Gli effetti negativi dell’indossare continuamente le mascherine al lavoro, spiegato dal dott. Helmut Traindl

“I dipendenti sperimentano problemi di salute legati alla maschera: sensazione di caldo, umidità, mancanza di respiro, mal di testa, stanchezza, problemi di concentrazione e svogliatezza generale. Si verificano cambiamenti fisiologici, come un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, mancanza di respiro, compromissione della funzione polmonare e una diminuzione della capacità cardiopolmonare. Ci sono anche problemi come “lenti di vetro che si appannano” e difficoltà di comunicazione dovute al linguaggio confuso”, spiega in un recente studio il Dott. Helmut Traindl.

“La conseguenza inevitabile è che le prestazioni lavorative diminuiscono. Il disagio aumenta nel tempo. Gli impatti sulla salute associati alle maschere aumentano la distrazione. Il calo delle prestazioni psicomotorie può portare anche al mancato riconoscimento dei pericoli e degli errori evitabili. Il rischio di incidenti aumenta.

Spesso è impossibile rispettare le norme relative al tempo di indossamento e alle pause nella vita lavorativa quotidiana. Ciò inasprisce le restrizioni relative alle mascherine.

Limiti e valori guida per l’anidride carbonica nell’aria che respiriamo

Per l’ambiente professionale esistono valori limite definiti dalla legge (concentrazioni massime sul posto di lavoro) nell’ordinanza sui valori limite 2021. Il valore medio giornaliero è di 5.000 ppm (0,5 vol.%) e il valore a breve termine è di 10.000 ppm (1,0 vol.%).

Nel settore privato e scolastico, il valore guida raccomandato del BMLFUW del 2017 è di 1.000-1.400 ppm (0,10-0,14 vol.%). Le concentrazioni di anidride carbonica superiori a 5.000 ppm (> 0,5% in volume) non sono accettabili.

Quando si indossano maschere mediche (maschere chirurgiche), le concentrazioni di anidride carbonica nell’aria inalata sono generalmente intorno o superiori a 5.000 ppm (0,5 vol.%), ma a volte molto più elevate. Quando si indossano le maschere FFP2, il valore MAK a breve termine di 10.000 ppm (1,0 vol.%) nell’aria inalata viene spesso raggiunto o superato”.

Responsabilità del datore di lavoro

Una valutazione del luogo di lavoro deve tenere conto di tutti i potenziali rischi per la salute. Concentrarsi esclusivamente su un possibile contagio, come spesso accadeva in passato, non è sufficiente. Di conseguenza, nella valutazione devono essere inclusi anche i comprovati danni alla salute causati dalle maschere.

Chiunque prescriva l’uso di protezioni per il viso (maschere MNS, mascherine FFP2) è personalmente responsabile civilmente per eventuali danni alla salute che potrebbero verificarsi. Per i dipendenti pubblici e a contratto la responsabilità viene trasferita alla rispettiva persona giuridica”.

Tratto dallo studio: https://fortschrittinfreiheit.de/gutachten-unwirksamkeit-von-masken/

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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