Lo spettro del nazismo: “organi discrezionali estranei si affiancano al parlamento”, Giorgio Agamben

Durissima presa di pozione del filosofo Giorgio Agamben contro i governi europei e non solo. “È venuto infatti il momento di chiedersi se la frattura della macchina politica dell’Occidente abbia raggiunto in questi anni una soglia al di là della quale essa non può più funzionare”, si chiede nel suo ultimo intervento su Quolibet

“Già nel XX secolo il fascismo e il nazismo avevano risposto a loro modo al quesito attraverso l’istaurazione di quello che è stato a ragione definito come uno «stato duale», in cui allo stato legittimo, fondato sulla legge e la costituzione, si affianca uno stato discrezionale solo parzialmente formalizzato e l’unità della macchina politica è quindi soltanto apparente . Lo stato amministrativo in cui sono più o meno consapevolmente scivolate le democrazie parlamentari europee, non è in questo senso dal punto di vista tecnico che una discendenza del modello nazifascista, in cui organi discrezionali estranei ai poteri costituzionali si affiancano a quelli dello stato parlamentare, progressivamente svuotato delle sue funzioni. Ed è certamente singolare che una separazione di regno e governo si sia manifestata oggi anche al vertice della Chiesa romana, in cui un pontefice, trovatosi nell’impossibilità di governare, abbia spontaneamente deposto la cura et administratio generalis, mantenendo però la sua dignitas”.

“Comunque si definisca questa situazione, in ogni caso in essa la macchina politica ha rinunciato al suo funzionamento e i due poli – il regno e il governo – si specchiano l’uno nell’altro senza alcuna articolazione”.

“La decisione sovrana non ha fondamento e la prassi che esso inaugura si muove nell’indistinzione fra legalità e illegalità, norma e decisione”.

“Regno e governo esibiscono in esso la loro definitiva sconnessione e non può essere più questione di restaurare la loro legittima articolazione, come vorrebbero i critici benpensanti, né di giocare, secondo una malintesa concezione dell’anarchia, l’amministrazione contro lo stato. Sappiamo ormai da tempo, con lucida consapevolezza e senza alcuna nostalgia, di muoverci ogni volta quotidianamente in questa soglia impervia e rischiosa, dove l’articolazione fra regno e governo, stato e amministrazione, norma e decisione è irrevocabilmente spezzata, anche se lo spettro mortifero della macchina continua a girare a vuoto intorno a noi”.

“È stato un costituzionalista tedesco della fine del XIX secolo, Max von Seydel, a porre la domanda che suona oggi inaggirabile: «che cosa resta del regno, se si toglie il governo»?”

Il testo integrale di Agamben lo trovate qui: https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-le-due-facce-del-potere-4-anarchia-e-politica

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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