Il green pass resta: è nella Gazzetta Ufficiale del 30 aprile per il PNRR, lo definiscono “Modalità tecnologiche per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati sanitari”

“Con il Decreto Legge 19 del 2024 il governo aveva impacchettato in un unico provvedimento, ovviamente e come al solito in violazione della Costituzione, tutta una serie di disposizioni dedicate principalmente al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma aveva inserito una norma che era quella che aveva destrato la mia attenzione e quella di molti altri commentatori, cioè l’articolo 43 che prorogava sostanzialmente a tempo indeterminato il famigerato Green Pass, certificato verde Covid-19. Per finanziare questa iniziativa il governo aveva stanziato 3 milioni e 850 mila euro per il 2024 e da lì in poi 1 milione e 850 mila euro l’anno”, spiega l’avvocato Alessandro Fusillo. 

“Il 30 aprile è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge n. 56/2024 di conversione del decreto-legge. Il nuovo articolo 43 ha compiuto il miracolo legislativo gattopardesco di cambiare tutto per non cambiare niente”.

L’articolo 43 è stato così riformulato nella Gazzetta Ufficiale del 30 aprile 2024. (Qui trovate il numero in questione)

L’articolo 43 è sostituito dal seguente:

«Art. 43 (Modalità tecnologiche per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati sanitari). — 1. Al fine di assicurare l’aggiornamento del fascicolo sanitario elettronico in attuazione dei progetti previsti dalla Missione 6, Componente 2, Investimento 1.3 “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione”, del PNRR, con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare, previo parere del Garante per la protezione dei dati personali, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono individuate le modalità tecnologiche idonee a garantire il rilascio e la verifica delle certificazioni sanitarie digitali, in conformità alle specifiche tecniche europee e internazionali.

2. Per assicurare l’individuazione e lo sviluppo di modalità tecnologiche idonee alla gestione di certifica- zioni sanitarie digitali, quali quelle di cui al comma 1, è autorizzata la spesa di euro 3.850.000 per l’anno 2024, da gestire nell’ambito della vigente convenzione tra il Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e la società SOGEI S.p.A. A decorrere dall’anno 2025, è autorizzata la spesa di euro 1.850.000 annui, da gestire nell’ambito della con- venzione di cui al primo periodo. A tal fine le risorse di cui al presente comma sono iscritte nell’apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze e costituiscono incremento del limite di spe- sa annuo della predetta vigente convenzione.

3. Agli oneri derivanti dal comma 2, pari a euro 3.850.000 per l’anno 2024 e a euro 1.850.000 annui a decorrere dall’anno 2025, si provvede, quanto a euro 3.850.000 per l’anno 2024, mediante corrispondente ri- duzione del Fondo di parte corrente di cui al comma 5 dell’articolo 34-ter della legge 31 dicembre 2009, n. 196, iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della salute per il triennio 2024-2026 e, quanto a euro 1.850.000 annui a decorrere dall’anno 2025, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanzia- mento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2024-2026, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2024, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della salute».

“Vi ricorderete la sceneggiata del Ministro Schillaci che ha detto che non lo vogliamo, non vogliamo prorogare questa cosa e abbiamo assistito a questa indegna scenata del governo che era l’opposizione di se stesso, tant’è che avevano preannunciato un emendamento alle norme del DL 19 del 24 e in effetti il 30 aprile è stata pubblicata in gazzetta ufficiale la legge di conversione del decreto e hanno cambiato il testo della norma l’hanno cambiato nell’ambito veramente di una celebrazione della commedia all’italiana, perché praticamente anziché nominare espressamente la normativa che riguardava il Green Pass, hanno detto che volevano prorogare i certificati digitali e la piattaforma della tessera sanitaria elettronica nell’ambito delle normative internazionali”, denuncia Fusillo in un recente video.

“Le normative internazionali sono quelle che ben conosciamo, sono quelle dell’OMS e quelle dell’Unione Europea che prevedono che questo strumento continui ad esistere a tempo indeterminato. Quindi sostanzialmente gli hanno cambiato nome, o meglio non l’hanno più chiamato come lo chiamavano prima, cercando di nascondere la reale intenzione si capisce dal denaro, perché guarda caso questa cosa diversa da quella che dovevano fare prima secondo loro, quindi l’implementazione di un rafforzamento del sistema della tessera sanitaria elettronica, costa esattamente la stessa cifra che costava la proroga a tempo indeterminato del Green Pass, perché costa 3 milioni e 850 mila per il 2024 e 1 milione e 850 mila all’anno dal 2025 in poi.

Quindi evidentemente gli hanno cambiato nome o meglio hanno nascosto il nome che avevano inserito nella prima versione del decreto ma i soldi che servono sono sempre gli stessi.

L’unica cosa che dobbiamo riconoscere, gli bontà loro non li toglieranno dal fondo dei danneggiati da vaccino, ma li prenderanno dai residui di contabilità del Ministero delle Finanze.

Di fatto, come al solito, si prende in giro il cittadino, dicono una cosa, poi ne fanno un’altra e soprattutto annunciano delle intenzioni che in realtà non mantengono.

Il governo italiano al momento è pienamente inserito nell’ambito dei piani distopici dell’Unione Europea e dell’OMS che vogliono istituire un sistema permanente di controllo digitale dei cittadini e soprattutto di controllo dei trattamenti sanitari ai quali uno è stato esposto oppure no e vanno avanti su questa strada. Non hanno nessuna intenzione di deflettere da questa strada, soprattutto non credete quando fanno annunci come quelli che sono stati fatti dopo il dl 19 che poi vengono regolarmente smentiti”.  

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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