Conte e Speranza interrogati a Brescia, fuori la protesta della gente per le cure vietate, il disastro economico e i danni dei vaccini

Conte e Speranza sono stati interrogati dai magistrati  per la gestione dell’emergenza Covid a Brescia dal tribunale dei Ministri. Non sono entrati dalla porta principale forse anche per evitare la manifestazione delle persone che chiedevano giustizia per i loro cari morti e per i danni da vaccino.

Sono stati interrogati l’aula 17, presidiata dalle forze dell’ordine, come è naturale nel caso di un ex premier e un ex ministro della salute. Conte deve rispondere in per la mancata istituzione di una zona rossa nell’epicentro dell’epidemia. A Speranza viene  contestata la mancata applicazione del piano pandemico.

Conte ha spiegato tutto quello che è accaduto dal 26 febbraio al 6 marzo rispetto alla mancata zona rossa, ha risposto a tutte le domande, noi ci fidiamo della giustizia quindi aspettiamo che i giudici si decidano, confido che finisca tutto presto e bene”, ha continuato il difensore Malavenda. La difesa di Conte si basa sul fatto che in quei giorni i contagi erano altissimi già in altre zone della Lombardia e infatti alcuni giorni dopo (il 7 marzo) si decise di chiudere tutta la Lombardia, e poche ore dopo, tutta l’Italia.

Quel piano era totalmente ininfluente per combattere la pandemia da coronavirus“, ha sottolineato il legale. Speranza a questo punto scarica la colpa su Crisanti, che nella sua consulenza di parte ha messo in luce le mancanze del governo dopo gli allarmi dell’Oms rispetto a una nuova emergenza sanitaria, spiegano in un lungo articolo sul Giornale.

Gli avvocati dei due esponenti del precedente governo hanno dichiarato al termine dell’interrogatorio che i loro assistiti hanno risposto a tutte le domande chiarendo la loro posizione.

Il Tribunale dei ministri, presieduto dalla giudice civile Mariarosa Pipponzi, potrà decidere se archiviare il caso oppure chiedere l’autorizzazione a procedere alle Camere e andare così a processo. La decisone è attesa entro 90 giorni.

Davanti al tribunale si è svolta una manifestazione pacifica su invito dell’avv. Erich Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid19. Hanno chiesto di estendere le indagini a tutto il periodo emergenziale e non solo ai primi mesi del lockdown, onde poter accertare responsabilità e omissioni ed ottenere verità e giustizia. Erano presenti parenti delle vittime del covid, cittadini che ritengono di essere stati danneggiati dalle reazioni avverse da vaccino e si sono sentiti ignorati dalle istituzioni, lavoratori discriminati dall’obbligo vaccinale e imprenditori che hanno visto fallire le loro attività in conseguenza di quella che definiscono un’errata gestione dell’emergenza.

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