Il 1 luglio 2021 in Italia entrava in vigore il GREENPASS: i diritti di cittadinanza sono subordinati a un lasciapassare, servita poi anche per accedere ai posti di lavoro, il divieto diventa regola e la libertà eccezione, la società veniva spaccata.
“La Certificazione verde COVID-19 – EU digital COVID certificate, o green pass, nasce su proposta della Commissione europea per agevolare la libera circolazione in sicurezza dei cittadini nell’Unione europea durante la pandemia di COVID-19″, si legge ancora oggi sul sito del governo italiano (qui).
È una certificazione digitale e stampabile (cartacea), che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) e un sigillo elettronico qualificato. In Italia, viene emessa soltanto attraverso la Piattaforma nazionale DGC del Ministero della Salute.
La Certificazione attesta una delle seguenti condizioni:
- aver fatto la vaccinazione anti COVID-19 (in Italia viene emessa dopo ogni dose di vaccino, esclusa la quinta dose)
- essere negativi al test antigenico rapido nelle ultime 48 ore o al test molecolare nelle ultime 72 ore
- essere guariti dal COVID-19 da non più di sei mesi
Il Regolamento europeo sulla Certificazione è entrato in vigore il 1 luglio 2021 in tutti i Paesi dell’Unione e la sua scadenza è stata prorogata fino al 30 giugno 2023.
L’Italia ha anticipato l’emissione della Certificazione verde COVID-19 al 17 giugno 2021 e ne ha modificato progressivamente l’utilizzo sul territorio nazionale”.
Il Ministero la definiva gratuita, peccato che i tamponi per averla fossero a pagamento, e sicura e protetta, si poteva avere in formato digitale o cartaceo ed era verificabile con QrCode.
Un sistema che abbiamo visto è stato creato per restare, infatti, è ancora attivo, è stato rinnovato a livello europeo ed anche nella nostra Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 aprile con la legge n. 56/2024 di conversione del decreto-legge.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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Per non dimenticare: Il green pass resta: è nella Gazzetta Ufficiale del 30 aprile per il PNRR, lo definiscono “Modalità tecnologiche per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati sanitari”
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