Mascherine dopo l’ordinanza scaduta arriva la circolare del ministero: “termine abbreviato per lettera circolare, è un atto amministrativo, è una comunicazione, non ha valore impositivo”, avv. Fusillo

“Dal 1 luglio nessuno può più essere costretto a portare le mascherine”, spiega l’avv. Alessandro Fusillo. Con la scadenza dell’ordinanza al 30 giugno 2024, l’obbligo di indossare le mascherine è formalmente cessato il 1° luglio dello stesso anno. Tuttavia, fa notare l’avv. Alessandro Fusillo, come “in molti ospedali e molti reparti continua la cosa delle mascherine”, a causa di una nuova circolare del Ministero della Salute. Questa circolare suggerisce ai direttori sanitari di “valutare, di raccomandare l’uso delle mascherine”, ma Fusillo è altrettanto critico verso questo nuovo provvedimento. “Se era inefficace l’ordinanza, figuriamoci la circolare”, afferma, spiegando che una circolare non ha valore legale vincolante. Fusillo chiarisce che “una circolare si chiama così perché è il termine abbreviato per lettera circolare ed è non è un atto amministrativo, è una comunicazione” priva di efficacia normativa. Paragonandola a una semplice lettera, sostiene che una circolare ha “la stessa efficacia di una lettera”, dunque non può obbligare legalmente i cittadini a conformarsi alle sue indicazioni.

Nonostante la persistenza dell’uso delle mascherine in molte strutture sanitarie, Fusillo invita i cittadini a rifiutare questa imposizione, definendola “un’imposizione simbolica” priva di fondamento giuridico. Secondo l’avvocato, la resistenza a queste misure è legittima e necessaria, dato che non sussiste più alcun obbligo legale che giustifichi l’imposizione delle mascherine dopo la scadenza dell’ordinanza.

“L’ordinanza (del Ministero della Salute italiano) era illegittima in partenza perché le mascherine sono un trattamento medico sanitario, un dispositivo medico sanitario rispetto al quale il ministro non ha nessun potere di imporre l’uso perché i trattamenti sanitari obbligatori purtroppo previsti dalla nostra Costituzione hanno però un limite che è quello della riserva di legge, cioè possono essere disposti.

L’avvocato sottolinea che, purtroppo, la Costituzione italiana prevede la possibilità di trattamenti sanitari obbligatori, ma tali misure devono essere adottate esclusivamente tramite una legge del Parlamento. “Il Ministro non si può inventare una cosa del genere”, afferma Fusillo, evidenziando che un’ordinanza ministeriale non può sostituirsi a una legge.

L’avvocato critica anche la formulazione dell’ordinanza, definendola “molto vaga”, poiché lascia la decisione finale ai direttori sanitari delle varie strutture, creando una situazione di disomogeneità in tutto il Paese. “Ognuno decideva un po’ come gli pareva e poi ognuno faceva anche un po’ come voleva”, osserva Fusillo, riferendosi alla variabilità delle applicazioni delle regole sull’uso delle mascherine da una struttura all’altra.