Le tre domande ben poste con cui cercano di farci accettare l’eutanasia di malati e anziani

Il suicidio assistito da sempre fa discutere. Il vero problema è che può degenerare. Ricordiamoci sempre che la storia ritorna per analogie, e adesso in Canada si offre ai malati al posto dei sussidi, che nel frattempo diventano sempre più difficili da ottenere.

“La questione la questione della cosiddetta eutanasia del suicidio assistito, come dire, è una questione, diciamo così, deviata e deviante nel senso che le domande solitamente devono essere poste in maniera tale da garantire una vera discussione mentre invece solitamente le domande fatte dai regimi vengono poste in maniera tale che la domanda abbia una risposta univoca”, spiega Alessandro Meluzzi a 100 giorni da Leoni

La prima domanda che viene posta in modo distorto è:

  1. un individuo può disporre liberamente della propria vita? E tendenzialmente le persone che vorrebbero essere libere rispondono di sì.
  2. Seconda domanda: se la vita è diventata insopportabile, bisogna imporre la prosecuzione di questa insopportabilità a coloro che la subiscono? E anche qui la risposta tende ad essere sì.
  3. La terza domanda è: può essere posto nelle mani di un individuo uno strumento che gli consente di porre fine liberamente alle sue sofferenze e di decidere sulla propria vita? A questo punto arriva un applauso addirittura”.

Il discorso crolla se ci si pone un’altra domanda:

“Allora, dietro a tutte queste tre false domande ci sta un’altra domanda”, continua Meluzzi, “che è quella che dovrebbe essere la premessa maiore di questa premessa minor, come direbbe Aristotele o San Tommaso.

  • La premessa maiore è che la vita ha in sé un valore che deve essere considerato sacro e preservato.

La gente a questa domanda tende a rispondere sì, in generale, ma purtroppo questa dimensione sulla difesa della vita, in qualche misura a oltranza, contrasta invece con un disegno di carattere generale che passa attraverso l’affermazione della de-popolazione, della diminuzione dei consumatori di risorse, di quello che la Lagard sostiene, che peraltro è una vecchietta anche lei e ha definito dei mangiatori inutili, i vecchi come mangiatori inutili”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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