Pensioni italiane simili allo schema Ponzi? La denuncia dell’avv. Fusillo “i pagamenti attuali vanno a finanziare le pensioni attuali e non rimane niente”

Le pensioni italiane sono basate su uno schema Ponzi?  La risposta dell’avvocato Alessandro Fusillo.

“Lo schema Ponzi è una truffa inventata da un famoso truffatore italo-americano, Ponzi si chiamava di cognome. Sostanzialmente che cosa si fa? Si convince la gente che il pagamento avviene nell’ambito di una gestione finanziaria oculata e che poi restituirà prendimento a chi paga e quindi i cittadini malcapitati che sono costretti a pagare contributi pensionistici o tramite il loro datore di lavoro privato o tramite l’INPS per le famose gestioni separate oppure tramite le varie casse professionali cosiddette private che in realtà sono degli enti pubblici anche quelli, la grande illusione è quella di convincere la gente che stanno mettendo da parte dei soldi per assicurarsi la pensione da anziani e soprattutto che stanno mettendo questi denari nelle mani di istituzioni che li gestiscono in modo oculato, che investono, che realizzano delle rendite e che quindi un giorno queste rendite torneranno sotto forma di pensione o comunque di assicurazione contro la vecchiaia, contro gli infortuni eccetera eccetera.

Questa è ovviamente una menzogna nel senso che intanto come tutte le gestioni pubbliche, quelli che gestiscono, il primo scopo è quello di riempirsi le tasche loro sotto forma di stipendi, consulenze, impiegati. Di fatto l’Italia è il tipico paese che è di proprietà dei suoi stessi impiegati, di quelli che lavorano per la Repubblica Italiana, quindi è di proprietà di una cassa di burocrati che non a caso guadagna sempre di più, se vediamo gli stipendi pubblici a parte le tante valide persone che fanno veramente il lavoro, poi se saliamo di livello vediamo che i gran commissioni dello Stato, i grandi burocrati guadagnano delle cifre allucinanti.

A parte quindi questa grossa fetta che serve ad alimentare tutta questa cassa burocratica, poi un’altra parte molto consistente di quello che noi versiamo nel fondo delle pensioni non serve affatto per mettere da parte un gruzzolo di cui poi beneficeremo quando saremo anziani, ma serve per pagare i pensionati attuali.

Perché questo? Perché quando è stato inventato il sistema, quello su cui scommettevano gli inventori del sistema, è che ci sarebbe stato uno sviluppo demografico in costante ascesa, nel senso ci sarebbero state sempre più persone, e che quindi in un modo o nell’altro si poteva far sì che i giovani pagassero sostanzialmente le pensioni ai vecchi. Nel fare questo hanno distrutto l’incentivo all’unico vero sistema di previdenza sociale che è la famiglia, cioè una volta è vero che i figli giovani pensavano agli anziani ma nel senso familiare, nel senso che c’era una solidarietà stretta all’interno della famiglia tradizionale dove c’erano i figli che erano una benedizione anche da questo punto di vista perché i figli poi pensavano agli anziani il giorno in cui questi questi non fossero più stati in grado di provvedere a se stessi.

Aver creato un sistema di questo genere, intanto non funziona da un punto di vista finanziario come dicevo, i pagamenti attuali vanno a finanziare le pensioni attuali e non rimane niente, quindi questo ipotetico gruzzolo è immaginario, sta scritto in qualche contabilità ma in non esiste. In più si è creato un disincentivo alla continuazione delle famiglie tradizionali e anche alla filiazione, cioè l’Italia è a crescita zero, a crescita negativa, perché la gente non ha più voglia di avere figli, non ha più voglia di costruire famiglie e uno dei motivi di questo sviluppo è quello dell’esistenza di un sistema di previdenza sociale che dovrebbe essere chiuso domani mattina, non ha nessuna ragione di esistere.

L’amara esperienza che tutti noi della nostra generazione e anche delle generazioni più giovani faremo nel momento in cui si tratterà di andare in pensione tra virgolette è che questi soldi non ci sono fondamentalmente, o forse ce ne saranno ben pochi, tant’è che continuamente si dice dobbiamo ridurre le pensioni, dobbiamo ricalcolarle, di fatto il senso è sempre quello, cioè non ci sono soldi.

E l’altro tema fondamentale è che ci sono moltissime pensioni che sono state calcolate in base a dei criteri finanziari cervellotici. Abbiamo le famose baby pensioni, cioè gente che è andata in pensione con 11 anni, 6 mesi e un giorno di lavoro, questa cosa è stata possibile fino a una certa data. Ci sono tutte le pensioni cosiddette retributive in cui il calcolo viene fatto in modo virtuale su determinati anni di lavoro indipendentemente da quello che è stato pagato in questa ipotetica gestione e quindi su molti pensionati il disequilibrio finanziario è totale. Poi da una certa data in poi, dal 1996 con le riforme di Dini, le pensioni sono diventate contributive, come si suol dire, cioè ipoteticamente ci sarebbe questa situazione in cui chi versa accumula i soldi sul suo conto e poi prenderà una pensione conforme a quello che ha versato, ma è un artificio contabile, questa cosa non esiste in realtà, è una delle tante enormi colossali truffe e prima o poi i sistemi pensionistici di tutti i paesi europei arriveranno al collasso perché sono assolutamente in disequilibrio finanziario e per questo dico è uno schema Ponzi, tutti i soldi che vengono pagati alle varie istituzioni pensionisti che sono letteralmente buttate dalla finestra dal punto di vista di chi li paga.

L’unica consolazione potrebbe essere quella di altruismo, nel senso di dire che pago perché sto pagando le pensioni agli anziani attuali, magari compreso mio padre, compresa mia madre e così, Non bisogna farsi illusioni che questi pagamenti comporteranno un qualsiasi vantaggio per quelli che li stanno facendo ora. Si vedrà quando andranno in pensione se saranno rimasti dei soldi, se ci sarà ancora qualcosa e su questo magro bilancio magari si riuscirà a fare qualche suddivisione”.

Qui trovate l’intervista completa all’avv. Fusillo: https://www.youtube.com/watch?v=rrJLPvjUrFE

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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