Trasfusioni, serve l’anamnesi vaccinale dei donatori oltre agli esami di routine, l’appello di Sana e Robusta Costituzione

La prossima trappa del Comitato di Sana e Robusta Costituzione: ” mobilitare i gruppi che abbiamo già sul territorio sotto le sedi dell’Avis, proprio per far valere la nostra istanza, quella di introdurre l’anamnesi vaccinale e di dividere le sacche di sangue tra vaccinati e non vaccinati”, spiega Raffaele Varvara del comitato Di Sana e Robusta Costituzione.

“Una persona, anche in caso di intervento d’urgenza, deve poter accedere liberamente a una sacca di sangue proveniente da donatori non vaccinati. Questo deve diventare una routine.

Tutto ciò è già possibile secondo la legge, ma solo per alcuni stati clinici particolari. Grazie alla nostra azione, questa finestra di possibilità si può ampliare.

A livello individuale e poi collettivo, cerchiamo di organizzarci in azioni che ci permettano di raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, ovvero il minimo: l’introduzione dell’anamnesi vaccinale e, in futuro, l’istituzione di una banca del sangue. Molte volte, noi facciamo riferimento ai Testimoni di Geova.

Loro sono una comunità riconosciuta, il loro credo è riconosciuto e di conseguenza possono far valere le loro scelte. Allo stesso modo, anche noi dobbiamo rendere visibile e manifesta la nostra comunità. Ecco perché è importante ciò che stiamo facendo ora: tessere relazioni strategiche, capire cosa ciascuno di noi può dare alla causa comune, sia come singoli che come associazioni, per costruire un’unione funzionale. Ciascuno dà il proprio contributo al servizio di una causa comune, per poi beneficiare tutti dell’obiettivo raggiunto.

Abbiamo capito in questi anni, grazie all’esperienza con il comitato Di Sana e Robusta Costituzione, nato in piazza l’11 aprile 2021 dopo l’obbligo vaccinale per i sanitari. Successivamente, è proseguito con l’operazione “Aria Prima alle Porte” per rimuovere gli ostacoli all’accesso alle cure, ai tamponi, alle mascherine. Ad oggi, siamo ancora sul pezzo per quanto riguarda questa nuova frontiera d’azione.

Quello che ci unisce è proprio la volontà di riscattarci, di far valere le nostre scelte, di far valere la sovranità del nostro corpo dopo quello che ci hanno fatto. E quindi tutto questo è possibile anche in Italia, grazie alla nostra azione diretta.

Questo è il contributo che il Comitato di Sanità Bustamante di Costituzione offre alla comunità dissidente: percorsi d’azione che abbiamo già intrapreso in tante città d’Italia. La sinergia che stiamo sviluppando può consolidarsi proprio condividendo un percorso d’azione, facendo qualcosa, mobilitando le informazioni e quanto abbiamo appreso nei nostri percorsi”.

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