci siamo dedicati anche ad indagare su molti aspetti di quanto stava avvenendo, con l’ausilio di vittime, professionisti, medici, ricercatori e avvocati esperti, che credo sia opportuno che la Commissione ascolti. Sin dall’inizio abbiamo notato la divergenza tra realtà e quanto comunicato attraverso i media, innescando dubbi sempre più crescenti e pressanti che sono sfociati in una dettagliata denuncia sporta da un esperto di governance sanitaria, di cui l’identità la trovate all’interno della denuncia che noi depositiamo integrale, in cui si illustra e dimostra come in Italia abbiamo riportato un quadro distorto clinico ed epidemiologico, sia a livello interregionale che nazionale ed internazionale.

Questa denuncia è stata depositata alla Procura della Repubblica di Napoli in data 10 dicembre 2021 e ad oggi non si ha più traccia. Il denunciante ha anche proceduto un anno fa a presentare una richiesta in istanza 335 ma non si è avuto alcun tipo di risposta. Un altro episodio che ha destato la nostra attenzione è l’uscita in data 15 aprile 2020 di un documento dell’organizzazione sindacale della Polizia di Stato, STAP, con il quale veniva posto uno specifico quesito al nostro Ufficio per le Relazioni Sindacali, con il quale veniva richiesto un chiarimento alla notizia proveniente da fonti aperte circa un vaccino messo a punto dall’azienda Advent IRBM di Pomezia, unitamente alla Jenner Institute di Oxford University, allo scopo di rendere utilizzabile già il vaccino a settembre 2020 per vaccinare personale sanitario e forze dell’ordine in modalità compassionevole. L’Ufficio Relazioni Sindacali, con data 20 aprile 2020, risponde, negando il possesso di alcune informazioni in merito ad una sperimentazione del vaccino SARS-CoV-2 sul personale della Polizia di Stato, rappresentando come un’ipotesi del genere sia incompatibile con i diritti tutelati dalla Costituzione.

Sappiamo che poi è andato diversamente. Questi fatti vanno collegati con quanto abbiamo appreso dal verbale interrogatorio dell’ex Ministro della Salute Roberto Speranza davanti al Tribunale dei Ministri Roma, a seguito della mia denuncia alla Procura della Repubblica di Roma, presentata unitamente al Comitato Ascoltami, un comitato di danneggiati da vaccino, al Sindacato Finanzieri Democratici, a OSA Italia, di cui a mio fianco c’è qui il Presidente, e all’ex senatrice del MoVimento 5 Stelle, Bianca Laura Granato. Nell’occasione, l’ex ministro Speranza, nell’interrogatorio datato 3 febbraio 2023, ora archiviato, ha confessato come già a giugno del 2020 stava trattando l’acquisto di farmaci che poi sarebbero stati somministrati alla popolazione nell’immediato futuro. Non sappiamo se il Parlamento italiano abbia delegato o poi ratificato l’attività di un Ministro della Salute che confessa di aver creato un cartello di acquisto di farmaci con altri Paesi europei.

Questo credo sia anche un tema che questa Commissione dovrebbe approfondire. Salvo poi cedere le attività alla Commissione europea, impegnandosi in nome e per conto dell’Italia ad acquisti di enormi quantitativi di medicinali ancora da produrre e autorizzare, nonché rinunciando alla contrattazione diretta dell’Italia con le aziende produttive dei farmaci vaccinali da produrre e autorizzare. Ricordiamo che i contratti sono ancora segretati. Ora, è vero che il tema vaccinale non è oggetto della presente audizione, ma si tratta di eventi svolti in piena della prima ondata, anno 2020, periodo di interesse della presente audizione, cioè si sono create le condizioni sociali, giuridiche e organizzative per accogliere l’imminente arrivo di un vaccino salvavita annunciato ancora prima di nascere, quello che ci hanno dovuto far credere. Perciò ci riserviamo di depositare l’interrogatorio integrale dell’ex ministro Speranza quando la Commissione tratterà questo specifico punto. E concludo dicendo che sia OSA Polizia che OSA Italia sono a completa disposizione e pronte a un confronto con chiunque per dimostrare la mole di attività e documenti che abbiamo acquisito.
Presidente: Grazie a lei, è stato supersintetico in realtà. Il nostro lavoro, sul documento, rispetto al documento di interrogatorio di Speranza, è una delle prerogative della Commissione, comunque anche acquisire, formulare acquisizioni documentali e il fascicolo del Tribunale dei Ministri è uno dei fascicoli per cui la Commissione ha già dato corso all’acquisizione, quindi comunque era giusto per, sicuramente entrerà nella documentazione della Commissione.

Porto: Sì, Presidente, scusi, si è concluso con la trasmissione degli atti alla Procura per le altre posizioni, quindi l’indagine oggi è ancora aperta.

Presidente: Quella di Napoli?

No, no, quella di Napoli è scomparsa, è una denuncia dettagliatissima proprio sul quadro che si stava avvenendo in quel momento”

Qui trovate la registrazione della seduta della commissione Covid del 19 novembre 2024

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