“Il Tribunale di Trento ha deciso che le manifestazioni si possono fare, non è compito di chi organizza le manifestazioni far rispettare delle norme che, secondo noi, sono anticostituzionale, il diritto del lavoratore a protestare e a decidere su come tutelare la propria salute. È un precedente importante, adesso aspettiamo il 5 dicembre per vedere se anche la seconda sentenza sarà favorevole a chi lotta, a chi si oppone a questo sistema fatto di mafiosi e massoni”, ha commentato la vittoria in Tribunale Laura Tondini, presidente di Uniamoci Trentino APS, alla prima udienza per il DECRETO PENALE DI CONDANNA art.460 c.p.p. ricevuto con Ezio Casagranda, membro del direttivo e portavoce del sindacato di base CUB.
“Il questore non avrebbe potuto dare quelle prescrizioni perché doveva imitarsi delle prescrizioni di sul luogo e il tempo della manifestazione”, commentano i due avvocati che li hanno seguiti. “La condotta richiesta a Laura e Dezio era inesigibile perché loro non potevano adoperarsi perché gli altri rispettassero le norme in materia di distanziamento e mascherine. Questo è stato il cuore della nostra difesa. La morale è che quando facevate le vostre manifestazioni e si erano rispettate le norme, il diritto a manifestare resta un diritto costituzionalmente garantito, può subire dei limiti ma non quelli che erano stati individuati in questo processo. E’ una buona notizia e la giustizia lo sa”.
Laura ed Ezio avrebbero potuto accettare il decreto di condanna, pagando una AMMENDA di 525 euro. Non lo hanno fatto. Avrebbero chiuso la questione, ammettendo di aver sbagliato a non richiedere alla gente di indossare un simbolo di sottomissione imposto senza giustificazione sanitaria ma con molte implicazioni socio-psicologiche: LA MASCHERINA ERA IL SIMBOLO DELLA PAURA. Serviva la paura per imporre lockdown, coprifuoco e vaccini, misure che hanno minato a fondo l’economia e la salute del paese.
Ora un giudice gli ha dato ragione.
