Id digitale: “Rischi di esclusione, emarginazione e oppressione”, raccontati direttamente dal Wef, World Economic Forum

Ecco cosa scrive il World Economic Forum sull’identificazione digitale e i Rischi di esclusione, emarginazione e oppressione nel suo ultimo rapporto del giugno 2023, Reimagining Digital ID. Gli dedica un apposito paragrafo: “Rischi di esclusione, emarginazione e oppressione”

Ecco cosa scrivono:

“Forse i maggiori rischi derivanti dall’identificazione digitale sono l’esclusione, l’emarginazione e l’oppressione.

Come ha sostenuto Privacy International, i potenziali rischi sociali dell’ID digitale sono grandi; potrebbe consentire la discriminazione e l’esclusione e amplificare le forme esistenti di discriminazione, esclusione e disuguaglianza. Queste sfide non si limitano a paesi a reddito medio, ma sono prevalenti in molte giurisdizioni. Infatti, circa 21 milioni di americani non possiedono un documento d’identità ufficiale.

Diversi rapporti hanno individuato un legame tra la mancanza di un documento d’identità ufficiale e l’esclusione dalla piena partecipazione nella società.

L’identità è, per sua stessa natura, esclusiva. Spesso si tratta di membri di gruppi storicamente emarginati che affrontano le forme più dure di esclusione.

La maggior parte delle persone digitalmente escluse in tutto il mondo sono donne.

Nei casi in cui vengono raccolti dati sensibili, vi sono anche rischi di emarginazione e oppressione, con l’utilizzo della carta d’identità per facilitare l’identificazione, la sorveglianza e la persecuzione di individui o gruppi.

Inoltre, anche se un programma è progettato con l’inclusione come obiettivo o requisito esplicito, le implementazioni possono incontrare difficoltà di consenso forzato derivante da squilibri di potere. In effetti, imporre l’inclusione non affronta necessariamente il rischio che i malintenzionati utilizzino i dati in modo dannoso.

Man mano che un sistema di identificazione si espande, le conseguenze della mancata partecipazione possono diventare così gravi da rendere effettivamente inevitabile la registrazione.

Quando l’accesso a un bene o servizio è condizionato dal possesso di una forma di ID, e quell’ID è diffuso, gli individui possono essere effettivamente costretto a ottenere tale forma di identificazione, anche se non vi è alcuna base giuridica per richiederlo.

Allo stesso modo, per le popolazioni prive di alfabetizzazione digitale, potrebbe essere impossibile ottenere un consenso informato significativo. Le parti interessate devono esaminare criticamente i benefici ei rischi di un sistema di identificazione e agire di conseguenza.

Sebbene le possibili caratteristiche dell’identificazione decentralizzata come la divulgazione selettiva possano offrire agli individui maggiori opportunità per ridurre le informazioni-condivisione, più ampie considerazioni sociali, economiche e politiche possono rendere di fatto impossibile la mancata registrazione. Mentre molti dei suddetti rischi sono un prodotto di dinamiche sociopolitiche, alcuni possono essere mitigati dalla tecnologia, dalla politica e dalla governance”.

Lasciamo ai nostri lettori i commenti.

Qui trovate il rapporto WEF del giugno 2023, Reimagining Digital ID: https://www3.weforum.org/docs/WEF_Reimagining_Digital_ID_2023.pdf

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

Leggi le ultime notizie su www.presskit.it

La storia ritorna per analogia: Id digitale: al posto di nome e cognome ci sarà un codice … numeri, invece di persone

Può interessarti anche: Identità digitale europea e “vuoto legale per dichiarare una emergenza”, denuncia l’avvocato Philipp Kruse

Per non dimenticare: Green pass: “validità tecnica di ulteriori 540 giorni” con l’identità digitale UE ha un senso, Avvocati Liberi

Anche in Italia: L’identità digitale è in Gazzetta Ufficiale

Non dimenticate: Identità digitale: “una volta firmati, gli accordi diventano legge vincolante e vengono attuati”, Fernando López-Mirones

Può interessarti anche: I sistemi di identificazione digitale possono “Aprire la strada per l’inferno”, Center for Human Rights and Global Justice della New York University

Può interessarti anche: Sistemi di identificazione digitale: troppo carente la ricerca sulle violazioni dei diritti umani

Può interessarti anche: Chi è il primo ministro inglese e cosa c’entra con l’Aadhaar, sistema di identificazione digitale biometrico indiano

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su Sfero: https://sfero.me/users/presskit-quotidiano-on-line

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

Altri articoli interessanti

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com