Studio in preprint calcola l’impatto ambientale della carne coltivata artificialmente e conclude che è probabilmente di qualche ordine di grandezza superiore a quello degli allevamenti convenzionali, un risultato in contrasto con vari precedenti studi. C’è da dire che per questo studio i ricercatori dichiarano di non avere conflitti di interesse. Si tratta di Derrick Risner, Yoonbin Kim, Cuong Nguyen, Justin B. Siegel, Edward S. Spang.
Lo studio è intonato: Impatti ambientali della carne coltivata: una valutazione del ciclo di vita dalla culla al cancello. Lo studio valuta il potenziale impatto ambientale della produzione di ACBM, animal cell-based meat (carne a base di cellule animali) a breve termine.
“Attualmente, i prodotti ACBM, carne a base di cellule animali, vengono prodotti su piccola scala e in perdita economica, tuttavia le società ACBM intendono industrializzare e aumentare la produzione.
I risultati indicano che l’impatto ambientale della produzione di ACBM a breve termine sarà probabilmente di ordini di grandezza superiore alla produzione media di carne bovina se per la produzione di ACBM viene utilizzato un mezzo di crescita altamente raffinato.
I risultati aggiornati delle recenti valutazioni tecnoeconomiche (TEA) di ACBM e una valutazione del ciclo di vita di Essential 8™ sono stati utilizzati per eseguire una valutazione del ciclo di vita della produzione di ACBM a breve termine. È stata condotta un’analisi dello scenario utilizzando i requisiti metabolici esaminati nei TEA di ACBM ed è stato utilizzato un fattore di purificazione dalla valutazione del ciclo di vita di Essential 8™ per tenere conto dell’elaborazione dei componenti del mezzo di crescita.
I fronti sul conflitto tra carne coltivata e carne allevata saranno dunque verosimilmente non solo sui temi della bio-sicurezza, ma anche su quelli del green.
Qui trovate lo studio: https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2023.04.21.537778v1.full
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