“Incitare a odiare o a discriminare i “novax”, o il farlo direttamente, non è penalmente punibile”, Paolo Sceusa

“Incitare a odiare o a discriminare i “novax”, ad esempio, o il farlo direttamente, non è penalmente punibile”, denuncia Paolo Sceusa, professore di Diritto e Presidente di sezione emerito della Suprema Corte di Cassazione.

“Non si può estendere la punibilità penale per analogia.

La tassatività delle norme penali significa che esse non si possono applicare che ai casi specifici in esse contemplati.

Questo vuol dire che il reato di incitazione all’odio, punito dall’articolo 604 bis c.p., che vi ho riportato sopra, si applica solo all’odio “razziale, etnico, nazionale e religioso”. Stop.

Non si può applicare analogicamente a incitazioni all’odio altrimenti motivate. Incitare a odiare o a discriminare i “novax”, ad esempio, o il farlo direttamente, non è penalmente punibile.

Capito, adesso?

La costituzione, all’art. 3, vieta la discriminazione per diversità di condizioni personali minoritare (come quella di noi renitenti alle punture geniche), ma la legge non punisce penalmente questa discriminazione…

E allora? Che fare?

Tutti me lo chiedono, e io indico sempre la via dell’azione individuale, pacifica, non violenta e pubblica. Quella che pratico e che mostro.
Senza questo primo passo è inutile, anzi è controproducente, fantasticare di unioni, di movimenti e di partiti.
Senza questo primo passo individuale, le masse sono solo altre misere greggi in cerca di un nuovo pastore, cioè di un nuovo macellaio.

Ecco “perché questo costituisce il motivo per cui sono state archiviate da tutte le procure italiane tutte le migliaia di denunce per istigazione all’odio presentate da gruppi e da singoli contro i fomentatori delle discriminazioni ai danni dei “novax”.
Dipende dal principio di tassatività delle norme penali”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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