Commissione Covid – Giuseppe Conte sulla madre morta in ospedale di Alessia Petralia: “la spingerò anche a interrogarsi se ci fosse stata una qualche possibilità, probabilità maggiore se si fosse vaccinata”

In commissione Covid è stato discusso il caso della madre deceduta di Alessia Petralia dell’Associazione Italiana Vittime del Covid.

Giuseppe Conte è intervenuto direttamente: “Signora Petralia, abbiamo ascoltato, anche io ho ascoltato con grande attenzione la sua testimonianza. Ovviamente, nel rispetto di tutte le sue opinioni e dell’angoscia personale, anche a me colpisce molto questo attacco generalizzato; è anche scesa nel particolare caso che la riguarda, dove addirittura ha fatto delle affermazioni molto gravi, dicendo che i medici, saputo che sua madre non si era vaccinata (eppure siamo al dicembre del 2021, quando ormai i vaccini…), non hanno addirittura voluto – riassumo ma mi corregga, se ho frainteso – interrotto qualsiasi trattamento terapeutico, si sono rifiutati di idratarla, addirittura di prestare cure. Beh, questo, voglio dire, si rende conto, insomma, di una gravità assoluta, perché non solo è un attacco anche molto specifico ai sanitari che evidentemente avevano la responsabilità diretta del caso di sua madre. Ora io non entro nel merito se uno di noi maggiori abbia la sua angoscia e il suo dolore; la spingerò anche a interrogarsi se ci fosse stata una qualche possibilità, probabilità maggiore se si fosse vaccinata, ma sono scelte che non tocca a me sindacare, anche perché chi è di fronte ha voluto una precisa scelta politica quando i vaccini sono stati resi responsabili e ha voluto offrire la libertà alla libera scelta dei cittadini. Non ho mai voluto che fossero imposti o obbligatori. Libertà e responsabilità. È stata questa l’impostazione per cui mi sono battuto, c’è stato poi un passaggio parlamentare in cui questa decisione mi è stata convalidata. Ecco, però, mi permetta di dissociarmi, ripeto, rispetto a quelle sue affermazioni che comprendo dal punto di vista umano per la vicenda personale, ma mi dissocio completamente perché io, personalmente, come tanti altri italiani, siamo stati testimoni di tanti casi in cui si è andati ben oltre la decisione professionale da parte del personale sanitario”.

Il presidente della commissione riprende Giuseppe Conte per il suo intervento: “Dico solo una cosa ai commissari anche per metodo, cioè nel senso che noi recepiamo quello che le persone ci dicono in audizione, cioè gli auditi; facciamo loro le domande, siete liberi di fare tutte le domande, però se tutti commentiamo quello che dicono gli auditi, se lo condividiamo o meno, cioè noi stiamo semplicemente recependo. Poi, se ci sono delle domande, anche nell’organizzazione della Commissione ci siamo detti di fare delle domande. Lo dico perché, altrimenti, chiaramente, ogni commissario mi chiede di commentare o dare un giudizio di gradimento o non gradimento – sono tutti legittimi – su quello che ci dicono gli auditi. Diventa un po’ complesso, perché è chiaro che tanti commissari magari non condividono le affermazioni che sono state fatte, anche perché sono posizioni soggettive. Comunque, chi viene qua, chi viene audito, si assume la responsabilità sempre di quello che dice. Lo dico perché dovremmo fare tante audizioni, e diventa complicato commentare quello che viene detto, ma è giusto domandare, perché tanto quello che poi viene detto viene registrato automaticamente e stenografato. In base a quello che lei ha detto, chiaramente nessuno mette in discussione – anzi, di fronte a un dolore così forte, nessuno di noi mette in discussione le dichiarazioni di chi viene a parlare qui. Però, si renderà anche conto che quando viene messa in discussione una categoria per la quale ognuno di noi ha visto e vissuto il sacrificio enorme anche in termini di vita umana – perché sono stati tanti i medici che hanno sacrificato…”.

“Io l’ho detto tre volte che non parlo di una categoria…”, ribadisce Alessia Petralia.

“Ma infatti, è normale che ognuno di noi chiarisca il proprio pensiero perché, forse, questo pensiero in questo momento viene ascoltato e chiarisce anche, nell’interesse della persona che parla, il pensiero della persona, perché non possiamo uscire da qui con una dichiarazione dalla quale non prendiamo le distanze che coinvolge la categoria dei medici”, ribatte Giuseppe Conte. “Ora, se c’è giustamente stata una negligenza nel caso specifico, io penso che la signora, penso che l’abbia fatto – lo dico da avvocato, non da parlamentare – a seguire le vie legali, perché a qualsiasi paziente che non viene soccorso all’interno di una struttura sanitaria assolutamente bisogna seguire le vie legali. Al netto di una vicenda singola, non possiamo generalizzare, perché abbiamo la testimonianza chiara di medici che hanno fatto turni massacranti in quel periodo, ce li ricordiamo tutti. Ci sono medici che hanno perso la vita per l’esercizio del loro dovere, e in onore e rispetto a loro non possiamo assolutamente generalizzare. Quindi, mi rendo conto che non si commenta, ma di fronte a certe dichiarazioni non possiamo rimanere… ma anche nell’interesse di chi parla”.

“E’ quello che continuo a dire è che mi sembra di averlo specificato tre volte, che assolutamente non l’ho detto, né lo penso né posso farlo, perché nella stessa categoria c’era mia madre. Mi sento di doverlo precisare”, ribatte la rappresentate dell’associazione delle vittime del Covid.

“Perfetto, quindi capisce bene che mi è impossibile condannare un’intera categoria, anche perché sarebbe veramente stupido, cioè è assolutamente inutile”, continua Conte.

“Sono d’accordo, però l’ho già detto tre volte”, ribatte Alessia Petralia. “Volevo precisare che quello che io ho dichiarato sulla situazione specifica di mia madre, cioè del medico che ha dato delle risposte poco felici, tutto quello che ho dichiarato qui è scritto negli atti giudiziari e quindi  saranno gli organi competenti che si occuperanno di questa cosa, non sono io che l’ho detto; sono scritti là, e per quello ho dato testimonianza di una cosa che so perché ha a che fare con me” e offre al presidente della commissione un resoconto delle storie delle vittime del Covid seguite dalla sua associazione. “Io so che ne avrà ricevuti tanti, queste sono le nostre storie. La prego di pensare che non sono tutte uguali perché, se già comincia a pensare che sono persone, siamo già un passo avanti”.

“Dei suoi colleghi stamattina e altre associazioni ci hanno anche loro fornito il riassunto delle storie che comunque sono tutte storie personali, quindi sono tutte rispettabili e importanti perché sono vissute dai familiari delle vittime. La ringrazio.”, conclude il presidente della commissione.

L’audizione della Commissione Covid è stata trasmessa in diretta sulla sulla Tv della Camera dei Deputati (qui il link alla diretta)

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