Stella Moris Assange lancia l’allarme per tutti coloro che praticano il giornalismo con coscienza. Così come per tutti coloro che si affidano a loro per rimanere informati. I poteri forti vogliono bendare e imbavagliare non solo Julian Assange, ma anche la libertà di parola e il nostro stesso diritto ad essere informati.
La detenzione di Julian Assange è “un segnale”, ha detto , deliberatamente inteso dai Poteri costituiti “per scoraggiare altri giornalisti dal fare come lui”, un segnale che mette a nudo “a cosa ricorrerà il Potere”. L’Europa ha quindi il dovere di “fare passi concreti in difesa di Julian Assange” per salvare “la libertà di stampa e di parola”, ha denunciato Stella Morris, la moglie di Julian Assange nella Sala dei Gruppi Parlamentari accanto a Montecitorio lo scorso 7 marzo.
“Siamo qui per difendere non solo la causa di un uomo ingiustamente imprigionato ma anche per difendere un principio: la libertà di informazione”, ha spiegato il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Bartoli. Per contrastare la menzogna che Assange fosse un cattivo giornalista/editore che faceva trapelare documenti senza averli vagliati attentamente, Bartoli ha affermato che era vero il contrario: ha elogiato il sito WikiLeaks di Assange proprio perché, con grande cura, “cancella ogni informazione che potrebbe mettere qualcuno in Pericolo.
La denuncia è stata fatta durante un incontro su “Il caso Assange e il nostro diritto alla verità” promosso dall’eurodeputata Sabrina Pignedoli con la collaborazione della parlamentare italiana Stefania Ascari.
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