L’impietosa recensione dei nuovi capitoli aggiunti da Speranza al suo libro sulla pandemia di Roy De Vita

La presentazione in Parlamento del libro di Speranza è a porte rigorosamente chiuse al pubblico. “Un’anomalia che ci fa capire che l’onorevole Speranza, in cuor suo, un po’ la verità, la conosce”, commenta il dott. Roy De Vita nella sua recensione video alla nuova edizione del libro di Speranza.

“Il libro è un disastro, sia nei contenuti che nel progetto. Scritto all’apice della pandemia con la convinzione di aver già superato il problema, il titolo lo dice chiaramente, anche se nella prefazione di oggi cerca di correggere il tiro, era pronto ad uscire nelle librerie il 22 ottobre del 2020. Ora, non credo ci sia bisogno di sollecitare la vostra memoria, ma ai più distratti ricordo che in quel momento era partita la seconda ondata di contagi.

L’uscita fu bloccata due giorni prima della data prevista e in pratica Speranza con il suo libro stava per dichiarare al mondo intero di non aver capito nulla di quanto stesse accadendo, autocertificando la sua incapacità di gestione della pandemia del Covid-19.

La decisione di bloccare l’uscita fu quanto mai opportuna, ma comunque tardiva perché alcune copie del libro erano sfuggite al blocco e giravano. Ebbi l’opportunità di poterne acquistare una e lo lessi.

Il libro è un mix di omissioni, nemmeno una parola dico una su Bergamo, punto da cui dovrebbe iniziare qualsiasi racconto sul Covid in Italia. Previsioni sbagliate, e qui c’è solo l’imbarazzo della scelta, decisioni discutibili di cui incredibilmente l’onorevole Speranza si vanta, tipo il blocco dei voli dalla Cina senza aver mai avuto la percezione di quanto facile fosse aggirare il suo provvedimento, bastava fare uno scalo, uno solo. condito da una retorica straripante e da un assolutamente ingustificato tono autocelebrativo.

Di sciocchezze, l’ex ministro ne ha fatti ammazzi da 12, ma le ha dimenticate tutte, anzi si banta di quanto ha fatto. Le mie contestazioni, tengo a precisarlo, non gliele sto facendo oggi, gliele ho fatte tutte in tempo reale e si era talmente infastidito dal bloccarmi sui social, pur non avendolo mai insultato né mancato di rispetto.

Il libro incredibilmente è uscito ora cambiando copertina ed editore Feltrinelli probabilmente non ne ha più voluto sapere. Con l’aggiunta di tre capitoli ed avendone già fatto come detto la sua recensione mi li metterò qui al commento solo di quanto aggiunto.

Uno dei nuovi capitoli è sul vaccino se possibile l’auto-celebrazione qui tocca vette inusitate. Speranza parla come se fosse protagonista assoluto internazionale dell’approvazione e dell’emissione sul mercato del vaccino per il Covid. Ma rimanendo nello specifico, ritengo sia stato un azzardo totale quello di parlare in questo momento storico di vaccino. Alla luce di quanto nel tempo stiamo avvenendo a conoscenza, e faccio un esempio per tutti, la confessione fatta al Parlamento europeo dalla Presidente Pfizer per i mercati energenti, la signora Janine Small, che a domanda diretta ha dichiarato che mai il vaccino era stato testato sul bocco dei contagi. Cardine questo su cui è stato impostato l’obbligo vaccinale. Dimenticarlo oggi è una omissione semplicemente scandalosa, caro Onorevole.

In un altro capitolo ci parla dei due governi a cui ha partecipato. Ora vi dico solo che il povero Speranza si dice accuratamente che lui non avrebbe voluto, ma il gradimento della popolazione nei suoi confronti era talmente alto e poi le sollecitazioni di Mattarella alla fine lo hanno convinto, suo malgrado, ad accettare il secondo incarico nel governo Draghi. E ci racconta che ha visto in TV il Presidente del Consiglio leggere la lista dei ministri ed ha sentito il suo nome mentre lui consolava la moglie disperata. Aggiunge poi il particolare di aver incontrato Draghi la prima volta al giuramento. Badate bene, questo particolare è importante perché Speranza in realtà ci vuole lasciare intendere in maniera subliminale che la scelta della sua persona per il dicastello della sanità era di fatto obbligata e naturale. Draghi, pur non avendolo mai incontrato né contattato nemmeno per uno scambio di opinioni prima, ma chi altro avrebbe potuto nominare il ministro della Sanità? Su via! Trova poi modo di sputare sul governo Conte, dicendo, e vado testuale, la distanza politica dal governo precedente è enorme. Bene, tra i suoi difetti ci mettiamo anche che è un ingrato.

Ma l’apice assoluto, come giusto che sia, lo tocchiamo nelle conclusioni, dove Speranza arriva a parlare di se stesso in terza persona. Non perde poi occasione per attaccare la controparte politica. Sottolineiamo una volta in più che questo libro non è il racconto della pandemia, ma è solo un modo per scrivere uno sgangherato manifesto politico. Si vanta di aver investito in Sanità per la prima volta il 7% del PIL, dimenticando, si fa per dire, che quei soldi sono andati alla Sanità solo per la situazione emergenziale, che chiunque si fosse trovato a fare il ministro della sanità in quel momento, ma proprio chiunque, avrebbe avuto esattamente lo stesso ammontare di denaro, non un centesimo in più, né uno in meno. perché oggi, a distanza di tempo, le cose scritte allora avrebbero avuto un effetto diverso, certamente meno urticante rispetto a chi come me le aveva lette nel 2020, ma Speranza masochisticamente ha riportato tutto in vita.

Onorevole, lei confesso che la sua decisione di pubblicare il libro mi ha lasciato quanto mai perplesso. Ora, purtroppo capisco dalla sua decisione che lei un amico vero non ce l’ha e questo mi dispiace enormemente per lei. E mi chiedo cosa l’abbia spinta a fare uscire il suo libro adesso?

E sono di fronte ad un dilemma. Lei ha applicato quel meccanismo freudiano di difesa che è la rimozione, cancellandoci dalla sua mente tutto quello che lei ha fatto e detto? Oppure crede che gli italiani abbiano la memoria così corta da non ricordare nulla del suo operato? O altra possibilità, dal momento che politicamente è diventato un fantasma e cerca di tenere viva a tutti i costi la sua immagine, anche a costo di fare figurarci un vero e conto?

In attesa di una risposta, prendo in considerazione un ulteriore elemento che può aiutarci a capire. Un limite, che a nord del vero non è solo suo, ma è di tantissimi politici di tutti gli schieramenti e di tutte le epoche, è quello di circondarsi di yes-men, che le dicono solo quanto è bello e quanto è bravo, nascondendole la verità vera, cioè quello che realmente pensa l’opinione pubblica di lei, inducendola di conseguenza a comportamenti autolesionistici come quello di pubblicare ora il suo libro.

Se può servire a qualcosa, mi permetto di dirle che quegli adulatori sono gli unici ad avere un giudizio positivo sul suo operato. Tra questi ci infilerai anche un ristretto manipolo di giornalisti e conduttori televisivi. Tutti gli altri che sono a lei la maggioranza assoluta pensano che sarebbe stato molto più opportuno che lei invece di mettersi in mostra viaggiasse sotto traccia cercando di far dimenticare il prima possibile la sua persona e quanto da lei fatto. Si goda i privilegi della sua posizione e ne sia soddisfatto. Un’ultima cosa.

All’epoca lei aveva promesso che il ricavato del suo libro sarebbe andato in beneficenza. Siccome ora non ne ho sentito fare cenno, le chiedo, la promessa è ancora valida? Perché, veda, questa potrebbe essere l’unica cosa buona che lei si possa trovare ad aver mai fatto”.

Fonte

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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