Cominciò così l’olocausto: con i medici e l’eutanasia “compassinevole” per malati e handicappati

Cominciò così l’olocausto con la complicità dei medici… “Quasi nessuno conosce i nomi di Brandeburg, Grafeneck, Bernburg, Sonnenstein, Hartheim e Hadamar, ospedali e istituti le cui camere a gas uccisero a migliaia malati e disabili, e furono le prove generali dell’Olocausto”, denuncia Giulio Meotti nel suo libro da “Ippocrate è morto ad Auschwitz: La vera storia dei medici nazisti”. Lo chiamarono progetto eutanasia

“Senza l’«esperienza» dell’eutanasia non ci sarebbe stato l’Olocausto”.

“Avevano imparato a uccidere i malati. Proseguirono sterminando ebrei”.

“I nazisti non avrebbero potuto avere alcuna possibilità di compiere un genocidio su una scala impressionante e monumentale contro vittime sparpagliate in mezzo mondo, senza lo zelante aiuto delle competenti autorità biomediche e scientifiche. L’Olocausto differisce dagli altri casi di genocidio in quanto ha coinvolto la partecipazione attiva della medicina e della scienza.

“Il primo centro per la Soluzione finale cominciò a funzionare nel dicembre 1941 a Chełmno. Usava i camion a gas. A capo dell’operazione c’era Herbert Lange, che aveva usato i camion per l’eliminazione dei disabili nel Wartheland e nella Prussia orientale. Nello stesso periodo Himmler assegnò a Odilo Globočnik, capo delle SS e della polizia di Lublino, il compito di eliminare gli ebrei polacchi”.

“Il 18 agosto 1939, il governo tedesco emanò un decreto con il quale obbligava tutto il personale sanitario a registrare sia i neonati che i bambini al di sotto dei tre anni affetti da qualche forma di disabilità”, si legge sulle pagine dell’Holocaustum Museum. “Nell’ottobre del 1939, le autorità cominciarono a fare pressioni sui genitori di tali bambini affinché li affidassero alle cliniche pediatriche, le quali in realtà erano dei veri e propri centri di sterminio dove lo staff medico eliminava i piccoli pazienti o attraverso overdose letali oppure facendoli morire di fame. Questa particolare politica di sterminio venne estesa fino ad includere tutti i giovani fino ai 17 anni d’età e, ben presto, anche agli adulti ricoverati in istituto per gli stessi motivi. Nell’autunno del 1939, Adolf Hitler firmò segretamente un documento con cui si proteggeva da qualunque conseguenza legale il personale sanitario coinvolto nel programma. Il nome in codice di questo piano segreto fu “T4” e nel suo ambito vennero anche costruiti 6 centri dove i pazienti venivano eliminati con il gas. Entro poche ore dall’arrivo, le vittime venivano uccise dal monossido di carbonio, nelle camere a gas camuffate da locali doccia. I funzionari del T4 bruciavano poi i cadaveri nei forni crematori, mentre altri addetti trasferivano le ceneri dai forni – dove avevano formato un unico mucchio – in urne da mandare ai parenti, insieme a un certificato in cui veniva indicata una causa di morte fittizia”.

“Per gestire i centri di sterminio, Globočnik aveva bisogno di uno staff competente e così chiese aiuto al T4 (Aktion T4), il Programma eutanasia. L’architetto del T4, Erwin Lambert, fu assegnato a Lublino quale specialista nella costruzione delle camere a gas; il T4 fornì anche il suo capo chimico, Helmut Kallmeyer, per le conoscenze tecniche in merito alle camere”, continua Giulio Meotti.

“Lo sterminio degli ebrei venne affidato agli uomini del Programma eutanasia.

Robert Lorent, il responsabile del libro paga del Programma, rivelerà che il 20% del personale di eliminazione dei malati si sarebbe unito alla Soluzione finale. Sara Berger ha analizzato il trasferimento di 120 dipendenti del Programma eutanasia all’Aktion Reinhardt, lo sterminio degli ebrei. Berger ha calcolato che 36 dipendenti del T4 hanno lavorato a Bełżec, dove sono stati assassinati più di 500.000 ebrei; a Sobibór, con più di 200.000 vittime, sono stati utilizzati 53 uomini del T4, e a Treblinka, con più di 900.000 vittime, c’erano 55 membri.

Per citare solo alcuni nomi:

  • lo psichiatra Irmfried Eberl passò dai centri di eutanasia di Brandeburg e Bernberg al campo di sterminio di Treblinka,
  • il dottor Rudolf Lonauer dal centro di eutanasia di Hartheim al campo di concentramento di Mauthausen,
  • il dottor Horst Schumann dal centro di eutanasia di Grafeneck al campo di Auschwitz…
  • Karl Heinrich Bauer è stato un chirurgo e professore universitario a Breslavia e Heidelberg. Direttore di pubblicazioni di genetica umana alla clinica universitaria chirurgica di Heidelberg, primo rettore di un’università tedesca dopo il 1945 e iniziatore di un istituto di ricerca sul cancro fondato a Heidelberg nel 1964. È considerato ancora oggi il padre della ricerca tedesca sul cancro. Ma durante il nazismo, Bauer era membro del comitato consultivo scientifico del dottor Brandt, che sarà impiccato a Norimberga, nonché fautore dell’igiene razziale e delle sterilizzazioni naziste degli «inferiori».

Esiste tutto un livello di collusione e corresponsabilità da parte di chi non si macchiò direttamente dei crimini, ma ne coltivò il terreno ideale”.

“La maggior parte dei medici che hanno partecipato lo hanno fatto perché credevano che fosse la cosa giusta da fare, molti si sono offerti volontari, chi ha rifiutato non ha sofferto conseguenze e molti dei partecipanti ai crimini medici provenivano dalle migliori scuole di medicina d’Europa e avevano curricula molto brillanti. Perché la bioetica ha così poco da dire sull’Olocausto medico? Forse perché teme di guardare dentro a questo buco nero della coscienza scientifica? «Avendo da dire poco sui crimini più orribili mai commessi in nome della biomedicina e delle opinioni morali che hanno permesso che questi crimini fossero compiuti, la bioetica contribuisce al mito più pericoloso di tutti: coloro che sono coinvolti nel male non possono farlo motivati da idee etiche» scrive Arthur Caplan.”

“Ippocrate è morto ad Auschwitz: La vera storia dei medici nazisti” lo potete trovare qui

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