Caso Assange: “chi sostiene la retorica dei diritti e della democrazia si esonera dal dovere di rispettarli”

Chi sostiene la retorica dei diritti e della democrazia troppo spesso si ritiene esonerato dal dovere di rispettarli. Il caso di Assange ne è un esempio lampante.

“Assange è “colpevole” di aver diffuso documenti che mettono in luce la vera natura delle guerre “per la democrazia””, scrive Resumen Latinoamericano.

“Contro Assange è stata applicata una vecchia legge del 1917, la Legge sullo spionaggio, un meccanismo utilizzato, in nome della sicurezza nazionale, per perseguire i responsabili di fughe di notizie e funzionari che denunciano i fallimenti del sistema, accusandoli di tradimento e spionaggio. Lo ha utilizzato anche l’ex presidente Donald Trump. Anche contro Saab c’è l’accusa di “cospirazione”…

Per questo non se venisse estradato negli Stati Uniti “non potrà nemmeno appellarsi al Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che afferma: “Il Congresso non farà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o per proibirne la libera professione; o che limitano la libertà di espressione o di stampa”.

Gli avvocati di Assange hanno presentato un ultimo ricorso dinanzi all’Alta Corte di Londra contro il decreto di estradizione negli Stati Uniti, autorizzato il 17 giugno dal ministro dell’Interno britannico, Priti Patel. Negli Stati Uniti, il fondatore di Wikileaks rischia una condanna a 176 anni di carcere: in pratica, una condanna a morte.

Attualmente Julian Assange, fondatore del sito Wikileaks, è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, noto come “London Guantánamo”. E’ rinchiuso lì da tre anni

“A luglio 2010, il sito Wikileaks ha pubblicato 250.000 file che rivelano conversazioni tra Washington ei suoi diplomatici (circa 270 ambasciate e consolati in tutto il mondo) nei tre anni precedenti. Nell’ottobre 2010 sono stati resi pubblici 400.000 rapporti militari sull’Iraq tra il 2004 e il 2009 e più di 800 rapporti diplomatici sulla base di Guantánamo. Un caso esplosivo che porterà il nome di Cablogate.

Colui che ha passato la notizia ad Assange è stato il soldato Bradley Manning: gli ha consegnato documenti riservati della diplomazia nordamericana respinti, fino ad allora, da tutti i giornali importanti. Manning, un analista informatico, era un soldato in Iraq e aveva accesso ai database, dai quali ha estratto informazioni per 8 mesi. Li ha salvati su un CD mascherato con la copertina di Lady Gaga e poi li ha trasferiti su un’unità flash destinata ad Assange.

Nell’aprile 2010 Manning è stato arrestato e nell’agosto 2013 la corte marziale lo ha condannato a 35 anni. In quell’occasione, l’ex soldato ha dichiarato di aver diffuso i documenti per pubblicizzare gli abusi commessi dal governo statunitense in Iraq e Afghanistan.

Assange è perseguitato da un mandato d’arresto delle autorità svedesi dal 2010, anche in Europa. Nel dicembre dello stesso anno si arrese a Scotland Yard e fu rilasciato su cauzione 9 giorni dopo. Nel febbraio 2011, la giustizia britannica ha deciso la sua estradizione. Assange fece ricorso. Nell’aprile 2011, in seguito alle rivelazioni di Wikileaks, il governo ecuadoriano, allora guidato da Rafael Correa, espulse l’ambasciatore statunitense, Heather Hodges.

Assange, durante i suoi 500 giorni di arresti domiciliari a Londra, ha intervistato il presidente Rafael Correa nel suo programma radiofonico trasmesso su Russia Today. E quando la Corte Suprema britannica ha deciso di estradarlo in Svezia nel maggio 2012, è fuggito all’ambasciata ecuadoriana a Londra e ha ottenuto asilo politico da Correa il 15 agosto.

Gli avvocati di Assange hanno poi denunciato la CIA per aver intercettato le conversazioni con il loro cliente quando si rifugiava nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. Secondo la denuncia, una società di sicurezza privata, UC Global, aveva registrato gli incontri e consegnato il materiale all’agenzia di spionaggio statunitense, che era poi diretta da Mike Pompeo.

Il caso di Assange alza “l’asticella dell’illegalità e dell’oppressione di chi, scuotendo la retorica dei diritti e della democrazia, si ritiene esonerato dal dovere di rispettarli. Il compito di chi si riconosce in altri principi, invece, è di conservare i confini della legalità”, anche quando possono risultare scomodi.

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