“Giustizia inaccessibile e distante” con le ultime riforme del sistema giudiziario, avv. Antonietta Veneziano

“Le riforme del sistema giudiziario che si sono susseguite (da ultimo la Cartabia ne è l’esempio lampante) sono pensate appositamente per incatenare il diritto nelle maglie della procedura e rendere la giustizia inaccessibile e distante”. spiega l’avvocato Antonietta Veneziano di Avvocati Liberi.

“La Corte Costituzionale con la Sentenza n. 156/2023 ha dichiarato inammissibili per difetto di rilevanza le questioni di legittimità costituzionale di cui all’ordinanza di rimessione n. 118/2022, avendo ritenuto insufficiente la motivazione del giudice rimettente sulla propria giurisdizione.

Motivazione che doveva essere “non implausibile, ancorché opinabile”, per consentire alla Consulta l’esame nel merito, e che in realtà era corretta (non potendo il CGA Sicilia rilevare d’ufficio il difetto di giurisdizione ai sensi dell’art. 9 del Codice del Processo Amministrativo) ma che attraverso un artificio tecnico è stata invece ritenuta inesistente.

Vagli di ammissibilità sempre più stringenti esonerano i giudici dal pronunciarsi su spinose questioni di merito che involgono i diritti e gli interessi della popolazione.

E più si salgono i gradini della giurisdizione più la magistratura si trincera dietro complicati tecnicismi e si allontana dalla giustizia sostanziale;
in questi ultimi anni tristi in cui abbiamo assistito al massacro dei diritti fondamentali, le poche pronunce favorevoli alle domande dei cittadini, in cui abbiamo potuto apprezzare ragionamenti logici aderenti alle norme costituzionali e sovranazionali, sono state emesse dai Giudici di Pace e da qualche coraggioso giudice di prima istanza.

Ma ai gradini più alti non si passa, lo sappiamo bene.

Le ultime pronunce della Corte di Giustizia e della Corte Costituzionale confermano questa tendenza, e restituiscono ai cittadini ignari un senso di impotenza e di profonda sfiducia nelle istituzioni giudiziarie.

Carte fondamentali e trattati internazionali, depositari di conquiste giuridiche epocali che hanno visto la consacrazione in legge dei diritti umani naturali, rimangono lettera morta di fronte ai governi che ne fanno strame, a comando dei loro reali padroni, nella tranquillità che i Garanti dei diritti rispondono agli stessi ordini, e sono a loro volta tutelati dalle norme tecniche appositamente congegnate.

L’amara constatazione è che il sistema giudiziario attuale, connotato da un sempre più pervasivo rigore formale, non è in grado di assolvere alla sua funzione di tutela dei diritti, che rimane intrappolata nelle insidie procedurali, ed andrebbe completamente ripensato con riforme rispondenti all’esigenza del popolo di giustizia celere e concreta e non a quello che “ci chiede l’Europa”

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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Qui le sentenze della corte costituzionale sull’obbligo vaccinale per il Covid, che dichiarano costituzionale l’obbligo, inammissibile solo se si lavora da remoto per i sanitari e nullo per i militari.

1- Obbligo vaccinale per i sanitari non irragionevole né sproporzionato per la Corte Costituzionale

2- Per la Corte Costituzionale il tampone non può sostituire la vaccinazione per il personale sanitario

3- Pubblicata la sentenza sull’obbligo vaccinale: perché è inammissibile se si lavora da remoto

4 – La sentenza della Corte, contraria alle precedenti, che dichiara illegittimo l’obbligo vaccinale per i militari: La sentenza della Corte Costituzionale che toglie l’obbligo vaccinale alle forze dell’ordine

5- Sentenza della Corte Costituzionale 20 luglio 2023: La corte costituzionale insiste sull’obbligo vaccinale. Irricevibile il ricorso di uno psicologo che lavorava a distanza

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