Chiedono misure concrete per sopravvivere, la revoca della politica green europea, che sta portando al fallimento i piccoli poderi. Sono state segnalate manifestazioni in Spagna, Belgio, Lussemburgo, Germania, Olanda e, per l’Italia, a Pescara e Ravenna e non solo. E’ un vero e proprio assedio quello di Parigi. Gli agricoltori hanno detto che resteranno fono a quando non canbierà la politica, per “ individuare tutte le leve necessarie al riarmo agricolo della Francia e di adottare misure forti per garantire la nostra sovranità alimentare” .
La protesta è arrivata da ieri alle porte di Parigi in Francia e il governo ha schierato 15mila agenti per non farli entrare nella capitale, ma l’aiuto dei tassisti in lotta per le norme sanitarie, è stato fondamentale per la buona riuscita della protesta. l governo francese ha tentato di blandire gli agricoltori con una riduzione della burocrazia statale, ma loro non ci stanno e a differenza dell’Italia con loro combattono anche le associazioni di categoria.
“Oggi lo Stato può abrogare tutte le sovra-recezioni [di direttive europee, ndr] messe in atto o proporre all’Europa che tutti i paesi si allineino ai nostri standard di produzione”, afferma Rémi Dumas. I vari sindacati sono infatti preoccupati per la “concorrenza sleale” praticata da altri Paesi europei, meno attenti alle norme ambientali. “Attraverso il Green Deal, l’Europa sta diventando un po’ troppo verde e sta perdendo di vista l’obiettivo dell’agricoltura: nutrire le popolazioni. Vogliamo un cambiamento del software. Non è una brutta parola dirlo, dobbiamo produrre cibo, senza perdere di vista questo obiettivo di sovranità alimentare”, spiega il rappresentante JA. Di fatto, la Francia vede la sua produzione ridursi e le sue importazioni esplodere.
Di fronte a questa concorrenza sleale, “la sovranità alimentare deve diventare una questione di interesse generale al di sopra di ogni altro obiettivo delle politiche agricole. La sovranità deve essere la bussola per rilanciare la produzione in Francia per soddisfare la domanda alimentare valorizzando l’origine dei prodotti! » dichiarano la FNSEA e la JA, in un comunicato stampa.
Anche se è inconcepibile alcuni decidono di vendere i propri prodotti in perdita per avere liquidità per l’azienda e non fallire. “Non abbiamo sentito alcun annuncio che garantisca che a brevissimo termine nessun agricoltore dovrà vendere i propri prodotti al di sotto del prezzo di costo dei propri prodotti […], ecco perché non è sufficiente”, Laurence Marandola, portavoce del Contadino Confederazione, ha detto venerdì a RTL.
La riduzione della tassazione sul GNR è “un primo passo avanti”, ma non basta per gli agricoltori mobilitati. “Diamo all’agricoltura una visione chiara, prezzi remunerativi e automaticamente i giovani saranno finalmente di nuovo attratti dalla nostra professione”, aggiunge il vicepresidente di Young Farmers.
La Confédération Paysanne, il terzo sindacato agricolo classificato a sinistra, chiede in un comunicato stampa “un reddito dignitoso per tutti gli agricoltori”. ” Noi chiediamo quindi con urgenza una legge che vieti qualsiasi prezzo agricolo inferiore al nostro prezzo di costo e la fine immediata dei negoziati sugli accordi di libero scambio”, annuncia il sindacato, chiedendo in particolare “la fissazione di prezzi garantiti per i nostri prodotti agricoli [e] l’istituzione di prezzi minimi di ingresso nel territorio nazionale”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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