“La sessualità, quando è portata all’estremo, funziona”, ha spiegato Paolo Cassina a San Martino Buonalbergo al convegno di La Gente come noi. “Per esempio, qualche anno fa sono stato, penso, la persona che indirettamente ha riportato alla fama Rocco Siffredi. Rocco Siffredi era un pornattore dimenticato; non aveva più la forza di fare l’attore e si dedicava alla regia. Mi è stato offerto di fare un servizio per una trasmissione, chiaramente riguardante il mondo della notte, perché era “Lucignolo”, su Rocco Siffredi. Mi hanno scelto perché ero abbastanza bravo a realizzare quel tipo di contenuti. Ho realizzato un servizio di 30 minuti su Rocco Siffredi.
Sono stato un giorno, 12 ore sul set di un film porno con Rocco Siffredi. L’indicazione che ci è arrivata dalla regia è stata quella di fare un’intervista a Rocco Siffredi nudo, con il pene fuori, perché secondo loro funzionava. E loro erano tutti contenti del risultato che ho portato. Io all’epoca chiaramente non consideravo ancora questi aspetti; parliamo di più di dieci anni fa.
Però questa cosa funziona, e noi dobbiamo cercare in qualche modo di smontarla e far sì che non funzioni più. Ci fanno credere che questa cosa sia necessaria, che funzioni, che abbia presa sull’audience, sui ragazzi.
Ricordo che questo servizio ha rilanciato questa persona, rendendola famosa. Tre mesi dopo questo servizio, Rocco Siffredi si è riciclato ed è andato all’Isola dei Famosi; successivamente ha fatto una docu-fiction, penso su Netflix, e ora fa pubblicità in televisione. Dobbiamo fare in modo di smontare questa narrazione e di riportare alla sessualità naturale, che ci riporta alle emozioni più vere e non finte. Io sono chiaramente contro questa ideologia gender portata all’estremo. Porto un’altra esperienza che ho avuto qualche anno fa: lavoravo per Le Invasioni Barbariche, una trasmissione condotta da Daria Bignardi che adesso non esiste più. Anche lei, cercando di essere progressista, mi ha mandato a fare un servizio.
Se non sbaglio, era a Ferrara, e sono rimasto veramente traumatizzato da quello che ho visto. Erano argomenti e innovazioni sentimentali di grande portata. Ho realizzato un servizio su una coppia gay che aveva utilizzato una madre surrogata negli Stati Uniti. Hanno fatto un accordo con questa madre surrogata, e questi bambini vivevano in una condizione per me totalmente surreale perché erano voluti solamente da un genitore; l’altro non ne voleva sapere ma aveva accettato la volontà del partner. Ho passato tre giorni con questa famiglia, che era totalmente scollegata da quella che era una famiglia normale.
Secondo me, quella non era una situazione naturale, nonostante venisse presentata come un’innovazione e un allargamento della famiglia. Ho avuto la percezione sul campo che fosse totalmente innaturale, e credo che dobbiamo tornare a una sessualità normale, alla famiglia tradizionale. Questo è quello che penso. Se vogliamo anche politicamente aiutare la famiglia, è stato fatto ben poco in questi anni, mentre ci sono state convenzioni per aiuti e per fare figli in questo modo”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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