Pensioni di invalidità civile parziali: per i disabili è impossibile vivere

“Bisogna intervenire sulle pensioni di invalidità civile parziali che sono tra le più basse D’ITALIA…..Per molti disabili è impossibile vivere con una pensione di circa 324,24€ al mese”.

Pubblichiamo l’appello del gruppo UGUALI SEMPRE guidato avv Isabella Cusanno.

“Già erano pochi prima della pandemia del covid-19 esattamente nel 2019 poi per dare il colpo di grazia ci mancava la guerra in Ucraina per far aumentare tutti prezzi !!!!!!Parlavate di AUMENTARE LE PENSIONI ADEGUANDOLE AL CARO VITA( avevate detto che erano incluse anche le pensioni di invalidità civile totali e parziali )Invece nulla di fatto. AUMENTO PENSIONE INVALIDI PARZIALI SUBITO.

il gruppo “Uguali per Sempre” ha scritto e indirizzato una lettera aperta al Ministro per le disabilità, Erika Stefani, e al Presidente della Repubblica,  Sergio Mattarella, per far riconoscere l’aumento della pensione di invalidità civile.

A supportare l’iniziativa c’è anche l’avvocato Isabella Cusanno, promotrice della petizione ospitata sulla piattaforma Change.org, che attualmente è stata firmata da oltre 17mila persone.

“Uguali per Sempre” chiedono ai sensi dell’art.50 della Costituzione Italiana che il Parlamento si faccia carico delle esigenze degli invalidi civili ed intervenga legislativamente per adeguare la pensione di cui all’art.38 legge 448/2001 all’importo di 15 mila euro all’anno tredicesima compresa; estendere la pensione di cui all’art. 38, oltre che a tutti i soggetti ivi indicati, a tutti gli invalidi civili a cui sia stata riconosciuta una invalidità pari o superiore al 74%.

Ricordiamo che l’art.38 legge 448/2001 ha previsto un incremento delle maggiorazioni sociali per garantire un reddito mensile fino a € 516,46 per 13 mensilità solamente per le categorie degli invalidi civili totali, ciechi civili assoluti, sordomuti ed inabili al lavoro (art. 2, Legge n. 222/1984) di età pari o superiore a 60, tralasciando come sottolinea “Uguali per Sempre” i soggetti con un’invalidità pari o superiore al 74%. L’art. 38 della Costituzione della Repubblica Italiana statuisce i diritti degli inabili al lavoro: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”, ricorda il testo della petizione.

“E’ evidente, però, che i soggetti invalidi con percentuali inferiori al cento per cento e che quindi, secondo i medici, mantengono una sia pur scarsa capacità lavorativa, capacità che spesso è solo nelle buone intenzioni delle Commissioni Inps, sono nella impossibilità assoluta di mantenersi per impossibilità nei fatti ad accedere al mercato del lavoro, nonostante l’obbligo di assunzione previsto dalla norma, per impossibilità fisica di assumersi il peso di un rapporto di lavoro costante, per la crisi in cui versa il mondo del lavoro diventata ormai cronica e peggiorata negli ultimi tempi. Ma soprattutto sono impossibilitati a mantenersi per l’inadeguatezza di tutte le norme vigenti ad assicurare loro il sostegno necessario”.

“Un corpo sano è sano – si legge nella lettera al Ministro Stefani – se tutti le sue membra sono sane. Se dimentichiamo uno solo dei suoi componenti e li danneggiamo con disprezzo, tutto il corpo è già gravemente ammalato. Noi amiamo questa Italia e la vogliamo sana, forte e civile”.

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