In quali reati incorrono i sanitari che impongono l’obbligo di mascherine, si va dalla violenza privata all’omissione di soccorso se subordinata a test o indumenti da indossare, avv. Fusillo

“Parliamo di circostanze che hanno delle implicazioni giuridiche piuttosto gravi”, denuncia l’avv. Fusillo. “A molti è capitato, e si è ripetuto più e più volte, che nei reparti si dicesse: “Se non ti metti la mascherina, non ti faccio entrare; se non ti metti la mascherina, non ti curo.” Qui parliamo di reati anche abbastanza seri. Il reato di base in questa situazione è quello di violenza privata. La violenza privata si manifesta nel comportamento di chi vuole costringere qualcun altro a fare qualcosa contro la sua volontà, nel nostro caso indossare la mascherina, costringendolo con la minaccia: “Non ti faccio entrare, non ti presto cure sanitarie.” Se aggiungiamo a questo l’ipotesi di pazienti malati con situazioni di urgenza, si aggiunge anche il discorso dell’omissione di soccorso, perché il medico svolge una funzione professionale e pubblica, soprattutto quando lavora per un’istituzione pubblica, e ha il dovere di salvare le persone e di prestare le cure. Quindi, c’è anche il reato di omissione di soccorso.

Molti mi hanno chiesto: “Ma posso andare avanti con denunce e querele, chiamando la polizia dalla mattina alla sera?” Purtroppo, questa è la situazione. Mi rendo conto che è pesante e può essere faticoso interloquire in modo così duro con queste persone che ormai hanno perso il lume della ragione. Penso che buona parte di questo personale sanitario, ancora attaccato ai feticci del periodo pandemico, non sia più in grado di ragionare in modo razionale. È legato a questo simbolo, la mascherina, che è il simbolo più potente di tutti. Quando andavi in giro e vedevi la gente che non mostrava nemmeno il volto, era una forma di disumanizzazione, perché non avevi più il tuo viso. Noi comunichiamo attraverso le espressioni facciali, anche quelle impercettibili, e attraverso la parola. Quindi, la mascherina serviva anche a questo: a disumanizzare le persone, a farle diventare una sorta di gregge indistinto e mascherato.

È faticoso opporsi, è faticoso scrivere diffide, e magari bisogna rivolgersi a un avvocato come me. Bisogna reagire, fare denunce e chiamare la polizia, ma è importante farlo perché, nel momento in cui si crea una situazione di acquiescenza generalizzata, come quella che abbiamo vissuto nel 2020, 2021 e 2022, il rischio maggiore è che, quando dall’altra parte non c’è più resistenza, siano pronti a fare il passo successivo. Non dobbiamo illuderci che si sia trattato solo di errori tecnici o mancanza di informazione; c’è una precisa volontà di sottomissione della popolazione. L’unico modo per opporsi a questo atteggiamento è disobbedire, come dico sempre”.