Il plasma dei pazienti guariti dal Covid funziona. Speranza ha bloccato una cura efficace

Lo ha dimostrato una ricerca coordinata dalla Jhons Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora e pubblicata sul New England Journal of Medicine. “Nei partecipanti con Covid-19”, si legge nella ricerca “la maggior parte dei quali non vaccinati, la somministrazione di plasma convalescente entro 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi ha ridotto il rischio di progressione della malattia che porta al ricovero in ospedale”.

Il Governo ha quindi bloccato in Italia una cura poco costosa ed efficace nella cura del Covid, affidandosi quasi esclusivamente ai vaccini per la prevenzione della malattia.

“Sono necessarie terapie ambulatoriali alternative, in particolare in contesti in cui la terapia con anticorpi monoclonali non è disponibile (p. es., nei paesi a basso e medio reddito),4 scarsa o inefficace (cioè, a causa dell’anticorpo monoclonale –varianti resistenti), spiegano gli autori dello studio. “I problemi di sicurezza relativi al plasma convalescente Covid-19 non sono stati identificati nelle popolazioni ricoverate in ospedale. In uno studio, il plasma convalescente Covid-19 ad alto titolo somministrato subito dopo il ricovero ha ridotto l’incidenza di decessi per Covid-19 del 50% (…) In generale, risultati migliori sono associati alla fornitura di plasma ad alto titolo entro pochi giorni dall’insorgenza dei sintomi”.

Lo studio

Nello studio Convalescent Plasma to Limit SARS-CoV-2 Associated Complications (CSSC-004), abbiamo cercato di determinare se una trasfusione di plasma convalescente Covid-19 (contenente >1:320 livelli di anticorpi della proteina anti-spike SARS-CoV-2 )  9 giorni dopo la comparsa dei sintomi sarebbe stata efficace nel prevenire la progressione della malattia che porta al ricovero. (…) In questo studio in doppio cieco, randomizzato e controllato, abbiamo confrontato il plasma convalescente Covid-19 qualificato con il plasma di controllo. (…) Il plasma convalescente o il plasma di controllo è stato trasfuso in un periodo di circa 1 ora entro 24 ore.

Un totale di 333 unità di plasma convalescente Covid-19 che erano state ottenute da donatori unici sono state trasfuse in 592 partecipanti. Molte aliquote identiche di plasma che erano state ottenute da donazioni singole di grandi volumi sono state somministrate a 2-4 riceventi. Delle 333 unità di plasma convalescente, 300 (90%) sono state donate tra aprile e dicembre 2020 e le restanti 33 sono state donate tra gennaio e aprile 2021. (…) La riduzione del rischio relativo è stata del 54%.

Dall’analisi è emerso che tra i pazienti trattati con il plasma non c’è stato alcun decesso e solo 17 (il 2,9%) sono stati ricoverati. Percentuale che sale a 6,3% nel gruppo di controllo, dove i decessi sono stati registrati tre decessi. Il trattamento con il plasma, sottolineano i ricercatori, ha quindi ridotto il rischio di ricovero del 54% e sembrerebbe essere stato determinante anche nello sviluppo della malattia dopo il ricovero.

In conclusione dai risultati emergerebbe, quindi, come la somministrazione del plasma dei pazienti guariti, nei primi giorni dalla comparsa dei sintomi riduca il rischio di ricovero in terapia intensiva. Soprattutto ha evidenziato quanto sia strategica la tempistica: la somministrazione del trattamento risulterebbe appunto più efficace se effettuata nei primi 5 giorni dalla comparsa dei sintomi, dimezzando il rischio di ricovero.

I partecipanti alla ricerca

I partecipanti sono stati arruolati dal 3 giugno 2020 al 1 ottobre 2021. Un totale di 1225 partecipanti sono stati randomizzati e 1181 hanno ricevuto una trasfusione. Nell’analisi intention-to-treat modificata prespecificata che includeva solo i partecipanti che hanno ricevuto una trasfusione, l’esito primario si è verificato in 17 su 592 partecipanti (2,9%) che hanno ricevuto plasma convalescente e 37 su 589 partecipanti (6,3%) che hanno ricevuto plasma di controllo ( riduzione del rischio assoluto, 3,4 punti percentuali; intervallo di confidenza al 95%, da 1,0 a 5,8; P=0,005), che corrispondeva a una riduzione del rischio relativo del 54%. La prova dell’efficacia nei partecipanti vaccinati non può essere dedotta da questi dati perché 53 dei 54 partecipanti con Covid-19 che sono stati ricoverati in ospedale non erano vaccinati e 1 partecipante era parzialmente vaccinato.

Leggi anche: Quali cure negava l’ordinanza di Speranza annullata dal Tar

Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it

Seguici su Telegram https://t.me/presskit

Altri articoli interessanti

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com