Si chiama Austin Killips, ha 27 anni, e si identifica come transgender. E’ uno sportivo, e batte le donne, lui che è biologicamente uomo, ma si sente donna.
Per le donne è una sconfitta quasi sicura, sicuramente partono svantaggiate. Un uomo biologico ha una forza fisica superiore alle donne e le batte facilmente. Dov’è finita l’etica e lo spirito sportivo in questa selvaggia difesa di chi sente di non appartanete al corpo in cui è nato? Servirebbe un regolamento nello sport, che non permetta agli uomini, anche se si sentono donne, di garaggiare contro delle donne biologiche, se proprio si deve si crei una categoria a parte. Partire avvantaggiati fisicamente, non per allenamento, ma per sesso, definito dalla nascita biologica, è poco etico, poco sportivo e poco corretto. In questo non c’è nessun giudizio su cosa una persona si senta o voglia fare del proprio corpo è una constatazione realista e un salto indietro nelle lotte femministe.
Austin Killips ha vinto nella categoria femminile di un tour ciclistico in North Carolina. la sua ultima impresa, con cinque minuti di vantaggio sul 2°
Killips, un maschio biologico, gareggia in eventi di ciclismo femminile dal 2022: è riuscita rapidamente a stabilire un vantaggio nella gara di 137 miglia.
Al tredicesimo miglio, Killips era in testa mentre le motocicliste Paige Onweller e Flavia Oliveira si sono dovute accontentare rispettivamente del secondo e terzo posto.
L’atleta trans ha affermato che la sua vittoria è stata dovuta al duro lavoro, dicendo: “È stato solo uno sforzo estenuante. Sono davvero orgoglioso di metterlo là fuori e ottenere il risultato. Mi sono fatto valere e sono stato in grado di recuperare un vantaggio in anticipo.’
‘Abbiamo pedalato tutti insieme per un bel po’ e, sai, ho un background cross e attaccherò queste sezioni di single track più forte che posso e l’ho fatto. L’ho martellato e sono riuscito a stare alla larga.’
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