Protesta sotto i Carrefour delle grandi città: mantiene “rapporti economici con aziende israeliane attive nelle colonie israeliane illegali”

La protesta popolare contro le aziende che sostengono Israele avanza. Dopo l’app No Tanks, arrivano anche in Italia manifestazioni e boicottaggi contro chi sostiene Israele. Sotto i Carrefour nelle principali città italiane sono state inscenate delle proteste pro palestina. I supermercati del gruppo francese Carrefour hanno aperto negli scorsi anni circa 50 negozi in Israele

“Tutto ciò rende questa multinazionale complice di quanto sta accadendo in quelle terre insaguinate contro il popolo palestinese. Tali rapporti, come denunciato da tempo da alcune organizzazioni umanitarie e media, sono finalizzati sia all’erogazione di servizi funzionali per l’esistenza e il mantenimento delle suddette colonie, del tutto illegali dal punto di vista del diritto internazionale, sia per il sostegno logistico, con la distribuzione di razioni alimentari, all’esercito israeliano a Gaza”

Manifestazioni si sono svolte a Roma, Bologna, Milano, Torino e altre città, “nell’ambito di una più generale campagna di boicottaggio contro quelle aziende complici dell’occupazione illegale della Palestina e del genocidio in atto a Gaza”, ha dichiarato  Giovanni Barnera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista.

“Questa sera il supermercato Carrefour di Via dei Sabelli, nel quartiere di  San Lorenzo, a Roma, è stato circondato da un centinaio di militanti di diverse organizzazioni pro Palestina con striscioni e bandiere per protestare contro la multinazionale francese che continua a intrattenere rapporti economici con aziende israeliane attive nelle colonie israeliane illegali”

“Molti si staranno chiedendo cosa ci facciamo davanti ad un supermercato in sostegno alla Palestina. Dovete sapere che Carrefour non solo ha finanziato e sostenuto le forze di occupazione israeliane, ma gli ha organizzato i buffet, sulle macerie ancora fumanti di Gaza!”, hanno spiegato i manifestanti a Milano.

Lo scopo è quello di promuovere una campagna di sensibilizzazione e di boicotaggio economico di massa come avvenuto, a suo tempo, contro il regime di apartheid del Sud Africa, fino al 1991”.

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