Commissione Covid: “la gente veniva soppressa nella maniera più atroce, nell’abbandono, nell’oblio e negli stenti”, Elisabetta Stellabotte del Comitato L’Altra Verità

Pubblichiamo la trascrizione integrale dell’intervento di Elisabetta Stellabotte, presidente del Comitato L’Altra Verità, alla Commissione Covid l’8 ottobre 2024.

“Mi sono stati concessi dieci minuti per testimoniare il dolore di un lutto troppo grande e devastante che richiederebbe giorni per essere attenzionato esaustivamente,” inizia così la sua testimonianza Elisabetta Stellabotte, presidente del Comitato L’Altra Verità. “Qui rappresento un comitato di familiari uniti in questa tremenda vicenda che rappresenta una delle più tristi e scomode pagine della nostra storia costituzionale e della civiltà stessa del nostro Paese. Una pagina dove, in nome della scienza, sono stati sovvertiti tutti i principi e i cardini della medicina, sono stati ignorati i manuali universitari di infettivologia, è stata ignorata l’evidenza clinica e sono stati violati i diritti dei malati e, ancora più grave, i diritti del morente. Di questo mi permetto di dire che ne sono colpevoli politici e soprattutto il grande silenzio della Chiesa.

Oggi sono qui anche come figlia in lutto. Io non riporto cose sentite, le ho vissute sulla mia pelle. Sono la figlia di Antonio Stellabotte, deceduto a marzo 2021, entrato in ospedale per un rialzo glicemico e mai più uscito, come Diego Kubuzzi, come Liliana, come Natale, come il papà di Patrizia e come tanti altri. Tanti sono i punti su cui bisogna mettere l’accento. Nel 2020 bisognava indagare sulle cause di morte attribuite alla Covid. Venne emanata una circolare che sconsigliava fortemente le autopsie per rischio biologico.

Fortunatamente, al Papa Giovanni di Bergamo, ritenendolo indispensabile e ignorando questa circolare, effettuarono le prime 13 autopsie. Il dottor Gianatti, che ringrazio, primario del Papa Giovanni, ragionando in scienza e coscienza, ha smascherato il coronavirus attraverso le autopsie e scoperto come agiva il morbo sull’organismo. Da lì le prime cure efficaci, e grazie a lui migliaia di vite sono state salvate. Se ne sarebbero potute salvare 200.000. Hanno inviato le prime osservazioni in tempo reale, così dice il medico, ai loro colleghi medici per dare un contributo immediato, e l’idea è stata vincente. Grazie a questi dati raccolti, i colleghi hanno introdotto nelle terapie l’uso di anticoagulanti come l’eparina e il cortisone che non si usava quasi mai nella cura delle polmoniti virali. Come abbiamo potuto vedere, tachipirina e vigile attesa, li lasciavano a casa così. Hanno fatto un comunicato che ho girato in poche ore in tutto il mondo. Da questo si evince che la morte era attribuita a una grande infiammazione che causava poi la morte. Nello stesso tempo, però, approvarono un farmaco e acquistarono migliaia di dosi di un antivirale, il remdesivir, cardiotossico, nefrotossico e dalla dubbia efficacia, e demonizzarono negli stessi giorni l’idrossiclorochina che guarda caso era il proprio suo antagonista, a volte le coincidenze. A proposito di questo in aula penso che tutti conosciate il professor Palù che proprio in quei giorni, a una nota trasmissione televisiva, Porta a Porta, disse che era stato un gravissimo errore il protocollo tachipirina e vigile attesa e ancora più grave demonizzare lo studio dell’idrossiclorochina che invece poteva salvare le vite. Sempre a proposito di coincidenze. Nonostante tutto, l’Istituto Superiore di Sanità ovviamente se ne infischiò e il ministro Speranza continuò a consigliare tachipirina e vigile attesa, bocciando le terapie domiciliari, facendo persino ricorso al TAR che le aveva approvate in prima istanza. Sempre le coincidenze.

Da figlia che si è vista strappare un padre, mi chiedo come i medici, e lo chiedo a voi, come i medici si siano potuti asservire alle iniquità scellerate che impedivano loro di visitare i pazienti. Come mai è stato somministrato un farmaco chiamato remdesivir di cui si conoscevano già le gravi disfunzioni multiorgano, ed invece è stata demonizzata l’idrossiclorochina. Sapete rispondermi? Come mai è stato messo un casco CPAP con saturazione 97? Ventilazioni meccaniche forzate erano necessarie e sono state utilizzate in modo corretto? Nel caso di mio padre, nella cartella clinica vi è scritto che lo stesso, dopo due giorni, veniva rimosso per malfunzionamento. Vorrei sottolineare che nei reparti in quei giorni c’erano i tirocinanti come medici che curavano i pazienti Covid. Nella cartella clinica di mio padre ci sono dieci medici che nulla hanno a che fare con le infezioni polmonari, persino i dermatologi.

Mi chiedo poi come mai un medico si possa sostituire a Dio e decidere di suo pugno quando portare un paziente a fine vita. Midazolam e morfina usati in modo sconsiderato per restituirci i nostri cari in un sacco nero. Nessuno dovrebbe avere l’arroganza di togliere la dignità della morte, perché questo avete fatto: avete tolto la dignità della morte. E non sono io a dirlo; noi qui siamo in rappresentanza del direttivo del mio comitato, ma ci sono 200.000 vittime che camminano sulle nostre gambe e attendono delle risposte. Faccio una domanda: se fossero stati i vostri cari, sarebbero stati trattati allo stesso modo? Non credo proprio; non ci sarebbero mai arrivati in terapia intensiva.

Ora, noi vorremmo credere al racconto della retorica del “è andato tutto bene, è stato fatto tutto il possibile”, vorremmo credere a tutti i sanitari eroi umani che dovevano stare vicino ai nostri cari confortandoli nell’ora più buia, ma dove erano? Erano impegnati nei corridoi, nelle colonne sonore, a fare i balletti, questo lo avete potuto vedere tutti. Noi abbiamo cartelle cliniche che parlano, messaggi WhatsApp di pazienti che erano all’interno degli ospedali e parlavano con i familiari a casa dove non venivano dissetati, non venivano nutriti, venivano solo lasciati, scusate il termine, nel loro piscio.

E gli infermieri si facevano vedere con i lividi sulla faccia mentre facevano i balletti. Quanto raccontato oggi dovrebbe essere loro a testimoniarlo, invece non ci sono più, non possono più parlare, quindi la storia è ben diversa. A distanza di mesi, anni dall’inizio della pandemia, i nostri ospedali erano troppo spesso dei lager, in cui la gente non andava per essere curata. È ora di finirla questa storia. La gente veniva soppressa nella maniera più atroce, nell’abbandono, nell’oblio e negli stenti. Le testimonianze raccolte dai comitati sono costituite, come dicevo prima, da messaggi WhatsApp, video, in cui questa terribile verità è evidente. Potete metterlo agli atti, vi daremo tutto. Ciò che non potete obiettare sono le parole di un padre, di una madre, di un marito, di una figlia, di un fratello, di una sorella, perché davanti alla morte non diranno mai una bugia. Ora sta a voi decidere se ascoltare le voci di questi martiri o sposare una verità di comodo, che sarà l’ennesima tortura non solo per i nostri cari, ma anche per noi.

Ciò che chiediamo è che la magistratura indaghi, perché si è creato un precedente pericolosissimo e noi abbiamo il dovere di testimoniare e di fare in modo che tutto ciò che è accaduto non accada mai più. I nostri cari ci sono stati restituiti in un sacco nero perché verosimilmente il morto poteva contagiare. Per giustificare questo atto senza nessuna umanità, cui sono sempre complici tutti i politici e, ripeto, in questa stanza credo che nessuno sia esente. Nessuno. E la grande colpevole è la Chiesa.

Il padre di Ermelinda Kobuzi, la madre di Cristina, il marito di Natale, la mamma di Luca, il padre di Patrizia, e insieme i genitori di Barbara, in un mese, padre e madre. Ecco, io potrei andare avanti all’infinito, portare storie e testimonianze, abbiamo tutto repertato. I nostri parenti non erano dispersi nell’oceano, ma sono morti nelle strutture di sanità che dovevano essere l’eccellenza. Crediamo, senza ombra di dubbio, che l’applicazione di questo dettame sanitario, così violento, abbia preceduto una serie di altre dinamiche che conoscete bene, ma questo è un altro discorso, non è il momento di parlarne.

Mi auguro solo che chiediate scusa all’Italia e al Paese. Per quello che è il mio pensiero, siamo tutti coinvolti, nessuno esente. Come familiari, abbiamo l’unica colpa di averli lasciati negli ospedali, in quegli stessi ospedali che dovevano diventare il loro porto sicuro e invece si sono rivelati la loro condanna. Chiediamo quindi alle autorità e a questa commissione il motivo per cui nessuna procura abbia mai indagato o semplicemente abbia letto le cartelle periziate, preso visione di foto, audio e video. Dimostrateci quindi, e fatelo per le tante famiglie, quasi 200.000 per l’esattezza, che si può ancora credere nella giustizia e in uno stato di diritto, che non calpesti la dignità del malato, barattandolo con delle linee guida che nulla hanno a che fare con il giuramento di Ippocrate e con la salute del paziente.

Dimostrateci che l’olocausto – perché di olocausto si tratta – dei nostri morti nelle terapie intensive non è stato vano. Dimostrateci che ci stiamo sbagliando. Di fronte a questa evidenza, forse saremo pronti noi a chiedervi scusa, ma penso proprio che voi non lo possiate fare. E allora, siccome la legge non ammette ignoranza, stiamo aspettando, perché se ci fosse un colpevole, il colpevole dei protocolli della morte deve pagare.

Il responsabile deve rispondere di quanto accaduto, perché la legge, come dite voi, non ammette ignoranza. Questo è un prezzo troppo grande per noi, non sarà mai paragonabile al nostro fine pena mai che sconteremo fino a che la giustizia non sarà stata fatta. La nostra rimane una vigile attesa che non si spegne, quindi nel tempo, nel silenzio che sicuramente si imporrà nell’opinione pubblica, ci metteranno a tacere. Avremo sempre l’esigenza di verità sulle morti dei nostri cari. Non solo per lenire il dolore e la perdita, ma anche per dare significato alla voce delle morti.

Una verità che dà fastidio sicuramente a molti, stridente con quella convalidata dai più. Ricordiamo benissimo i salotti dove erano invitati le “virostar”. Come mai non sono stati invitati i medici che in scienza e coscienza salvavano vite e avevano i protocolli veri e andavano ascoltati, mentre sono stati ignorati. La nostra è una verità del dolore, ma anche della consapevolezza che l’umanità merita qualcosa di più di una triste morte in un reparto di terapia intensiva, e che l’unica via che porta alla vita è la verità. Soltanto l’amore, la pace e la verità salveranno questa umanità. Se ne avete il coraggio, dite la verità. Non abbiamo bisogno di risposte, le risposte le abbiamo. Abbiamo bisogno che voi indaghiate e facciate un ottimo lavoro.”

L’audizione della Commissione Covid è stata trasmessa in diretta sulla sulla Tv della Camera dei Deputati (qui il link alla diretta)

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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