“Epidemia colposa aggravata” indagati Conte, Speranza, Fontana e altri funzionari

Indagati per la gestione Covid l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’ex Ministro della Salute, Roberto Speranza assieme ad altri funzionari, tra cui il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, l’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo, l’allora capo della protezione civile Angelo Borrelli e il presidente del consiglio Superiore di sanità Franco Locatelli, e l’allora direttore dello Spallanzani Giuseppe Ippolito.

Le accuse riguardano la mancata istituzione della zona rossa in Lombardia di Alzano e Nembro e il mancato aggiornamento e attuazione del Piano Pandemico che si sarebbe dovuto applicare anche a livello regionale e il conseguente rifiuto di atti di ufficio. Le misure di contenimento nella misure di contenimento nella bergamasca  sarebbero dovute essere messe in atto a partire già dal 26 febbraio, secondo la procura, sulla scorta dei dati di Stefano Merler dell’Istituto Kessler di Trento.

Negligenze e omissioni e dunque una errata gestione dei primi due mesi di Covid sono venuti a galla in oltre due anni di indagini.

“Non è un atto d’accusa” precisano i magistrati in una nota. “Come afferma la stessa Procura, l’avviso della conclusione delle indagini preliminari non è un atto di accusa bensì un atto di garanzia per l’indagato, che viene messo a conoscenza degli atti di indagine e posto nelle condizioni di esercitare la propria difesa chiedendo l’archiviazione”, ha sottolineato l’ex assessore Giulio Gallera.

Le ipotesi di reato

Epidemia colposa aggravata è l’accusa per la mancata zona rossa di Alzano e Nembro per Giuseppe Conte, il governatore lombardo Attilio Fontana, alcuni membri del Cts, tra cui Agostino Miozzo, Silvio Brusaferro, l’ex capo della prevenzione del Ministero della Salute Claudio D’amario e l’ex segretario generale Giuseppe Ruocco e l’attuale responsabile delle malattie infettive Francesco Maraglino.

Omessa istituzione o rinnovo del comitato nazionale per la pandemia è l’accusa per gli ex Ministri della Salute Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin.

Rifiuto di atti di ufficio Il rifiuto di un atto d’ufficio si verifica non solo a fronte di una richiesta o di un ordine, ma anche quando sussista un’urgenza sostanziale, impositiva del compimento dell’atto, in modo tale che l’inerzia del pubblico ufficiale assuma, per l’appunto, la valenza del consapevole rifiuto dell’atto medesimo.

Un “ringraziamento” alla Procura di Bergamo arriva dall’associazione dei familiari delle vittime dopo la chiusura delle indagini. “I magistrati hanno individuato responsabilità precise nella gestione della pandemia che coinvolgono il settore politico e istituzionale. Da sempre ci siamo battuti per i nostri cari nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Questa decisione non ci restituisce i nostri cari ma onora la loro memoria”.

“È una buona notizia? Non ne siamo sicuri, il rischio è che prima di ulteriori indagini e, soprattutto con la motivazione della mancata zona rossa ulteriore (!!!), ne vengano fuori immacolati e senza poter più indagarli per lo stesso reato sulla gestione pandemica. Come è stato un boomerang andare in corte costituzionale contro l’obbligo vaccinale. Vedremo”, il commento di Giubbe Rosse.

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Qui le sentenze della corte costituzionale sull’obbligo vaccinale per il Covid, che dichiarano costituzionale l’obbligo, inammissibile solo se si lavora da remoto per i sanitari e nullo per i militari.

1- Obbligo vaccinale per i sanitari non irragionevole né sproporzionato per la Corte Costituzionale

2- Per la Corte Costituzionale il tampone non può sostituire la vaccinazione per il personale sanitario

3- Pubblicata la sentenza sull’obbligo vaccinale: perché è inammissibile se si lavora da remoto

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4 – La sentenza della Corte, contraria alle precedenti, che dichiara illegittimo l’obbligo vaccinale per i militari: La sentenza della Corte Costituzionale che toglie l’obbligo vaccinale alle forze dell’ordine

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