Il nome che diamo a una cosa può cambiarne la percezione e questo i linguisti lo sanno bene. Nell’ultimo studio della Fao e del WHO è stato riportato un capitolo su: “percezione pubblica e accettazione delle terminologie dei modificatori”, ovvero i vari modi di denominare la carne creata in laboratorio. Ecco cosa scrivono:
“Nell’introduzione al loro studio, Bryant e Barnett (2019) forniscono una panoramica dei vari termini per alimenti a base cellulare incontrati nella letteratura scientifica e oltre. Sottolineano inoltre l’importanza di nomi ed etichette che hanno un impatto diretto o indiretto sulla percezione e sull’attrattiva del prodotto da parte dei consumatori. Questi autori notano anche che alcuni nomi molto usati, come “carne artificiale” o “carne sintetica”, possono suggerire indirettamente concetti vaghi e confusi di “carne naturale” da associare alla carne convenzionale. Nello stesso studio, gli autori hanno analizzato in modo più dettagliato le percezioni dei consumatori su quattro concetti: carne “priva di animali”, carne “pulita”, carne “coltivata” e carne “coltivata in laboratorio”.
I partecipanti (N=185) a questo studio hanno fatto associazioni statisticamente significativamente più positive con la carne “pulita” che con gli altri tre concetti.
Inoltre, la carne “pulita” e la carne “priva di animali” hanno innescato atteggiamenti più positivi rispetto alla carne “coltivata in laboratorio” (Bryant e Barnett, 2019).
In effetti, sono emerse associazioni negative in particolare con la carne “coltivata in laboratorio”, mentre la “carne pulita” è stata associata ad attributi positivi.
Tuttavia, c’è un problema nel chiamare il prodotto carne “pulita”, in quanto implica che la carne convenzionale sia in qualche modo impura, il che solleva indirettamente connotazioni negative spesso prive di fondamento per la carne convenzionale. Si è ritenuto che i risultati dimostrassero l’importanza di come vengono denominati i concetti di carne “a base cellulare” al fine di evitare percezioni negative e migliorare l’accettazione di questi prodotti alimentari.
Dopo aver ricevuto testi con uno dei quattro nomi diversi per la carne a base di cellule, i soggetti di un altro studio hanno scoperto che “carne pulita” è meno descrittiva e meno distinguibile dalle alternative convenzionali a base di carne e vegetali rispetto a “carne coltivata”, “carne a base di carne” e “carne senza macellazione”
I partecipanti agli studi sull’accettazione della carne di origine cellulare e sull’impatto della terminologia su di essa provengono principalmente dai paesi occidentali (Stati Uniti d’America, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Unione Europea) con poche eccezioni (Brasile, Cina). Gli studi effettuati con altre lingue non si trovano con la strategia attuale. Si tratta in realtà di studi previsionali perché i prodotti non erano ancora stati lanciati sui mercati al momento dello studio. Singapore potrebbe offrire l’opportunità di valutare la percezione e l’accettazione pratica dei consumatori poiché i prodotti a base di pollo “coltivati” sono già commercializzati e disponibili nei ristoranti. Anche l’Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca di Singapore ha pubblicato articoli sui media locali già nel 2019 con il termine “carne coltivata”, che avrebbe potuto aiutare i consumatori a familiarizzare sia con la terminologia che con la tecnologia relativa alla “carne coltivata”. Tuttavia, Singapore, in quanto paese ad alto reddito e ad alta tecnologia con una popolazione etnica diversificata, potrebbe non essere rappresentativa di altri paesi della regione”.
Qui trovate lo studio completo: https://www.fao.org/food-safety/resources/publications/en/
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