Spagna e vaccinazioni ai minori: "lede il diritto all'integrità fisica e morale", la corte costituzionale. "Serve consenso informato preventivo dei genitori e del minore se ha la capacità intellettuale di comprendere la portata della decisione" • PRESSKIT

La somministrazione di un vaccino lede il diritto all’integrità fisica e morale (art. 15 CE) dei minori. Lo ha scritto nero su bianco la corte costituzionale spagnola. “Va richiesto il consenso informato preventivo dei genitori e del minore se ha la capacità intellettuale per comprendere la portata della decisione”. La sentenza è stata pubblicata il 6 novembre sulla gazzetta ufficiale di stato. La trovate qui: https://mega.nz/file/25JmWYAa#YQ_IbQIg7EUUD_1A1MAjGOxIgcWq01C9S8tGy_sfFwE

La corte è stata interpellata dopo un lungo dibattimento legale tra due genitori divorziati in disaccordo se sottoporre o meno la figlia alla vaccinazione contro il Covid.

Scrive la Corte costituzionale spagnola (da pagina 16 avanti):

“La richiesta di protezione afferma che c’è stata violazione del diritto fondamentale all’integrità fisica e morale! della “figlia della ricorrente A.M.P., nata il 5 gennaio 2011, perché gli organi giudiziari ne hanno autorizzato la vaccinazione contro il COVID-19 senza aver preventivamente ottenuto il consenso informato dei genitori e della madre stessa, per iscritto e con tutte le garanzie richieste dalla Legge 41/2002, del 14 novembre, che regola l’autonomia del paziente e i diritti e gli obblighi in materia di informazione e documentazione clinica (di seguito Legge 41/2002); e, in secondo luogo, perché gli organi giudiziari non hanno giustificato la necessità del vaccino , né i benefici diretti che apporterebbe alla comunità nel senso espresso dall’articolo 6.1 della Convenzione di Oviedo.
Questa sentenza riguarderà innanzitutto la dottrina generale sul diritto fondamentale all’integrità fisica e morale (art. 15 CE), con l’accento sulla centralità del consenso in campo sanitario, e l’inserimento della vaccinazione, come ipotesi particolare di atto medico o sanitario, in detto dottrina generale. Successivamente verrà analizzato il canone di contrai decostituzionalità applicabile alla vaccinazione dei minori.

A) Evoluzione della dottrina costituzionale.

Fin dal primo momento, questa Corte ha riconosciuto che il diritto fondamentale all”integrità personale, nel suo aspetto di diritto all’integrità fisica, ha una prima dimensione protettiva come diritto della persona alla “sicurezza corporale” (STC 207/1996, del 16 dicembre, FJ 2). Da questa prospettiva, all’art. 15 CE “tutela l’inviolabilità della persona, non solo contro gli attentati diretti a nuocere al suo corpo o allo spirito, ma anche contro ogni sorta di intervento sui beni senza il consenso del proprietario” (per tutti, SSTC 120/1990, di 27 giugno, FJ 8, e 207/1996, del 16 dicembre, FJ 2).
Nelle successive risoluzioni, la Corte ha approfondito tale idea, affermando che, per comprendere che il diritto è stato leso, non è necessario che la lesione si sia consumata, ma che è sufficiente che sussista un rischio rilevante che la lesione possono verificarsi: in questo senso, tra gli altri, SSTC 221/2002, del 25 novembre, FJ 4;732 220/2005, del 12 settembre, FJ 4;62/2007, del 27 marzo, FJ 3, e 160/2007, del 2 luglio, FJ 2).
La nostra dottrina si è avanzata anche nella dimensione positiva del contenuto e della portata della tutela costituzionale del diritto all’integrità personale, interpretando l’art. 15 CE in relazione alla libertà come valore supremo dell’ordinamento giuridico (art. 1.I CE), alla dignità della persona e al libero sviluppo della sua personalità (art. 10.1 CE), e dalla prospettiva più ampia di autodeterminazione sul proprio corpo. Nella STC 154/2002, del 18 luglio, FJ 9, affermiamo che il diritto fondamentale riconosciuto nell’art. 15 CE «conduce un potere negativo, che implica l’imposizione di un dovere di astensione dal compiere atti sanitari» salvo che questi siano costituzionalmente giustificati, e, parimenti, un potere di opposizione alle cure mediche, nell’esercizio di un diritto di autodeterminazione il cui scopo è lo stesso, distinto dal diritto alla salute o alla vita.” Più recentemente, nella STC 19/2023, del 22 marzo (FJ 6), abbiamo dichiarato che questo diritto fondamentale tutela l’essenza della persona come soggetto dotato di capacità decisionale, libero e volontario, essendo violato quando l’individuo è mediato o strumentalizzato, dimenticando che ogni persona è fine a se stessa. Questa stessa concezione del diritto fondamentale è stata ribadita nella STS 44/2023, di 9 maggio, Facebook.
La dimensione positiva dell’integrità personale rafforza l’importanza del consenso informato in ambito sanitario. In questo senso, in STC 37/2011, di 28 Marzo FJ 5 si precisa che “il consenso del paziente a qualsiasi intervento sulla sua-::-,” persona è qualcosa di inerente, tra gli altri, al suo diritto fondamentale all’integrità fisica, alla facoltà:-”
Si tratta di impedire ogni intervento non consensuale sul proprio organismo, che non può essere ingiustificatamente limitato in conseguenza di una situazione patologica. Si tratta di una facoltà di autodeterminazione che legittima il paziente, nell’esercizio della sua autonomia di volontà, a decidere liberamente misure terapeutiche e trattamenti che possano incidere sulla sua integrità, scegliendo tra le diverse possibilità, acconsentendo alla loro pratica o rifiutandole. Sottolineiamo poi anche che «affinché questo potere di consenso, di decisione sugli atti medici che riguardano il soggetto, possa essere esercitato con libertà, è essenziale che il paziente abbia un’adeguata informazione medica circa le misure terapeutiche, poiché solo se ha tale informazione può liberamente prestare il proprio consenso, scegliendo tra le opzioni che gli vengono presentate, ovvero decidere, anche in piena libertà, di non autorizzare cure o interventi proposti dai medici.” [Nello stesso senso, SSTC 37/2011, del 28 marzo, FJ 5, e 19/2023, FJ 6, sezione C), lettera d), i)].
Tale dottrina costituzionale è trasferibile al caso della somministrazione di un vaccino; ed è ciò che affermiamo nella STC 38/2023, del 20 aprile [FJ 4, b)], la prima in cui la Tribuna esamina l’impatto della vaccinazione sul diritto fondamentale all’integrità fisica, pur facendo riferimento alla persona con disabilità. La vaccinazione costituisce un atto sanitario che consiste nell’inoculare nell’organismo umano un “preparato” di prodotti biologici allo scopo di provocare una risposta immunitaria, per cui la sua somministrazione rientra chiaramente nell’ambito dei poteri di autodeterminazione garantiti dal diritto all’integrità personale dell’art. 15 d.C. Si tratta inoltre di un’azione che può produrre effetti collaterali – avversi (indesiderati), anche se statisticamente minoritari, che determinano anche un potenziale rischio per la salute, circostanza che determina anche l’ambito della protezione, che concede questo diritto fondamentale.

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Mente in Italia….

Qui trovate le sentenze della corte costituzionale sull’obbligo vaccinale per il Covid, che dichiarano costituzionale l’obbligo, inammissibile solo se si lavora da remoto per i sanitari e nullo per i militari.

1- Obbligo vaccinale per i sanitari non irragionevole né sproporzionato per la Corte Costituzionale

2- Per la Corte Costituzionale il tampone non può sostituire la vaccinazione per il personale sanitario

3- Pubblicata la sentenza sull’obbligo vaccinale: perché è inammissibile se si lavora da remoto

4 – La sentenza della Corte, contraria alle precedenti, che dichiara illegittimo l’obbligo vaccinale per i militari: La sentenza della Corte Costituzionale che toglie l’obbligo vaccinale alle forze dell’ordine

5- Sentenza della Corte Costituzionale 20 luglio 2023: La corte costituzionale insiste sull’obbligo vaccinale. Irricevibile il ricorso di uno psicologo che lavorava a distanza

6 – Sentenza della Corte Costituzionale 27 luglio 2023 – Corte Costituzionale sull’obbligo vaccinale dei guariti: “valutazione tecnica sulla scorta dei suggerimenti che la scienza specialistica può dare in un determinato momento storico”

7 – Sentenza della Corte Costituzionale 5 ottobre 2023 – Obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori: “scelta non irragionevole nè sproporzionata”, la Corte Costituzionale. Irricevibile il ricorso

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