“La posta in gioco è alta perché se gli americani riusciranno nell’operazione nessuno al mondo più oserà rilasciare documenti in futuro: se riveli questo tipo di file , puoi meritare fino a 175 anni di carcere”, spiega François Corbert, delegato generale di Robins des Lois, quindi associazione per la difesa dei diritti delle persone detenute e delle libertà pubbliche.
“La posta in gioco è alta se Assange viene portato negli Stati Uniti, ovviamente, morirà in prigione. Ed è quello che serve per silenziare i giornalisti. Tutte le risorse sono state esaurite, potrebbe accadere da un momento all’altro.
Assange viene perseguito per spionaggio, ma si tratta di un mezzo procedurale strano, l’atto di spionaggio normalmente riguarda solo i cittadini americani, mentre lui è australiano.
Contestiamo, come tutti nel mondo, il merito dell’accusa. Noi e tutti i sostenitori di Assange nel mondo riteniamo che non sia una spia, è giornalismo, è un informatore, è anche un giornalista, ha scritto su una piattaforma da cui provengono informazioni.
Wikileaks è un movimento di democratizzazione, molte cose sono venute fuori grazie a Wikileaks.
C’è una spinta alla trasparenza che è estremamente interessante.
Ma se, con un colpo di stato riuscito, lo portasse negli Stati Uniti e lo giudicassero di fatto morto, cioè lo condannerebbero o a vivere, ma in pratica sarà morto.
Assange spetta di essere messo su un aereo domani mattina o oggi forse o tra tre settimane, per essere portato a Washington dagli inglesi per consegnarlo agli americani che potranno condannarlo per spionaggio e fino a 175 anni di carcere.
Dobbiamo ancora avere un pensiero personale per quest’uomo che è nella sua cella in carcere, e tutte le mattine che ha passano possiamo vederlo portare via.
Tutto questo ha l’apparenza di radicalità, ma c’è una procedura che è stata seguita sia che fosse lui o che fosse un delinquente sarebbe lo stesso quindi ci sono ricorsi, controricorsi ed eccolo lì nella sua cella in attesa di essere estradato.
Julian Assange non è un cattivo soggetto, ha lavorato con i più grandi giornali del mondo, infatti Le Monde, il New York Times, per consegnare i documenti che aveva ricevuto. Quindi non ha detto chi glieli ha dati. E questi documenti erano informazioni, ad esempio un video terribile sui crimini di guerra commessi dagli americani. In Iraq o Guantalamo.
Ha pubblicato un video terribile in cui vediamo i soldati americani sparare freddamente da un elicottero contro un gruppo di persone per nulla armate, civili. Questi sono crimini di guerra e vanno perseguiti. Gli americani hanno lanciato questa azione legale perché dietro di loro c’è l’esercito. Questa ovviamente non è una priorità per Biden o altri presidenti. È il gruppo militare, diciamo la lobby militare-industriale, che da anni spinge per bloccare il fuoco, perché la sua organizzazione ha rivelato crimini di guerra. A testimonianza di ciò ci sono tutte le corrispondenze della signora Clinton, dipendenti della Society of Nurses, che sono state rivelate”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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